Van Morrison — Beautiful Vision (1982)

Silvano Bottaro
novalisuoni
Published in
4 min readJun 18, 2017

Dopo una pausa di riflessione, The Man è pronto a ributtarsi nella mischia e, coadiuvato da Pee Wee Ellis, Mark Isham, dal bassista Hayes e da una serie di fedeli musicisti, nasce Beautiful Vision — e la visione è davvero bella!

Profumi e sapori d’Irlanda si mischiano a liriche religiose in un’opera strutturata su classiche melodie morrisoniane condotte dal canto personalissimo dell’artista irlandese.

L’amore per i fiati, il rhythm and blues e l’apporto dell’orchestra, cornamuse e sintetizzatori, sensibilità e maestria, creano in questo disco delle “visioni sonore” facendone un’opera unica e profonda.

Due le novità presenti in questo lavoro, la prima è la presenza Mark Knopfler alla chitarra dove in diversi brani conferma le analogie tra Morrison e Bob Dylan, Knopfker infatti ha partecipato in Slow Train Coming, Shot Of Love e Infidels seguendo l’iter artistico-religioso di Dylan in tutta la sua compiutezza. La seconda novità è la presenza di un brano unicamente strumentale “Scandinavia”, che coadiuvato dal superbo lavoro al sintetizzatore di Isham, riesce a tratteggiare al pianoforte il paesaggio scandinavo in tutta la sua bellezza, dipingendo con dolce e struggente melodia quelle terre fredde e solitarie.

Dopo la “commercialità” di Wavelenght e lo sperimentalismo di Common One, Beautiful Vision conferma che l’artista è ancora non solo uno dei più importanti della scena rock ma soprattutto ha ancora molto da dire, infatti, nel prossimo futuro ci riserverà altri capolavori come No guru, no method, no teacher” del 1986.

Se i temi sono ossessivi nella loro ripetitività: l’Irlanda, il misticismo e l’amore, è la loro statura che rivela la grandezza dell’artista. Vediamo ora le dieci canzoni, tutte ‘rigorosamente’ riassunte in poche righe:

1. Celtic Ray — Brano semplice, regolare, facile da ascoltare. C’è un generale senso di tranquillità e le parole sono sicuramente una reminiscenza della sua giovinezza passata in l’Irlanda. La canzone ha un marcato senso di malinconia e gli strumenti si fondono in un sapore armonico grazie proprio ai suoni tipicamente irlandesi.

2. Northern Muse (Solid Ground) — Canzone lenta e graziosa, con un suono tipicamente ‘miscelato’ tra soul anni 1960 e musica celtica. Sempre presente la voce possente e sincera di Van Morrison che ancora una volta crea il ‘sapore’ della terra irlandese. E’ un brano delicato e soprattutto genera un sound spiritualmente edificante.
3. Dweller On The Thereshold — Il ritmo sale leggermente ma non troppo. Brano delicato con note malinconiche dove la voce di Van e le parole della canzone fanno da padroni. Il testo di natura estremamente spirituale, parla di ricerca di un terreno più alto… della nostra quotidianità terrena… dell’esistenza come illusione…
4. Beautiful Vision — Con un’introduzione superba, le percussioni gentili e i cori incredibilmente armonici questo è certamente una delle canzoni più profonde e meravigliose di Morrison. Il brano descrive ‘un viaggio’ all’interno delle nostre menti, il suono intrecciato al testo è puramente spirituale, ma la ‘fede religiosa’ non c’entra.
5. She Gives Me Religion — Altro brano piuttosto lento, rilassato, canzone soul in cui Van, ancora una volta con le parole ci riporta nel mondo dei suoi ricordi personali, filo conduttore di tutta questa opera musicale. E’ molto probabilmente un ricordo d’infanzia una celebrazione alla natura e allo stesso tempo un messaggio all’uomo.
6. Cleaning Windows — Brano intenso e significativo, un ricordo appassionato di Van al suo primo lavoro come lavavetri a Belfast. La melodia e le parole, anche se molto semplici, hanno un forte senso di riscatto, il passaggio da normale operaio a uno dei cantautori più prolifici e rispettati. La storia di un ragazzo irlandese.
7. Vanlose Stairway — Altro pezzo delicato e profondo che esplora l’animo e la sua esistenza. Un Van lacrime e voce che da un senso all’essere e alla passione. La canzone è attraversata da ha un tema spirituale (forse religioso), non semplice da ‘cifrare’, Van la descrive come arrivare fino alla luna… Potrebbe essere una sorta di ‘karma’? 8. Aryan Mist — La melodia cadenzata e accattivante manda come un segnale che qualcosa deve accadere. Un viaggio in treno attraverso la campagna celtica, un viaggio interno alla nostra vita. Le parole misteriose, poetiche e con sfumature spirituali, trasmettendo un profondo senso di ricerca interiore.
9. Across The Bridge Where Angels Dwell — Brano molto dolce e rilassante tipicamente ‘marchiato’ Van Morrison dove la malinconia è palpabile. La sua voce è morbida, e le parole sembrano protendersi verso qualcosa di simile all’estasi, un benessere più ‘osservato’ che partecipato. Probabilmente la canzone più sottotono.
10. Scandinavia — Con l’apertura di un sintetizzatore lento ma potente, questo è l’unico brano strumentale e il primo della sua carriera. Van suona al pianoforte la melodia portante, e il resto della band si unisce in questo brano ‘sognante’, fluttuante, etereo. Una canzone perfetta per riassumere e chiudere quello è uno degli album più profondi e spirituali mai registrati.

Appare evidente come in Beautiful Vision la religiosità adombrata nelle sue liriche sia difficilmente collocabile in una precisa dottrina, la spiritualità di Morrison è infatti legata all’osservazione dell’immaginario attraverso la comune e quotidiana esperienza di vita. Questo è il messaggio essenziale dell’album. I testi e le musiche hanno lo straordinario potere di riuscire magicamente a trasmetterlo.

via | https://artesuono.blogspot.it

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