BYOD: lo spirito è pronto ma la carne è debole

Francesco Leonetti
Nuovi Media NuovaMente
3 min readJan 27, 2018

ovvero come far fallire l’uso degli smartphone e dispositivi personali a scuola

frontespizio del “decalogo” del MIUR che disciplina l’uso del cellulare a scuola

Dopo l’uscita da parte del MIUR del “decalogo” sull’uso dei device personali a scuola, da molti riassunto come “il cellulare a scuola”, si è scatenata la fiera del “signora mia, dove andremo a finire”.

Ne hanno parlato un po’ tutti, alcuni a proposito, molti altri a sproposito.

Mi ci sono messo anch’io, telefonando alla trasmissione radiofonica “Prima Pagina” di Radio3, tra le mie preferite:

Sinceramente, mi riesce davvero difficile capire come essere contrari all’uso a scuola di dispositivi con: accelerometro, giroscopio, gps, connessione wifi e/o 4G, telecamera ad alta risoluzione, sistemi di archiviazione e annotazione multimediale, sistemi per la produzione di testi e video, animazioni, produzione e composizione musicale, eccetera, eccetera (ci vorrebbe un eccetera al quadrato, anzi al cubo). Tutto in un unico oggetto.

Un insegnante appassionato e competente, con questa strumentazione può promuovere attività laboratoriali ad esempio di studio della matematica, chimica, scienze e fisica, può far produrre ai ragazzi animazioni in stopmotion, cortometraggi, siti web, insomma, realizzare quella che in gergo tecnico si chiama: “didattica per competenze”.

Una manna per docenti e studenti. Opporsi a tutto ciò, reclamando l’uso di carta, penna e calamaio, è da irresponsabili, nel migliore dei casi, e comunque segno di totale incompetenza.

Dunque, passo oltre. Non discuto il BYOD. È cosa buona e giusta ed è un bene che finalmente la scuola italiana abbia avuto dal Ministero un indirizzo e un segnale chiaro e forte a riguardo.

Complimenti al ministro e alle commissioni che ci hanno lavorato.

Andiamo avanti.

Cosa ci vuole affinché l’uso dei dispositivi personali a scuola funzioni e sia davvero efficace?

  • docente preparato
  • infrastruttura adeguata
  • sistemi di gestione del BYOD

Sul primo punto (docente preparato), ci si affida alla formazione. Il PNSD (Piano Nazionale Scuola Digitale) ha investito moltissimo nella formazione. Non ci resta che sperare che l’iniziativa dia i risultati attesi, ovvero sperare nelle generazioni successive di insegnanti.

Il secondo punto (infrastruttura adeguata) è una nota dolente e atavica, che non riguarda solo la Scuola ma tutto il sistema Italia. Siamo indietro con la connettività, molto indietro. In particolare a scuola. A nulla serve dimostrare l’efficacia del nuoto, proporre corsi di nuoto, se poi non si ha nemmeno l’acqua per riempire le piscine.

Ma queste sono difficoltà note, verso le quali, bisogna dare atto, si sta facendo molto e tutto sommato possiamo ben sperare.

Il terzo punto, invece (sistemi di gestione del BYOD), è probabilmente il problema meno noto e sentito, ma che prevedo diventerà più acuto e cruciale man mano che davvero si comincerà ad usare dispositivi personali (smartphone, tablet, etc) a scuola.

Portare a scuola il proprio cellulare, infatti, porta anche una serie di problemi:

  • controllare che non se ne faccia abuso
  • consentire l’utilizzo solo di determinate applicazioni
  • consentire l’utilizzo di applicazioni acquistate dalla scuola e che devono essere installate sul dispositivo personale dello studente e del docente
  • e così via

Sono questi i problemi risolti dai cosiddetti MDM (Mobile Device Management, ho linkato la pagina Wikipedia in inglese del termine, perché non esiste ancora la versione italiana, come volevasi dimostrare, appunto).

Quante scuole sono dotate di sistemi MDM? Quante hanno il personale tecnico sufficientemente preparato per amministrare questi sistemi? Deve essere un servizio gestito internamente dalla scuola o affidato ad una agenzia/società esterna?

Consiglio sommessamente al MIUR di prevedere, oltre all’apertura del BYOD a scuola, iniziative e risorse per rendere il tutto semplice, efficace e agile.

Temo infatti che la cattiva gestione di queste problematiche possa portare a dire: “ecco, vedete, un disastro. Ridatemi il gessetto, per favore. E mettete negli zaini il cellulare”.

Insomma, lo spirito è pronto ma la carne è debole.

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Francesco Leonetti
Nuovi Media NuovaMente

Esperto in tecnologie web e nell'uso didattico del web. Autore e sviluppatore di www.epubeditor.it (sito personale: www.francescoleonetti.it)