Sicilia e Sardegna, un confronto di due settimane può mettere in evidenza due sistemi di sorveglianza diversi? (aggiornamento 11/9/20)

Analisi di poco più di due settimane pandemiche attraverso una rielaborazione dei dati quotidiani della protezione civile

salvo fedele
COVID-19 INFO START|FINISH
7 min readSep 13, 2020

--

Avvertenza
Questo testo è un’anteprima (prevalentemente rivolta ai colleghi) di una analisi in progress basata al momento sui dati rilevati dal 27/8/20 fino al 11/9/20

Abbreviazioni usate
N° x MR (numero per milioni di residenti)
TI = Terapia Intensiva

(1) Sicilia e Sardegna hanno due valori di incidenza giornaliera di nuovi casi molto diversi. Per entrambe le regioni c’è una variabilità giornaliera enorme, ma qualunque sia la causa di questa variabilità abbiamo un dato certo: nei 16 giorni analizzati le due regioni hanno registrato (GRAFICO 1) una incidenza media di nuovi casi molto diversa:

INCIDENZA MEDIA Sicilia: 12,7 x MR
INCIDENZA MEDIA Sardegna: 33,7 x MR
Nel grafico trovate pure il riferimento all’incidenza media registrata nel CENTRO-NORD: 24,8 x MR
Nei 16 giorni analizzati la SARDEGNA HA REGISTRATO POCO MENO DEL TRIPLO DI NUOVI CASI RISPETTO ALLA SICILIA

Nel grafico la linea nera rappresenta l’incidenza dei nuovi casi nelle regioni del centro nord con la media giornaliere di 24.8 x MR al margine destro.

GRAFICO 1

(2) Terapie intensive (GRAFICO 2). Nei 16 giorni analizzati entrambe le regioni hanno registrato valori superiori a quelli registrati nel CENTRO-NORD, ma con rilevanti differenze.

La Sicilia, sebbene costantemente al di sopra del valore di ricoveri in TI nel CENTRO-NORD, registra una curva sostanzialmente parallela a quella del CENTRO-NORD.

La Sardegna presenta un fenomeno ormai noto durante le fasi di riattivazione di questa pandemia: dal 30/8 ha un incremento progressivo di ricoveri in TI tuttora in atto.

Da quello che è stato possibile osservare in molte aree, in genere un incremento consistente nei ricoveri in TI si registra a distanza di qualche settimana dal periodo in cui la trasmissione di comunità comincia ad essere rilevante.

Nel grafico la linea nera rappresenta l’andamento dei ricoveri di TI nel CENTRO-NORD

GRAFICO 2

(3) Anche il grafico delle ospedalizzazioni totali registra differenze importanti tra le due regioni (GRAFICO 3). Nei 16 giorni analizzati, rispetto ai valori registrati in Sicilia (che sono stati sempre un poco al di sotto di quelli del CENTRO-NORD) la Sardegna a partire dalla data del 4/9 ha incrociato la curva delle ospedalizzazioni del CENTRO NORD e l’ha superata distaccandosene progressivamente.

Una volta instauratasi la diffusione di comunità, dopo l’incremento nel numero dei ricoveri in terapie intensive, a distanza di qualche giorno si registra in genere anche un incremento nel numero delle nuove ospedalizzazioni.

Da notare che l’incremento nel numero di ospedalizzazioni registrato in Sardegna avviene giorno 4/9/20, a distanza cioè di 5 giorni dall’incremento nei ricoveri in terapia intensiva.

Nel grafico la linea nera rappresenta l’andamento del totale delle ospedalizzazioni nel CENTRO-NORD

GRAFICO 3

Torniamo adesso ad analizzare i nuovi casi delle due regioni e guardiamo con maggiore dettaglio la provenienza di questi nuovi casi.

La protezione civile ci fornisce quotidianamente due dati: i nuovi casi denominati “casi da sospetto diagnostico” e i nuovi casi denominati “casi da screening”. Quale la differenza? i “casi da sospetto diagnostico” vengono rilevati a partire dalla clinica, i “casi da screening” provengono da attività di tracciamento di contatti o altre attività di screening e sono generalmente il frutto del lavoro del sistema di sorveglianza ad opera dei dipartimenti di salute pubblica regionali.

È importante aver chiaro che la denominazione usata è un po’ confondente se si mette in relazione al termine “tamponi diagnostici”. Sia i nuovi “casi da sospetto diagnostico” che i nuovi “casi da screening” provengono esclusivamente da “tamponi diagnostici”. Si ricorda che i “tamponi totali” comprendono invece anche i tamponi di follow-up.

Dopo questa premessa analizziamo due grafici in successione ricordando che la somma dei “casi da sospetto diagnostico” e dei “casi da screening” corrisponde al numero totale dei nuovi casi.

(4) I nuovi “casi da sospetto diagnostico” delle due regioni nel periodo considerato sono praticamente identici (GRAFICO 4)

Sicilia: 5,3 x MR
Sardegna: 5,4 x MR

GRAFICO 4

(5) La differenza sostanziale che c’è tra Sardegna e Sicilia è nel numero registrato di nuovi “casi da screening” (GRAFICO 5)
Sicilia: 7,8 x MR
Sardegna: 28,8 x MR

La differenza messa in evidenza nell’incidenza di nuovi casi tra le due regioni è dunque tutta da imputare all’attività svolta dal sistema di sorveglianza sardo in queste due settimane analizzate.

GRAFICO 5

(6) Il tutto è ben chiaramente espresso nel grafico che mostra l’andamento del rapporto tra “casi da sospetto diagnostico” e “casi da screening” nelle due regioni (GRAFICO 6).

GRAFICO 6

(7) Il sistema di sorveglianza sardo in queste settimane, con notevole impegno, ha individuato molti casi derivati dal tracciamento dei contatti dei casi sintomatici o altre attività di screening. Il sistema di sorveglianza siciliano invece ha svolto un’attività molto più limitata.

I risultati di queste due differenti attività sono mostrati nel GRAFICO 7: il sistema di sorveglianza sardo ha in atto 775 x MR (0,77 x mille) soggetti infetti in isolamento domiciliare, il sistema di sorveglianza siciliano solo 317 x MR (0,32 x mille)*

GRAFICO 7

(8) Questa importante differenza è stata ottenuta probabilmente, oltre che con l’impegno nell’attività volta a individuare i contatti dei casi sintomatici, grazie al numero doppio di “tamponi diagnostici” realizzati dal sistema di sorveglianza sarda rispetto a quello siciliano (GRAFICO 8)

GRAFICO 8

(9) E nonostante la piccola ma rilevante differenza nel numero di tamponi totali realizzati (GRAFICO 9)

GRAFICO 9

(10) Da segnalare inoltre le differenze rilevate dai due sistemi di sorveglianza nelle positività riscontrate ai tamponi diagnostici (GRAFICO 10). Si noti che il picco più alto di positività registrato in Sardegna corrisponde al giorno in cui il numero dei tamponi diagnostici è drammaticamente diminuito.

Si ricorda che a parità di tamponi diagnostici effettuati differenze nelle positività dei tamponi diagnostici possono essere ricondotte a due cause principali (una volta che è stata dimostrata nelle due aree l’equivalenza di “casi da sospetto diagnostico”) e cioè:
(a) una differenza di capacità di effettuare il tracciamento dei contatti oppure
(b) una reale differenza nella prevalenza degli infetti nelle due aree.

Il confronto tra le due regioni per questo valore è quindi difficile vista la rilevante differenza nel numero di tamponi diagnostici effettuati.

GRAFICO 10

Conclusioni

La situazione attuale dell’iceberg pandemico della Sardegna (intensive e ospedalizzazioni) è verosimilmente imputabile in larga parte al periodo precedente a quello esaminato.

Il sistema sardo in queste due ultime settimane sembra essersi attivato per individuare soggetti infetti a partire da casi clinicamente evidenti. Sarebbe utile un’analisi dettagliata anche delle precedenti due settimane e della effettiva sorveglianza effettuata in quel periodo.

Nei prossimi giorni vedremo se lo sforzo fatto dalla Sardegna porterà a risultati consistenti; alcuni dati come l’alta positività dei tamponi diagnostici registrata nel corso di queste due settimane rendono piuttosto debole una ipotesi ottimistica, ma l’indirizzo generale del sistema di sorveglianza sardo è stato molto positivo.

Per la Sicilia è possibile ipotizzare (e temere) tra qualche settimana un peggioramento consistente del numero di ricoveri in terapia intensiva e del numero delle ospedalizzazioni, dal momento che il sistema di sorveglianza ha raggiunto obiettivi molto più modesti per effetto anche del numero di tamponi diagnostici effettuati (il più basso di quelli registrati in Italia nei 16 giorni analizzati).

Dal confronto con la realtà sarda è possibile ipotizzare in Sicilia una sottovalutazione consistente e quantificabile di infetti, il che renderebbe nei prossimi giorni la trasmissione di comunità più pericolosa di quella registrata fin qui.

Un parziale ridimensionamento di questo scenario peggiore per la Sicilia può essere ipotizzato considerando la minore positività dei “tamponi diagnostici” in Sicilia rispetto alla Sardegna.

Derivare però una minore circolazione del virus pandemico nella realtà siciliana rispetto a quella sarda solo da questo dato è certamente un azzardo (considerando l’equivalenza dei casi da sospetto diagnostico nelle due regioni).

In realtà è molto improbabile che la differenza riscontrata nel numero di “casi da screening” possa essere attribuita in una quota significativa a questo fenomeno. Molto più probabile che la causa principale di questa consistente differenza sia da ricondurre alle carenze nel tracciamento dei contatti del sistema siciliano. Da notare infine che proprio l’ultimo giorno di rilevamento per la prima volta la percentuale di positività dei tamponi diagnostici è stata più alta in Sicilia che in Sardegna nonostante il dato persistentemente basso di tamponi diagnostici effettuati in Sicilia. Sarà utile monitorizzare la situazione nei prossimi giorni per analizzare modifiche rilevanti e completare l’analisi con altri parametri.

Note
(*) Il numero totale degli isolati è in realtà la somma degli isolati a domicilio più il numero degli isolati in ospedale (compresi i ricoveri in terapia intensiva); per comodità nel testo si fa riferimento solo agli isolati a domicilio.

--

--

salvo fedele
COVID-19 INFO START|FINISH

pediatra a Palermo; mi piace scrivere, ma cerco di non abusare di questo vizio per evitare di togliere tempo al… leggere (╯°□°)