Perché utilizzare il digitale a scuola

Pietro Gavagnin
Nuovi Media NuovaMente
2 min readOct 15, 2017

Durante la mia attività di formatore, talvolta mi si rivolge una domanda che mi fa sempre pensare: forse non sono stato abbastanza chiaro, oppure non mi sono spiegato bene, oppure ancora: forse dovrei impostare il lavoro con i corsisti in maniera diversa.

Il quesito che mi viene posto è il seguente: a che pro? oppure: cosa ne facciamo poi, (una volta finita l’attività, voglio dire) con i “manufatti digitali” costruiti dagli studenti?

Beh, dispiace in qualche modo dirlo, ma di ciò che si costruisce con gli studenti quasi sempre non ce ne facciamo proprio nulla! Voglio dire che il manufatto digitale (e la tecnologia in genere) non è mai il fine ma il mezzo. La tecnologia mi permette di far manipolare la conoscenza, di far “impastare” le informazioni, insomma far “compiere” agli studenti (compiere è parola che mi piace pensare abbia stessa radice di “competenza”) azioni che altrimenti sarebbe molto più difficile far fare loro.

Un tempo si usavano lavagne d’ardesia, cartelloni di cartoncino e giornali e forbici, colla e colori. Oggi si usa di più la tecnologia non solo perché con essa si riescono a fare le stesse cose che si facevano prima con strumenti “analogici” (lavagne, carta, colori, etc.) ma perché con essa si può fare di più, meglio, più efficacemente, più efficientemente. E perché si utilizzano strumenti più vicini alla sensibilità e ai linguaggi degli studenti.

Dunque non importa ciò che costruiscono gli studenti digitalmente: talvolta il loro manufatto è buono, talaltra riesce meno bene…. non importa. La cosa che vale veramente per l’insegnante è ciò che nel suo farsi è stato fatto, che non è un oggetto ma il processo, l’attività messa in campo per costruire quel determinato oggetto, l’attività cioè per la quale si sono dovute mobilitare abilità, conoscenze, informazioni, passioni, volontà, relazioni, etc.

E’ proprio da questa consapevolezza che ogni volta che inizio un nuovo corso come formatore per i docenti miei colleghi, leggo velocemente alcune cosiderazioni che molti anni fa (nel 2001 !!) Don Tapscott faceva rivolgendosi alla nuovo didattica che allora già si prefigurava:

I ragazzi della net generation stanno cominciando a elaborare l’informazione e ad apprendere in modo diverso dai loro genitori. I nuovi strumenti mediali contengono una grande promessa per un nuovo modello di apprendimento, fondato sulla scoperta e sulla partecipazione. […]. Il passaggio da un ruolo di ricevente passivo, secondo il modello proprio della trasmissione radiofonica, a quello di partecipante attivo in seno a un modello interattivo costituisce la pietra angolare della net generation. I ragazzi sono decisi a essere utenti, non semplici spettatori o ascoltatori. (Don Tapscott, Critici, smaliziati, sicuri di sé vogliono imparare divertendosi,In Telèma, Primavera 2001)

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