Pella, dove tutto ebbe inizio

Asia Brodini
Next Stop Salonicco
2 min readMar 24, 2019
Alessandro Magno, figlio di Pella — Ph. Martina Greco

Riuscite ad immaginare come una città, un tempo seconda capitale dell’Impero macedone nonché città natale del leggendario Alessandro Magno, sia oggi soltanto un piccolo villaggio di agricoltori? Effettivamente è quello che (possiamo dire purtroppo) è capitato a Pella.

L’Impero Macedone arrivava fino al fiume Indo

Nonostante ciò, i segni di quell’epoca gloriosa non sono stati completamente eliminati: infatti la città conserva ancora le rovine dell’agorà e del palazzo, dimora di Filippo II. Una gran parte dei resti è stata sfortunatamente dispersa sia per le debolezze del tufo, sia per il gran numero di furti delle pietre e delle materie prime, che gli abitanti hanno utilizzato per costruire le proprie abitazioni, prima dell’inizio degli scavi.

Tutto ciò che si è conservato nel corso degli anni è al momento costudito nel museo archeologico di Pella. Al suo interno si possono trovare i mosaici policromi delle domus, dai tipici colori macedoni ocra e rosso, ed una numerosissima quantità di anfore e vasellame, simbolo del fiorente artigianato della città e della sua industria.

Per le strade di Pella — Ph. Martina Greco

A pochi metri dal Museo, nel sito archeologico, si possono notare ancora le strade della città antica. Quella principale verso l’Oriente, fiancheggiata da quelle che una volta erano le botteghe, l’ospedale, i bagni pubblici e le due grandi case, chiamate Casa di Elena e Casa di Dionisio.

Il grande atrio in stile dorico e quello in stile ionico dedicato alla dea protettrice delle case, Vesta, nasconde sotto delle sue fondamenta un innovativo e moderno sistema di canalizzazione e depurazione dell’acqua. Questo carattere all’avanguardia fu uno dei tanti simboli della prosperità tipica dell’era imperiale, incarnata da Alessandro Magno da lì a poco, partendo proprio dalle strade di Pella.

di Asia Brodini e Daniele Giori

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