Una scelta libera per l’integrazione futura
I matrimoni misti hanno caratterizzato da sempre i Balcani. Oggi sono un fenomeno che potrà favorire la convivenza.
Amore e religione: la libertà passa anche da qui. In alcune città della Bosnia e dei Balcani, Sarajevo in primis, la percentuale di matrimoni misti è di poco inferiore a quella antecedente alla guerra (circa il 30% della popolazione).
Ma vi sono casi sorprendentemente positivi, in termini numerici, come quello di Tusla, che registra addirittura un aumento dei matrimoni misti nel dopoguerra, ma in altri luoghi la percentuale si è quasi totalmente azzerata.
I Balcani sono da sempre un territorio di incontro tra culture fra loro molto diverse: qui l’Europa continentale incontra i Paesi arabi e l’Oriente. Un costante confronto che in passato ha permesso un’integrazione socio-culturale superiore a qualsiasi altra area ad alta diversità etnica.
Qui, in una terra continuamente lacerata da conflitti, spesso ingiustificati, le donne e gli uomini hanno sempre tentato, al di là della politica, di convivere e rimanere uniti, evitando ulteriori contrasti.
Nei tempi successivi è però emerso un fenomeno che si oppone alla solidarietà e al confronto: il nazionalismo. Nel caso dei Balcani, esso è degenerato nel periodo tra il secondo conflitto Mondiale e le guerre di Jugoslavia. Un esasperato spirito di devozione alla propria patria, alla propria cultura e alla propria struttura sociale, che si trasforma in disprezzo e odio verso tutte le altre. Il valore unitario dell’umanità viene quindi minato da un sentimento di gerarchizzazione delle etnie.
Ogni Stato diventa per i suoi abitanti l’unico vero Stato, tutti gli altri si trasformano in nemici da combattere e dai quali allontanarsi.
Faris Focak è figlio di un “matrimonio misto”: il padre era musulmano e la madre Canita è a sua volta figlia di genitori di religioni diverse.
Alla domanda sul suo pensiero riguardo al matrimonio misto nei Balcani e in Europa, visto non politicamente ma da cittadino estraneo all’UE, Faris risponde deciso: “Lo vedo molto positivamente. I genitori devono lasciare liberi i figli di scegliere il credo religioso autonomamente. Durante la guerra dei Balcani i matrimoni misti sono sopravvissuti, dimostrandoci che l’amore può resistere a conflitti economici, politici e sociali, trasmettendo un messaggio importante”.
Faris parla di Srebrenica, luogo del genocidio del luglio ’95, dove si sono celebrati recentemente due matrimoni misti, sottolineando come essi siano una questione di apertura mentale, nonché una parte fondamentale del futuro della Bosnia e quindi dell’Unione Europea, Italia compresa. Forse anche noi dovremmo imparare dai cittadini balcanici: negli ultimi vent’anni la situazione italiana è radicalmente mutata, con influssi migratori che dovrebbero spingerci ad un’integrazione sociale di questo tipo e a pensare le unioni miste come una parte del nostro futuro.
Andrea Vaccari, Lorenzo Guindani, Riccardo Sturla
(Istituto Capirola di Leno)