Borderlands 2

Massimiliano Gallo
Old man yells at cloud
4 min readJan 10, 2013

Del primo Borderlands mi innamorai perdutamente con un paio di anni di ritardo, su consiglio di un amico che ci passava le ore maledicendo gli skag e i formiragni.
Lo comprai nella sua versione PS3 in edizione GOTY, quella con tutti i DLC inclusi, e mi ritrovai catapultato nella versione western di un pianeta futuristico, con banditi, animali esotici, dottori finti e dottori veri, mercanti d’armi e chi più ne ha, più ne metta.
Tutto ciò era condito da una grafica cell shading grandiosa, dettagliata e mai banale.
Ci passai un anno, giocandolo al cazzeggio tra uno Zelda e un Mass Effect, mentre il seguito veniva svelato poco a poco, nutrendo con amore la scimmia che aveva preso residenza sulle mie spalle.
Per inciso, lo finii a settembre 2012, giusto in tempo per l’uscita del secondo capitolo.

Cosa ci aspetta, quindi, inserendo Borderlands 2 nel tray della nostra macchina da gioco preferita?
Una piccola introduzione ci narra della scoperta della Cripta ad opera di quattro eroi ora svaniti tra i deserti di Pandora, e di come l’apertura di questo leggendario luogo abbia scatenato la crescita di un nuovo minerale, l’Eridium, su tutto il pianeta.
Tale minerale, rarissimo e prezioso, ha attirato l’Hyperion Corp. che vuole scoprire altre Cripte sparse per il pianeta per soggiogare la potentissima creatura al suo interno.
I nostri eroi ci vengono presentati durante un viaggio su di un treno, immediatamente prima dell’attacco degli sgherri di Jack il Bello, capo della Hyperion, che li vuole far fuori a tutti i costi.

Ognuno dei quattro protagonisti rappresenta una classe selezionabile: abbiamo Salvador il Gunzerker ovvero il tank nudo e crudo, Maya la Sirena, con abilità soprannaturali, Zero, il numero l’assassino e Axton il Commando, l’uomo “medio” del gruppo.
A seconda della classe scelta si avrà un’abilità speciale: Axton crea una torretta automatica che spara ai nemici, Zero genera un ologramma e diventa invisibile, Salvador imbraccia due armi di qualunque tipo mentre rigenera proiettili e salute e Maya blocca i nemici in un’altra dimensione per qualche secondo.
Con un DLC è stata aggiunta una quinta classe, Gaige la Mechromancer, che può evocare un robot combattente al suo fianco.

Gaige, la Mechromancer. Dite ciao e presentatevi.

Una volta fatta questa scelta comincia il gioco vero e proprio.
Un fenomenale mix tra uno sparatutto in soggettiva e un gioco di ruolo, con tanto di sistema di livelli, skill tree ed equipaggiamenti che vi farà girare la testa per tutte le variabili accessibili.
Sì, perché il bello di Borderlands 2 è l’enorme varietà di armi disponibili: essendo generate casualmente difficilmente vi capiterà di incrociare due armi identiche.

Le casse del Loot vi diventeranno familiari. MOLTO familiari.
Tip: è il posto migliore per cercare nuove armi, lasciate perdere quelle droppate dai nemici comuni.

Il gioco va a limare tutti i difetti del primo episodio, tra cui la monotonia delle missioni secondarie e la navigabilità dei menù, offrendo allo stesso tempo una giocabilità uguale al suo predecessore.
Una mappa enorme da esplorare, un sacco di NPC con cui interagire e una navigabilità eccelsa sono i punti di forza del gioco.
Le ambientazioni sono varie e sempre ben caratterizzate, con le diverse città che si vanno ad esplorare che hanno tutte uno stile diverso, alcune più vicine a quella frontiera americana di fine ‘800 ed altre più squisitamente futuristiche, il tutto portato alla vita dal cell shading più bello dai tempi di Zelda Wind Waker.
Ogni dettaglio è disegnato con maestria, spesso rendendo increduli di quello che si ha di fronte.
Tutto, dai personaggi ai singoli pulsanti interattivi è ricco di dettagli, effetti di luce e texture dettagliatissime, rendendo ogni schermata uno spettacolo da vedere e in cui immergersi.

Và che panorama!

La vastità del gioco e la quantità delle missioni secondarie portano la longevità del titolo intorno alla quarantina di ore, in cui non ci si annoia mai.
Ovviamente a tirare dritto per la missione principale il gioco si esaurisce in una decina di ore, ma sarebbe come giocare a Skyrim per la storia e non per il gusto di esplorare le varie zone del mondo.

A titolo informativo, sono già uscite due espansioni, Capitan Scarlett e il suo Bottino dei Pirati e Massacro di Mr. Torgue, su cui però non sono riuscito ancora a posare le manine, ma da quel che si legge in giro sono delle espansioni che possono essere affiancate, per bontà dei contenuti e longevità, a quelle del primo Borderlands.

Tirando le somme, il gioco è fenomenale, divertente e vario quanto basta per non annoiare mai.
L’acquisto è quasi obbligatorio per tutti coloro in cerca di un’avventura lunga, spassosa e carica di quell’humor nero che sta andando un po’ perduto in questo media.

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