Who wore it better?

Il nuovo logo di Mozilla è uguale al nostro. Ma non siamo per niente arrabbiati ;)

Non sempre un output simile significa che qualcuno ha copiato qualcun altro, le buone idee si diffondono come un contagio. E un’agenzia relativamente piccola è in grado di progettare soluzioni che si rivelano ideali anche per un brand globale. Serve solo un’occasione per dimostrarlo.

Roberto Maggio
Published in
3 min readJan 24, 2017

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Applicare a se stessi, senza compromessi il metodo che si propone al mondo, portare il proprio posizionamento alle sue logiche conseguenze è una scelta di integrità a volte difficile, ma che può condurre a scoperte inattese e produrre risultati notevoli. Non sono molte le aziende che hanno avuto il coraggio di seguire questa strada; Mozilla l’ha fatto con una coerenza ammirevole, aprendo la scatola nera del brand e condividendo, con un approccio collaborativo e open-source, la costruzione della sua nuova identità di marca con l’intera community del web nel corso degli ultimi mesi.

Innanzitutto, un nuovo logo. Semplice, memorabile, flessibile. Che, soprattutto, incorpora in modo intelligente un concetto.

Come scrive il direttore creativo di Mozilla, Tim Murray, nel post del corporate blog in cui presenta la nuova brand image:

Our logo with its nod to URL language reinforces that the Internet is at the heart of Mozilla. We are committed to the original intent of the link as the beginning of an unfiltered, unmediated experience into the rich content of the Internet.

Splendido. Un’idea creativa che ci piace moltissimo. Così tanto che un logo che incorpora i due punti e il doppio slash del protocollo http l’avevamo già fatto. Un anno fa. Per Molecle, la sister company di Enhancers focalizzata sul coding.

We did it before.

Se per Mozilla i simboli :// sostituiscono le lettere “ill”, nel nostro caso danno vita a un inedito emoticon, che funziona anche come brandmark, separato dal nome dell’agenzia.

L’allusione all’espressione di un volto è la rappresentazione grafica della tagline: Code for humans. La vocazione di Molecle, infatti, è a quello che potremmo chiamare “human-centered development”: un approccio alla programmazione che intende preservare e abilitare l’esperienza utente, così come è stata progettata. Realizzare siti web e applicazioni che siano davvero peopleproof.

Tra parentesi, non è la prima volta che ci capita. Il trattamento “ribbon” della E nel logo di Enhancers — che evoca una molla, un movimento verso l’alto — torna pressoché identico, un po’ di tempo dopo, nella W di Webank.

Certo, anche il logo di Medium…

Chiamateci anticipatori. In ogni caso, non è certo nostra intenzione renderci ridicoli sottintendendo un plagio; siamo al contrario felici di vedere convalidata una nostra soluzione in modo così eclatante e, in fondo, gratificante.

Piuttosto, ci piace pensare che questa sia l’ennesima prova a sostegno di una nostra profonda convinzione, ovvero che non necessariamente per soddisfare le esigenze di big corporation e global brand occorrano consulenti altrettanto huge. È il peso specifico delle idee a contare. E il modo in cui vengono eseguite.

Roberto Maggio è Partner, Brand Architect e Head of Content presso Enhancers, segnala trend e prodotti di ogni tipo a più di 53.000 follower su Fancy, ha insegnato e insegna digital marketing e growth hacking allo IED, all’Università Cattolica di Milano e nel corso di Mobile App Design dell’ITS ICT a Torino.

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Roberto Maggio
Nulla di personale

Product writer and hype engineer. Formerly partner, Director of Content, Head of Verbal Design at Enhancers.