Ho provato Wakelet, l’alternativa a Storify

Marianna Bruschi
Nerdismi Sparsi
Published in
5 min readJan 2, 2018

Ma ora che Storify chiude che si fa? Se lo sono chiesti in molti. In effetti, seppur passato un po’ di moda, Storify era ancora uno strumento utile per cercare contenuti sui social e per organizzarli. Ho dato un’occhiata a Wakelet, indicato come l’alternativa. Gli manca la ricerca interna su tutti i principali social, e questo non è secondario. Ma può essere un buon erede.

La pagina di accesso a Wakelet

Alla notizia sulla chiusura di Storify tutti hanno reagito così:

Il caro vecchio Storify aveva un suo perché: struttura semplice, motore di ricerca interno per tutti i social, pochi click per comporre raccolte di contenuti con contributi dai lettori. Nei quotidiani locali lo abbiamo usato tanto, con storie nate da un hashtag, da foto condivise su Instagram, da meme. L’ho usato spesso anche al posto del classico power point per presentazioni di tool e buone pratiche.

L’addio a Storify è in due fasi: dal 12 dicembre 2017 non vengono accettati nuovi iscritti e dal 16 maggio 2018 sarà chiuso l’accesso anche agli utenti esistenti. Le storie create in questi anni potranno essere esportate e qui ci sono le istruzioni.

E ora?

La funzione di Storify (raccogliere contribuiti dai social e riorganizzarli in una storia) è ancora necessaria? I social in parte si sono ormai auto-organizzati, basta pensare a “Twitter Moments”, ma anche ai semplici embed dei singoli post. Ma non è la stessa cosa. La possibilità di dare un titolo, un sommario, una foto, un testo, la possibilità insomma di dare un pacchetto completo con un unico link serve ancora. Così come la possibilità di poter embeddare il tutto su un sito, ma anche di “giocare” con i vari template per andare a sopperire alle mancanze del proprio sistema editoriale.

Mi è capitato sottomano questo tweet di Sarah Marshall (Head of audience growth, Vogue International), mentre mi ero persa il pezzo di Wired. L’oggetto è lo stesso: l’alternativa a Storify.

Si chiama Wakelet.

https://wakelet.com/

Come spiega Wired la piattaforma consente anche una migrazione dei proprio link di Storify ed esiste in versione desktop e mobile.

Ho provato Wakelet. Ecco come funziona

Il magazzino

La registrazione (gratuita) a Wakelet si fa con Facebook, Google o email. La “home” è l’elenco di “items”, i singoli contenuti, e “collections”, le storie. Al centro c’è lo spazio per incollare e aggiungere un link tra i propri elementi salvati. È una sorta di magazzino in cui conservare link (anche dai social) utili subito o in un secondo momento.

Su Wakelet non c’è una ricerca social, è richiesto il link

Wakelet ha bisogno delle url. Non ha la ricerca interna (la tanto cara colonna destra di Storify che sfruttava i motori di ricerca dei singoli social, da Twitter a Youtube) e quindi bisogna copiare la url dei singoli contenuti per poi incollarla qui.

New Story = New Collections

Quella che su Storify era “la storia”, su Wakelet si chiama “collection”, una collezione di contenuti. Quando si clicca su “new collection” si apre un modello da riempire.

Foto, titolo e sommario: il punto di partenza su Wakelet

Si può aggiungere una foto che compare in alto, serve un titolo e un sommario. Si può anche usare una foto di sfondo. Subito sotto si possono iniziare ad aggiungere contenuti. L’opzione di partenza è il link, ma si possono aggiungere anche fotografie, semplice testo oppure si può andare a pescare dal magazzino, così da recuperare il materiale precedentemente salvato.

Foto, link e testo

Il punto di partenza sono i link: si possono inserire tweet, post da Facebook e Instagram, url da siti. Per ciascuno viene proposta una anteprima.

Il caricamento delle foto e la selezione dei contenuti precedentemente salvati

Quando si seleziona l’icona delle cartelle (la seconda) si accede al proprio magazzino: qui si possono selezionare i contenuti salvati in precedenza. Si può anche inserire del testo semplice che può essere editato (grassetto, corsivo, sottolineato e due varianti per la titolazione) evidenziando la/le parole da modificare. Ogni oggetto inserito può essere editato, cancellato o spostato.

Il pannello per editare i singoli contenuti

Pronti per la pubblicazione

Una volta completata la storia (o collezione, per rispettare la scelta di Wakelet) si può cambiare la visibilità scegliendo tra:

  • private: solo io posso vederlo
  • unlisted: solo chi ha il link può vederlo
  • public: visibile a tutti

E si può cambiare il template scegliendo fra tre opzioni

I tre template a disposizione
  1. I contenuti risultano allineati uno sotto l’altro, sfruttando la larghezza del “foglio”
  2. I contenuti risultano sempre uno sotto l’altro ma con l’anteprima dell’immagine più piccola
  3. Effetto bacheca

Una volta salvato il lavoro si può condividerlo sui social, si può ottenere la url shortata, ma anche il codice embed.

C’è anche la possibilità di aggiungere collaboratori alla propria storia, per una narrazione a più mani.

Qui un esempio che raccoglie alcuni tweet di microstorie legati all’Italia delle slot

Cosa buone e cose meno buone

Ok, era meglio Storify. Però poiché la data di scadenza è certa, è inutile continuare a rimpiangerlo :)

Cosa funziona

  • Wakelet risponde alla stessa funzione di Storify: raccogliere contributi dai social e organizzarli in una storia
  • Si possono conservare anche i singoli contenuti, una sorta di archivio social personale
  • Si possono caricare immagini dal proprio pc

Cosa non funziona

Senza la ricerca per canale si perde sicuramente uno degli elementi di semplicità che caratterizzavano Storify, tutto il lavoro di selezione va fatto fuori da Wakelet.

Aggiornamento (3/1/2018)

Dopo la pubblicazione di questo Medium mi ha contattata Wakelet. Con due notizie interessanti.

La prima: stanno lavorando all’integrazione di Twitter all’interno della loro piattaforma (e potenzialmente di altri canali in futuro) e questo semplificherebbe la ricerca di contenuti.

La seconda: esiste un’estensione per il browser che ti permette di salvare al volo i link.

L’estensione per Chrome

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Marianna Bruschi
Nerdismi Sparsi

Genovese di nascita, nomad worker. Giornalista dei quotidiani locali di GEDI Gruppo Editoriale S.p.A. Vivo a Roma. Member @ona