La battaglia tra relazioni e tempo

Piero Fioretti
Natwork Italia
Published in
2 min readApr 1, 2017

“Come l’individuo non è assolutamente un essere unico e separato dagli altri, ma è anche un essere sociale, così la psiche umana non è un fenomeno chiuso in sé e meramente individuale, ma è anche un fenomeno collettivo.”

Carl Gustav Jung

Viviamo in un mondo in cui ci sono sempre “troppe cose da fare”. Ogni giorno il tempo non sembra bastare mai, quelle 24 ore, o per meglio dire, quegli 86400 secondi, non sono più sufficienti. Il tempo che dedichiamo al nostro lavoro è così affamato e aggressivo che passa come un battito di ciglia, trasportandoci all’improvviso alla fine della giornata. Soddisfatti o meno, torniamo sempre a casa con quella voglia di fare di più il giorno dopo, o col rimorso di non aver fatto abbastanza oggi. La nostra voglia di fare, di ottenere di più è ciò che ci fa alzare il giorno dopo alle 5, 6, o 7 di mattina, così che il tempo oggi sia, “di più”. Ma la spirale è sempre quella, e infondo, ci piace. Se una persona “normale” leggesse i nostri obiettivi giornalieri ci darebbe dei “pazzi”, “malati” e “fuori di testa”. Ma ci piace così: pazzi, malati, fuori dagli schemi. Soli o con il nostro team, utilizziamo ogni giorno fino all’ultima goccia delle nostre energie, per creare qualcosa di nuovo, per dare forma alle nostre fantasie, immaginazioni, ai nostri sogni.
Cosa può fermarci? Niente, se non appunto, il tempo, perchè le energie da qualche parte, le troviamo sempre. Questo blocco si pone davanti all’uomo sin dai tempi più antichi, dalla scoperta della ruota, dalla prima pietra poggiata per costruire la prima casa. “Come vorrei poter fare di più”.

Ma proprio questa domanda ha contribuito a fare in modo che l’uomo arrivasse a oggi costruendo quello che ha costruito, creando le fondamenta di quello che vediamo oggi. Era impensabile andare a caccia, prendere l’acqua, costruire la casa, raccogliere i frutti, tutto da solo. Era necessario l’aiuto, l’appoggio, la forza degli altri uomini. Ed ecco che si formavano società, unioni sempre più grandi di persone che si aiutavano a vicenda al fine di vivere tutti, una vita migliore. Non c’era il telefono, nè il computer. Non c’era Facebook, nè Linkedin. Non si poteva tenere traccia di tutti. Ci si conosceva e quando ci si incontrava, se si aveva bisogno, ci si chiedeva reciproco aiuto, senza troppe noie. Del resto oh, non si può mica saper fare tutto!

Oggi le cose sono cambiate. Sempre più persone, più opportunità, più impegni. La cosa del “ti chiedo aiuto quando ci si incontra” non può più funzionare, 1 perchè non so se ti rincontro e 2 perchè in un mondo dinamico come questo è facile perdere i contatti. Che fare allora? Prenditi cura delle persone che conosci, perchè sono i tuoi unici alleati in questa continua battaglia contro il tempo.

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Piero Fioretti
Natwork Italia

Social Dynamics lover, CEO of Natwork project, to help people manage their network without a CRM