Storia: Nel regno dei demoni

Racconto 2: L’Arrivo Dei Demoni

Simone Paolucci
Nel regno dei demoni
5 min readJun 24, 2014

--

James si svegliò all’alba, vedendo che in casa non vi era nessuno, pensò d’andare in stalla a vedere il cavallo e il suo bottino. Fuori, la piccola cittadina, si era già pienamente movimentata, le persone erano già intente a lavorare. Si diresse nella stalla e vide che il ragazzo si stava già dedicando alle pulizie. <Ciao Richy, tuo padre dov’è?>. <E’ al mercato> rispose tranquillo. Tra le mucche si distingueva la netta figura di un cavallo bianco pezzato di nero <eccoti qua Stella, come stai> fece James <dormito bene?>. <Ma che cosa fai, ti metti a parlare con gli animali, loro non possono capirti!> gli rispose divertito il ragazzo. <E invece non è vero, Stella mi capisce e se poi gli vuoi bene, loro ricambiano. Lei ieri mi ha salvato la vita portandomi qua, io ero svenuto e Stella mi ha tenuto in sella sino a questa città, devi credermi!>. <E’ proprio vero?> domandò dubbioso il ragazzo. <Sicuro, ci puoi giurare!> concluse James. Dopo un attimo d’esitazione, Richy azzardò <è vero che i tuoi sono stati uccisi da quelle persone che ti stanno dando la caccia?>. James ebbe una fitta al cuore, riuscì anche a capire dove voleva arrivare il ragazzo <purtroppo si, ma non permetterò che facciano del male a te o ai tuoi genitori> disse mentre stava riempiendo un sacchetto. <Si sta male senza famiglia?> chiese Richy pieno di compassione in volto. James fece cenno di si, poi gli impose la mano sopra la testa dicendogli <non permettere mai a nessuno di trattare male te o i tuoi cari. Me lo devi promettere, diventa tanto forte da far paura a tutte le persone cattive>. <Si te lo prometto, lo farò in nome della nostra amicizia!> disse sorridente il ragazzo. <Bravo, ora prendi questo> James gli mise al polso un bracciale d’argento <tienilo sempre con te, come segno della nostra amicizia. Quest’altro dallo a tuo padre quando me ne sarò andato, d’accordo?> e il ragazzo lo guardò con gli occhi lucidi <non ti preoccupare. Ritornerò a trovarti, te lo prometto! Ora siamo amici no? Non piangere!> sentendo questo il ragazzo si rincuorò e prese anche il sacchetto.

In quel momento entrò Richard, con la carriola in cui trasportava i secchi vuoti del latte, <ehi, James allora come va le ferite?>. <Benone, non so come ringraziare sua moglie, ha fatto proprio un bel lavoro> disse sorridente. <Ti volevo chiedere una cosa, al mercato ho incontrato dei contadini che abitano nelle fattorie ad est della città, loro mi hanno detto che ci sono degli uomini che stanno controllando le loro abitazioni in cerca di un ragazzo. Queste persone portano uno stemma raffigurante un qualche demone…>. Non ebbe il tempo di finire la frase, che James trasalì <sono loro, me ne devo andare immediatamente!>. <Non ti preoccupare ti nasconderò io qui, non riusciranno a trovarti> suggerì il mugnaio. <Non posso, loro mi troveranno sicura-mente, come posso spiegarti, loro hanno dei poteri soprannaturali…>.

Nel frattempo si udì la voce spaventato di Linda <Richard, vieni qui presto!>. <Rimani qui ragazzo, stai nascosto e anche tu figliolo!> li ammonì. <Papà, non farlo ti prego> tremò la voce di Richy in una supplica che non fù ascoltata, <James ti prego, ho un cattivo presagio, non fa che accada ti prego!> le parole gli uscivano sempre più strozzate. James comprese il tormento del ragazzo, ma per il momento non poté che consolarlo cingendogli la testa con un braccio <non permetterò che accada, te lo prometto>…

Fuori l’aria era diventata tesa, la maggior parte degli abitanti si era barricata in casa perché sembrava fosse giunto uno squadrone della morte per prendere tutte le anime dei presenti. Il gruppo era formato da una dozzina d’uomini vestiti di tuniche nere striate di un sangue rosso intenso. Uno di questi portava un immenso cappello giallo con due corna nere; esso sembrava fosse il capo. Questo si avvicinò a Richard, che era tremante come una foglia. <Dov’è il ragazzo che ha rubato i gioielli?> disse con una voce molto profonda. <Qui non c’è… ehm nessun ragazzo> rispose a stento e con grande spavento. L’uomo dietro al capo, dopo aver chiuso per un momento gli occhi, affermò sicuro <sta mentendo, dev’essere sicuramente qui!>. <Vi state sbagliando non…>. In un attimo dalla stalla sfrecciò un cavallo macchiato con un leggero passeggero in sella. <E’ lui, presto ai cavalli, dobbiamo acciuffarlo!> ordinò l’uomo dal cappello enorme. <Lasciatelo stare!> disse Richard cercando d’afferrare il capo, ma fù subito fermato da uno scagnozzo che gli diede un montante. Il mugnaio cadde indietro accompagnato da spruzzi di sangue. <No Richard, che cosa ti hanno fatto!> gridò la moglie piangente, mentre accorreva a soccorrerlo.

I demoni intanto iniziarono la caccia…

###

Le sue interminabili riflessioni furono rotte dalla presenza di qualcuno che era finalmente venuto lì per lui. Dopo molti decenni si sentì toccare da una possente mano e i suoi sensi assopiti dal continuo letargo di colpo si destarono.

Chi sei? Lo stupore era quasi tangibile nell’animo dell’uomo, la sua mente non riusciva a comprendere la sensazione che stava provando. Chi sei tu?

Sono il barone Arthemius IV. Finalmente aveva scoperto con chi aveva a che fare, frugò nella sua mente, nei suoi ricordi fin nei più remoti angoli del suo animo, nonostante gli sforzi del barone per impedirglielo.

Sei forte, ma i tuoi muscoli non mi impediranno di averti. Ha ha ha. La mente del barone venne sovvertita da tremende scosse e la sua volontà cedette, era come diventare pazzi.

Finalmente la presenza riuscì ad udire dei chiacchiericci. Anche la vista poi iniziò a funzionare ed un ghigno gli apparve sul volto riflesso dalla lama. Sulla spada che era il ricettacolo del suo essere, ora riusciva a vedere i lineamenti coperti di barba del volto del barone che era riuscito a possedere.

Sua grazia credo sia meglio non toccare quell’arma, irradia un’aura malvagia udì una voce alla sua destra, poi un’altra alla sua sinistra che avvertiva Faccia attenzione potrebbe essere un oggetto corrotto dal male. A questo punto il demone soddisfatto fece aprire la bocca al suo schiavo per farlo ridere beffardo e pronunciare E’ tardi, siamo già tutti soggiogati dalla potente forza di Gwerthier, il più potente principe dei demoni.

Il barone poi si volse verso i loro compagni terrorizzati e li vide ad uno ad uno essere trafitti da un grande spadone. Solo uno riuscì a fuggire dopo essere stato ferito, ma il demone non se ne curò, fra poco sarebbe tornato al suo servizio, come anche i cadaveri dei suoi compagni che si sarebbero alzati e avrebbero giurato fedeltà a lui. Si avviò verso il trono, vi si sedette per attendere il momento designato per iniziare la sua conquista.

Scritta il 02/12/2004 (circa)
Un racconto ambientato in un medioevo fantastico nel quale si svolgono epiche battaglie contro forze demoniache.

--

--