[APPerò] Steller

Massimiliano Gallo
Old man yells at cloud
2 min readMar 28, 2014
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Ogni giorno, sia per lavoro che per piacere, mi ritrovo a navigare su una buona decina di siti ciclicamente.
Capita spesso che in uno di questi vengano consigliate delle App carine, divertenti e scacciapensieri.
Melamorsicata, nato, cresciuto, gestito, scritto, recitato e direto da Kiro, è un sito che tratta di tutte le novità della, indovinate?, Apple e il mondo che gli gira intorno.
News, rumor, gadget, Samsung, Giudici Coreani, NSA e ovviamente, una marea di app.
Ma è molto più famoso del sottoscritto e se non lo conoscete, mi spiace dirvi che siete degli Apple-Hater (perché l’ho deciso ora in maniera arbitraria).

Steller l’ho scoperto così.

“Tutti hanno una storia da raccontare” ci dice il sito ufficiale.
Anche nella più banale delle giornate, un racconto c’è sempre.
Chissà, potrebbe essere un preludio ad una serata incredibile o un semplice esperimento culinario, tutto quello che ci capita di giorno in giorno può essere una storia da poter essere raccontata.

Steller ci fa creare piccoli racconti attraverso foto, video e testo, unendo il tutto come se fosse una rivista da sfogliare.
IL nostro racconto viene poi condiviso sull’applicazione in maniera pubblica, a disposizione di tutti gli utenti che potranno leggerlo, salvarlo tra i preferiti e condividerlo.

Per ora è piuttosto vuoto, ma essendo potenzialmente una trappola per hipster, bisogna solo aspettare.
In fondo anche su Hipstergram si era in cinque all’inizio.
È facile da usare e ha bisogno solo della vostra fantasia per funzionare, oltre che una minima comprensione dell’inglese.
Ad oggi, infatti, è interamente nella lingua d’Albione, ma credo che con la diffusione arriverà anche la localizzazione in italiano.

Vi lascio con un esempio di come può venire fuori una storia e vi ricordo che Steller la potete scaricare solo su dispositivi iOS da questo indirizzo.

Ho scaricato l’app dallo store una settimana fa, più o meno, e me ne sono ricordato mentre facevo foto a caso durante i due giorni a Sauxe, montando l’intera storiella in meno di un quarto d’ora.

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