Engagement o content? Un binomio indissolubile soprattutto nel turismo
E’ possibile separare il content dall’engagement, ma si perde efficacia . Questo binomio è importante soprattutto nel settore turistico, dove il visitatore vuole essere parte attiva e vivere un’esperienza.
In alcuni eventi ai quali ho assistito recentemente si è parlato di contenuti e di tecnologia che coinvogano il consumatore e di casi studio e progetti per il nostro turismo.
Cosa significa fare davvero content marketing?
‘Vuol dire rivolgersi al proprio pubblico in modo trasparente, onesto e sincero.’ secondo Stefano Saladino, Digital Consultant dell’Ass. Culturale Luoghi di Relazione, in occasione dell’ evento organizzato da Asseprim in collaborazione con l’Associazione Culturale Luoghi di Relazione, Engagement content marketing a Milano lo scorso 12 novembre a Confcommercio.
Da content nasce anche il termine Content[o]logy, ossia una guida ragionata al content marketing felice, spiega Saladino. Normalmente non si parla di marketing in termini di felicità ed allora perchè abbinare questo aggettivo?
Il content marketing è infatti l’arte delicata di creare una relazione di fiducia tra produttore e consumatore accompagnando il prodotto con una serie di contenuti informativi, educativi e di intrattenimento solitamente gratuiti senza imporsi con messaggi diretti.
Contenuto ed esperienza sono fondamentali nel settore turistico. Sappiamo bene che il viaggiatore è diventato sempre più protagonista. La fiducia tra viaggiatore e struttura turistica è determinante e il viaggio non si esaurisce con il rientro a casa, ma, se sarà realmente un’esperienza immersiva, continuerà nel ricordo e nel desiderio di ripetere la visita.
L’accoglienza deve allora tenere conto dei particolari, come ad esempio suggerisce E.Tour, una Daily News — la newsletter del buongiorno all’ospite. E’ uno dei plus evidenziati dal caso studio Garda Trentino, presentato da Diego Calzà e Irene Manzone di eTour s.r.l .
Non si tratta di un’idea totalmente innovativa, in quanto alcuni albergatori provvedono già da tempo in totale autonomia, fornendo informazioni utili sottoforma di newsletter ‘con contenuti preziosi perché specifici del territorio’, durante il momento relax della colazione. La novità del progetto sta nell’aver introdotto la tecnologia, ossia Daily News è personalizzabile e viene inviata ad ogni struttura in modo automatico, già tradotta in lingua straniera, stampabile e a disposizione di tutti i clienti in versione cartacea e online. Se interessati andate ad approfondire sul sito.
Durante l’evento IoE talks del 17 novembre scorso è stato affermato forte e chiaro che ‘l’Italia è un’esperienza che non si esaurisce in un solo viaggio’ e che gli stranieri sono innamorati del nostro paese. Maurizio di Robilant, presidente Fondazione Italia Patria della Bellezza, ha ribadito l’importanza della nostra ‘arte di vivere. Venire in Italia significa assaporare dal vivo questa felicità quotidiana’ . Il 61% degli stranieri desidera tornare in Italia e se analizziamo il livello di soddisfazione dei turisti notiamo che si assesta sull’85% degli stranieri contro il 68% degli italiani.
E’ nato quindi un grande progetto identitario per rilanciare il Paese. Nel sito Italia Patria della bellezza leggiamo di quattro aree d’intervento della fondazione: Impresa/Made In Italy, Scuola, Turismo, Arte, Cultura e Paesaggio che si sviluppano lungo alcune direttrici principali: Misurare, Educare, Innovare e Promuovere. I progetti che mi hanno interessato maggiormente sono:
- QR Code: storie di Paese e prodotti, ‘un progetto di storytelling e di racconto del posizionamento del Paese, grazie al supporto dei nostri prodotti eccellenti sui mercati mondiali.’
- I Percorsi della Bellezza, ‘una piattaforma innovativa e di facile accesso per una fruizione sempre più esperienziale e tailor-made delle bellezze dei nostri territori’,
- Il Bello dell’Italia, progetto editoriale nato dalla collaborazione tra Fondazione Italia Patria della Bellezza e Corriere della Sera.
Il turismo sta cercando nuovi canali e nuove piattaforme per esprimersi e per coinvolgere. E’ stato confermato anche dai relatori del BTO 2015 a dicembre a Firenze. Che cosa è emerso di nuovo? ‘ Le parole chiave non servono più a niente. Google ti chiede contenuti originali, intelligenti e di qualità.’ — afferma qualcuno su Twitter. ‘Bisogna vivere una favola, non raccontarla’ — twitta un altro partecipante all’evento.
Particolarmente interessante è la ricerca sulle performance degli account turistici delle regioni sui social media realizzata e presentata al BTO da Blogmeter: ‘dei circa 28 mila contenuti prodotti il 66% è stato pubblicato su Twitter, il 31% su Facebook e solo il 3% su Instagram. Ma le interazioni stimolate da tali contenuti, oltre 2,8 milioni, solo per il 5% sono avvenute sul primo network, mentre l’84% è derivato da Facebook e un buon 11% da Instagram.’ Le foto sono la forma più usata di contenuto, ma il post che ha avuto più successo è un video di Friuli Venezia Giulia Turismo che ha ottenuto oltre 18.500 interazioni.
Uno dei temi più discussi è stato la sharing economy. ‘La possibilità di personalizzare a diversi livelli la propria esperienza di viaggio, controllando i costi, rappresenta la variabile con la quale i tour operator dovranno confrontarsi per poter competere in modo significativo all’interno di una industry dai caratteri molto liquidi. ‘ leggiamo nel post ‘BTO2015 il turismo analizzato con i big data’ .
In conclusione: il contenuto deve essere unico e l’esperienza sempre più costruita ad hoc come un vestito su misura.
Simo Pozzi @SIMO2