“Questo popolo ha scelto la luce”
di Agnese Guerini, Mariachiara Bertussi, Camilla Zubani, Anna Bugatti, Cristiana Corini, Giulia Brentana
Voci dall’Ovest. Nella città che ricorda la ferita che la divise per 28 anni, incontriamo tre testimoni del giorno più significativo per la città.
Julia, nata e cresciuta nella Berlino ovest, riferendosi a quel rivoluzionario 9 novembre 1989, dice: “Per me era un giorno normale.” Il muro per lei era la quotidianità, visto con occhi distaccati senza che la situazione la toccasse in prima persona. “Dopo la caduta del muro, gli abitanti di Berlino Est venivano da noi con la convinzione che la vita fosse più facile e tutto fosse gratis. Solo allora capii le marcate differenze tra l’Est e l’Ovest”.
Quella sera, come molti altri, Walter era a casa, in lacrime guardando il muro che crollava travolto dalla forza di quei cittadini che per tanti anni aveva tenuti divisi. “Piangevo, anche se non vivevo a Berlino perché siamo un popolo. Wir sind ein Volk.”
Cristina, una studentessa di Hannover, a quei tempi era a Parigi per frequentare l’università. Del muro ha solo un ricordo: un viaggio angosciante nella Berlino occidentale durante il quale con alcuni amici era dovuta passare tra schiere di soldati. Non si sarebbe mai aspettata che la situazione mutasse cosi improvvisamente. Nonostante i diversi punti di vista ora sono tutti riuniti nella capitale a festeggiare quella giornata, che resterà sempre alla base della storia della loro nazione.
Il muro non è stato sempre uguale agli occhi di tutti. L’età, la condizione sociale, il lavoro, lo stile di vita, il luogo in cui si cresce, sono tutti elementi che portano a maturare opinioni diverse sulla realtà di quel tempo.
Un’altra voce la si legge sul chilometro di muro rimasto lungo la Sprea: “Ho dipinto il muro della vergogna affinché la libertà non sia più vergogna. Questo popolo ha scelto la luce dopo anni di inferno dantesco. Tieni Berlino i miei colori e la mia fede di uomo libero!”.