Mutant Chronicles: wannabe WH40K o valida alternativa al solito grim dark scifi?

Marco Valle
Obaka79
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6 min readMay 10, 2024

Mutant Chronicles… Molta gente, con una buona dose di spocchia, considera questa l’ambientazione come “la sorella scema” di Warhammer 40.000. Anzi, la cugina scema, dato che la sorella di sangue è attualmente Age of Sigmar e Old World fantasy.

Nonostante le malelingue, l’universo di Mutant Chronicles invece non è affatto male, sempre se vogliamo tenere a mente che si tratta della risposta svedese al cupo universo immaginato dagli inglesi di Nottingham.

Fanboysmi a parte, l’unica vera pecca di questo suggestivo brand è stata, perlomeno in Italia, il fatto di essere stato pubblicato alla fine dei roboanti anni ’90, dalla Hobby & Work, casa editrice da edicole selvaggi e, capace di far uscire ”Costruisci il tuo sommergibile nucleare in ottentordici uscite quindicinali”, ognuna delle quali, tolte la prima e la seconda, con un prezzo oscillante tra i due e i quattro mila euro. Così, per la gloria.

Roba che, va detto, solitamente viene interrotta dopo un 20\50 uscite per manifesta non cagabilità popolare. In pratica un fallimento annunciato. La cosa dunque, non tende a inspirare troppa fiducia…

Mutant Chronicles, per fortuna, non sembra però rientrare in questa macro categoria. Stiamo parlando comunque di un ottimo prodotto!

L’ambientazione, manco a dirlo, è squisitamente tecno fantasy, con una civiltà umana degenerata in senso morale ma non tecnologico, che ha sbagasciato per bene il nostro vecchio e caro pianeta e che, e qui viene in bello, si è suddivisa in 5 spettacolari Megacorporazioni, facenti ormai funzione degli Stati nazionali e dei vari cliché culturali. Sui campi di battaglia troviamo dunque:

La Capitol, ovvero quando la Murrica (America} del sogno ammeregano, che si stanzia in maniera prepotente tra le rosse sabbie di Marte per fondare San Dorado, la città delle opportunità. I ragazzi qui, col capitalismo più sfrenato come credo, sono decisamente tra le meglio in fazioni da seguire.

I Mishima o, per meglio dire, un gigantesco cartello di Zaibatzu della Yakuza unite sotto un unico vessillo e con manie di grandezza che avrebbero fatto buttare Oda Nobunaga sotto un treno. Tecno bushi a bestia, con un controllo pressoché completo dell’assolato Mercurio, e unità d’assalto davvero toste e ben caratterizzate.

Passiamo ora ai barocchismi Bahuaus. Ovvero l’Europa Unita a guida tedesca. Maestri dell’industria pesante e dai gusti squisitamente pacchiani, dovuti anche a una robusta dose di influenze italiche, i Bahuaus dominano le giungle impenetrabili di un pianeta Venere terraformato da un fans sfegatato di Apocalypse Now.

Gli Imperial, ovvero i legittimi eredi dell’Impero Britannico, con uno dei migliori eserciti in circolazione e la fama di ubriaconi attaccabrighe. Gli Imperiali hanno messo le radici sulla Fascia Asteroidale, e dettano legge coloniale come si deve dal planetoide Victoria. Chiunque mi conosca, sa perfettamente che la mia devozione va a loro. Statevene. Il fatto che, assolutamente in maniera accidentale, abbiano risvegliato l’Oscura Simmetria, sono soltanto fake news diffuse dai malvagi social.

La Cybertronics, che prende forma dai capitali fuoriusciti dalle altre corporazioni. E introduce nel l’ambientazione un elemento cyberpunk, di non poco conto, che prima mancava. Oltre che a tanti bei Terminatore craccati e Robocop di provincia.

La Fratellanza, ovvero Don Camillo che ha fatto a pezzi Peppone a colpi di fucile mitragliatore e che ora governa Brescello dalla sua Cattedrale Inviolata dei santi Martiri del Sistema Solare. O qualcosa del genere, fatto sta che ci sono preti e frati che se la girano armati fino ai denti per combattere il male. Che non è detto sia quello che intendi tu…

E, per finire in bellezza, l’Oscura Simmetria, ovvero gli Dei del Chaos di Warhammer, ma riveduti e corretti secondo una nuova tradizione molto meno pregevole dell’originale, va detto), con tanto di Demoni, Sotto demoni e invasati assortiti.

In pratica, come avete potuto notare, una sorta di ”universo parallelo” a quello della Games Workshop, in grado comunque di regalare le sue personali gioie.

Ho trovato tempo fa il boxed set a pochi spiccioli, contenente manuale delle regole e volume di ambientazione per il giocatore, comprensivo anche di un set di dadi talmente ignorante da risultare figo, alla sua maniera. Oltre a questo, nell’offerta c’erano pure i tre volumi dell’opera a fascicoli uscita nelle edicole, già rilegata in un elegante formato cartonato, che male comunque non fa.

Mutant Chronicles è, in soldoni, un’ambientazione davvero degna di nota. Ovviamente ha risentito del successo avuto dal suo principale, e più dettagliato, concorrente.

Ciò non toglie che i prodotti a marchio Mutant Chronicles possano comunque essere validi, a partire da Doom Troopers, nome che andava ad identificare sia un gioco di carte collezionabili (uno dei pochissimi giocati in maniera intensiva dal sottoscritto!) sia un wargame tabletop, forte di una serie di miniature molto fighe e trasudanti l’ignoranza tipica degli anni ’80 e ’90 fino al film del 2008 , a sua maniera pregevole, passando anche per un interessante run’n’gun per SNES e Sega Megadrive o Genesis, che dir si voglia. Doom Troopers che si presentava come una sorta di “Contra Like” come gameplay o, forse più precisamente ancora, “Metal Slug Like”. O almeno, così mi è sembrato giocando il titolo in questione.

Uscito nel 1995 ad opera di Adrenaline Entertainment, questo appagante sparatutto ci faceva vestire i fighissimi panni di un operativo Capitol o di un Ussaro Bahuaus, in pratica l’americano o il tedesco. Oltre all’immagine a schermo, i due baldi giovani corporativi si differenziavano anche nel modo, sempre calmo e pacato comunque, di approcciarsi agli otto livelli pieni pieni di mob incazzati come iene che compongono il gioco. Il Capitol, da buon americano, prediligeva sparare per primo e ridere per ultimo, e quindi puntava su agilità e ratio di fuoco, mentre l’Ussaro tedescofilo era sicuramente più lento, sia a correre che ha sparare, ma a livello di potenza di fuoco era uno spettacolo. Così uguali ma così diversi, come piace a noi, e Marco e Tarma muti.

Quindi si correva, si saltava e si sparava, con una robustissima dose di gore a condire il tutto, che male non fa mai, assolutamente. Un bel gioiellino, magari non conosciutissimo, ma senza dubbio da recuperare. Fatelo, si trova facile anche per vie legali.

A quanto ne so al momento, non è che ci sia una grossa produzione di nuovo materiale su Mutant Chronicles. Sicuramente esistono community di appassionati, il franchise ha anche ricevuto una discreta trasposizione cinematografa nel 2008, ma dopo di ciò il tutto è sparito dai radar, perlomeno dai mie. Un marchio oggi lasciato in rovina, ma che meriterebbe sicuramente una seconda chance.

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Marco Valle
Obaka79
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Scrivo di videogames, cultura pop e fatti insoliti. Faccio pure podcast e, nonostante giochi ai videogiochi dal 1987, non sono diventato un serial killer.