Storia: Nel regno dei demoni

Racconto 1: Lo Strano Ragazzo

Simone Paolucci
Nel regno dei demoni
6 min readJun 24, 2014

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Nel villaggio di Nuol la notte stava scendendo, e gli abitanti rientravano nelle loro abitazioni per riposarsi dal faticoso lavoro svolto, ma nessuno poteva immaginare quello che stava per accadere da lì a poco…

Richard il mugnaio stava sulla soglia della porta ad accarezzare un cane, quando ad un tratto, vide all’orizzonte un uomo a cavallo ricoperto da un mantello sporco ed il volto celato da una cappa. Richard si affrettò a chiudersi dietro la porta per evitare guai, ma purtroppo era tardi. L’uomo a cavallo cadde e lui imprecò verso il cane per averlo trattenuto lì. Dopo quell’attimo d’esitazione Richard, essendo però una brava persona, raggiunse l’uomo per controllare come stava e vide che era ferito sul braccio e sull’addome abbastanza gravemente, pensò perciò che se non l’avesse aiutato non avrebbe superato la notte. <Linda vieni qui ad aiutarmi, qua fuori c’è un uomo ferito, presto!> gridò e subito dopo uscì la moglie ed il figlioletto Richy. <Presto aiutami, portiamolo dentro, e tu figlio porta nella stalla il cavallo del signore>. <Vado immediatamente padre>.

Portarono dentro l’uomo e lo distesero sul divano, gli tolsero la cappa e il mantello e si resero conto che era soltanto un ragazzo, poi Linda, preso l’occorrente, iniziò subito a fasciare il ferito. Appena finito se ne tornarono a cenare aspettando che si riprendesse.

Dopo non molto, infatti, si mise a sedere di scatto, aveva la fronte ed anche tutto il corpo madido di sudore, si guardò attorno e vide la famigliola riunita a tavola. Richard allora si alzò chiedendo <si sente bene signore? L’ho vista cadere da cavallo e mi sono sentito di doverla aiutare>. Il ragazzo si guardò disorientato e ringraziò quasi distrattamente con un gesto, domandando in fretta dove era il suo cavallo. <Non si preoccupi il cavallo è nella stalla, io sono Richard e per vivere faccio il mugnaio, e lei?>. Lo straniero sgranò gli occhi squadrandolo, poi affermò <il mio nome è James, e mi scuso per il disturbo che vi ho dato, ma ora sarà meglio che vada…>. <Credo che lei non sia in grado di mettersi in viaggio, forse è meglio che si riposi qui per un po’> gli raccomandò Richard. <No, non voglio creare altro disturbo> si affrettò a dire. <Ma non ci da nessun fastidio, e poi, le ho anche preparato la cena, non vorrà farla andare a male?> gli disse sorridente Linda. <Bé se la mette così rimarrò a cena>.

Si rimisero a tavola e per un po’ rimasero in silenzio, mentre la famiglia osservavano James che mangiava come se non toccava cibo da parecchi giorni. Richard, poi interruppe la quiete chiedendo <signor James se non sono invadente, vorrei sapere come si è procurato quelle ferite e come mai si trova da queste parti?>. <Lo sapevo che prima o poi me lo avrebbe chiesto, e visto che lei è stato così gentile le dirò la verità. Io vengo da un villaggio ad ovest, a non più di una settimana di cammino, e queste ferite me le hanno inferte un gruppo di persone che mi stanno dando la caccia>. <E perché lo fanno?> chiese ancora. <Perché io, bè… ho rubato dei gioielli ad una persona che da qualche tempo ha assediato la città con i suoi uomini ed ha reso schiavi i paesani…> si fermò un attimo a riflettere, poi proseguì <…mio padre si ribellò, ma fù ucciso. Toccò anche a mia madre, soltanto per dare esempio agli altri. E’ per questo che l’ho fatto> vedendo gli sguardi dubbiosi aggiunse <voi avete il diritto di credermi oppure no, ma questa è la verità>. <No, noi la crediamo, e siamo dispiaciuti per quello che le è successo e le dirò di più, voglio che rimani finché non sarai completamente guarito, poi parlerò con le guardie e cercherò di far qualcosa per fermare quegli uomini>. <No, la prego, lei non sa chi sono quelle persone, anzi devo andarmene al più presto perché potrebbero raggiungermi e farvi del male, e questo non lo voglio!> disse alzandosi in piedi. <Ci proteggeranno le guardie che, poi andranno a liberare il tuo villaggio>. <No, le guardie non possono far niente contro quelli, è già un miracolo che io sia vivo>. <Va bene faremo come dici, ma ora mangia e poi andrai a riposarti perché ne hai molto bisogno ragazzo, domattina, poi ne riparleremo>. James finì di mangiare il suo pasto e, anche se ancora aveva molta fame andò a riposarsi sul divano, perché si era accorto che loro non se la passavano bene e, pensò che per dargli quel piatto di zuppa e quella fetta di formaggio avevano fatto un gran sacrificio. Si distese dolorante per le ferite e per gli acciacchi dovuti alla lunga cavalcata.

Dopo non molto socchiuse gli occhi e s’addormentò sognando il suo villaggio e i suoi genitori, e per lui non fù un bel sogno.

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<La vita e la morte è solo un passaggio per raggiungere il vero spirito, ricordalo sempre Erastus. Vivi per salvare i deboli dalla malignità dei prepotenti, sii un “Magnanimo Paladino”> disse un anziano uomo, con una tunica di un bianco immacolato, sulla soglia di un gran portone. <Onorerò sempre la benevolenza, estirperò il male e convivrò sempre con la verità, sarò ora e sempre un nobile paladino!> detto ciò si inchinò con devozione di fronte alla saggia e magnifica presenza del Gran maestro dell’Ordine dei Magnanimi Paladini. <Ora va, Erastus, va e porta seco solo giustizia e bontà, caccia il male da ogni dove e ritorna più puro e candido d’oggi, vai e fai buon viaggio, figlio dei grandiosi>.

Si allontanò dal monastero sul lungo sentiero che porta verso l’avventura e i pericoli del mondo. La strada che deve affrontare ogni Magnanimo Paladino in compagnia del suo fedele destriero bianco. Fatto qualche passo a piedi salì sul suo cavallo, esso nitri sotto il peso del bianco cavaliere. Aveva un portamento regale, l’armatura a maglie e lo scudo con lo stemma dei magnanimi riflettevano lo splendido sole di primavera ed il suo elmo, con un bianco pennacchio, lasciava intravedere la sua chioma bruna e i suoi occhi marroni.

Cavalcò per diverse miglia, finché non giunse di fronte ad un bivio, il cavaliere smontò, prese una ciotola dalle sacche e vi versò un po’ d’acqua della borraccia. <Riposati e calma la tua sete, Deep, mentre io scelgo il sentiero da percorrere>. Il paladino guardò l’orizzonte, il sole era innanzi a lui e si stava nascondendo dietro i monti. Qui un sentiero andava verso nord-est, l’altro verso sud-ovest, rimase un attimo a riflettere contemplando il panorama del bosco che gli si prefiggeva di fronte. <Andremo a sud, caro Deep> così dicendo prese le redini del cavallo e si avviò a piedi per il sentiero scelto. Dopo due dozzine di passi sentì dei lamenti <aiuto, qualcuno mi aiuti>. Il paladino si affrettò immediatamente verso la voce e superato qualche albero, gli si apri un altro sentiero sul quale era steso un uomo semi morente. <Non si preoccupi ora l’aiuto io, signore!>. Il mendicante era ferito, il paladino allora impose le sue mani sopra il corpo dell’uomo, e recitando la frase che gli era stata imparata al monastero riuscì a curarlo. <Si sente meglio ora?> gli disse aiutandolo ad alzarsi. <Si, non so proprio come ringraziarla, lei è proprio un gran d’uomo! Grazie infinitamente>. <Non si preoccupi, piuttosto beva un sorso d’acqua> fece porgendogli la borraccia. <Non vi è tempo, ora vada, presto!> l’avvertì l’uomo con un armonioso tono di voce. <Cosa? C’è qualcosa che non va?> chiese il cavaliere vedendo l’espressione preoccupata del mendicante. <No, non c’è niente che non vada qui, ma mi sembra che lei aveva molta fretta quando è arrivato, no?> continuò in quel modo. <Ma, ehm… si ora sarà meglio che vada, e di corsa!> disse con una strana sensazione <Deep, qui!>. Il cavaliere saltò sul suo destriero e partì al galoppo. <Arrivederci, e grazie ancora!> gli urlò dietro il mendicante, poi sussurrò <corri Erastus figlio dei grandiosi, sei già in ritardo per seguire il tuo fato! Fai presto, hanno bisogno di te!>.

Il paladino non si accorse d’aver imboccato l’altro sentiero…

Scritta il 20/11/2004 (circa) Un racconto ambientato in un medioevo fantastico nel quale si svolgono epiche battaglie contro forze demoniache.

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