Pella, dove tutto ebbe inizio
Riuscite ad immaginare come una città, un tempo seconda capitale dell’Impero macedone nonché città natale del leggendario Alessandro Magno, sia oggi soltanto un piccolo villaggio di agricoltori? Effettivamente è quello che (possiamo dire purtroppo) è capitato a Pella.
Nonostante ciò, i segni di quell’epoca gloriosa non sono stati completamente eliminati: infatti la città conserva ancora le rovine dell’agorà e del palazzo, dimora di Filippo II. Una gran parte dei resti è stata sfortunatamente dispersa sia per le debolezze del tufo, sia per il gran numero di furti delle pietre e delle materie prime, che gli abitanti hanno utilizzato per costruire le proprie abitazioni, prima dell’inizio degli scavi.
Tutto ciò che si è conservato nel corso degli anni è al momento costudito nel museo archeologico di Pella. Al suo interno si possono trovare i mosaici policromi delle domus, dai tipici colori macedoni ocra e rosso, ed una numerosissima quantità di anfore e vasellame, simbolo del fiorente artigianato della città e della sua industria.
A pochi metri dal Museo, nel sito archeologico, si possono notare ancora le strade della città antica. Quella principale verso l’Oriente, fiancheggiata da quelle che una volta erano le botteghe, l’ospedale, i bagni pubblici e le due grandi case, chiamate Casa di Elena e Casa di Dionisio.
Il grande atrio in stile dorico e quello in stile ionico dedicato alla dea protettrice delle case, Vesta, nasconde sotto delle sue fondamenta un innovativo e moderno sistema di canalizzazione e depurazione dell’acqua. Questo carattere all’avanguardia fu uno dei tanti simboli della prosperità tipica dell’era imperiale, incarnata da Alessandro Magno da lì a poco, partendo proprio dalle strade di Pella.
di Asia Brodini e Daniele Giori