Francesco Leonetti
Nuovi Media NuovaMente
2 min readNov 20, 2017

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Legge meglio così o così?

L’ennesimo articolo sull’inutile confronto tra lettura digitale e lettura cartacea.

Dopo aver letto l’ultimo articolo, segnalato provocatoriamente sui giri Facebook da Roberto Maragliano, ormai mi sono convinto: un contenuto pensato per la carta, progettato per la carta, realizzato per la carta, si fa leggere meglio sulla carta che in digitale.

Se ne facciano una ragione i possessori di Kobo, Kindle, Sony, Apple, Samsung, eccetera. Ma in effetti Tolstoj non pensava a questi dispositivi quando scrisse “Anna Karenina” e pur insistendo a leggerlo in digitale, l’effetto che fa è indubitabilmente cartaceo e un po’ se ne sente la mancanza, della carta, per non parlare dell’odore.

Mi piacerebbe però che, per una volta, si facesse una ricerca nell’altro verso. Un contenuto pensato in digitale, progettato in digitale e realizzato in digitale, confrontarlo con un suo adattamento in cartaceo. Ok, azzardo, ma secondo me “vincerebbe” il digitale.

Il punto è che, lasciando perdere il sarcasmo, a mio modestissimo avviso, non ha senso confrontare i prodotti in questo modo. È come confrontare un cavallo con un’automobile. Per fare una passeggiata a cavallo, il cavallo è il mezzo ideale, l’automobile è goffa e inadeguata in un sentiero per i boschi. Per fare un viaggio in autostrada da Andria a Trento, l’automobile è meglio. Eppure nell’automobile il cavallo è ancora presente, ma come metafora. Allo stesso modo il “book” in ebook è metafora del libro. Dovremmo tenere distinti la metafora dall’oggetto reale, altrimenti si cade in questi inutili confronti dall’esito scontato.

Per me, “Anna Karenina” in versione ebook, che riproduce su Kindle pari-pari le pagine del romanzo così come uscito dalla piuma d’oca di Tolstoj, non è un ebook, è un libro. Letto in digitale, ma pur sempre un libro.

Altra cosa sono/dovrebbero essere i libri pensati, progettati e realizzati per il digitale, oltre che in digitale.

Un esempio lo fornisce Gino Roncaglia, segnalando, sempre sui giri Facebook (poi dice che su Facebook si perde tempo) un interessante intervento di Stephen Wolfram sui “saggi computazionali”, per non parlare delle “Poesie Elettroniche” di Fabrizio Venerandi. Ecco, provate a fare un test tra i fruitori di questo tipo di oggetti in digitale e la loro versione in cartacea (se solo se ne riuscisse a fare una versione cartacea sensata).

Insomma, sono cose diverse, non confrontabili e neanche in competizione, piuttosto dovrebbero aiutarsi reciprocamente, se solo smettessimo di affrontare la questione con tifo calcistico.

D’altra parte, se avesse davvero ragione la ricerca, l’oculista non dovrebbe farci riconoscere le lettere su schermi in plexiglass retroilluminati, bensì chiederci: “legge meglio così o così” mostrando cartelli cartacei, un po’ come Bob Dylan in “Subterranean Homesick Blues

Stai a vedere che sto indossando gli occhiali per una diagnosi sbagliata?!1!

legge meglio così o così? (Bob Dylan, perdonami)

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Francesco Leonetti
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Esperto in tecnologie web e nell'uso didattico del web. Autore e sviluppatore di www.epubeditor.it (sito personale: www.francescoleonetti.it)