In Elite Dangerous sei ancora un novellino dopo 100 ore

Massimiliano Gallo
Old man yells at cloud
6 min readMar 15, 2021
Credit: green_croco da reddit

Rivedere e correggere un articolo è una questione complicata. Bisogna avere un po’ il momento giusto, la concentrazione, cogliere l’attimo e non aver paura di scombinare qualcosa che davi per concluso. Se poi in mezzo si infila quel pensiero ossessivo che ti fa dire “Ancora cinque minuti” e ti ritrovi a minare nello spazio una fascia d’asteroidi per un’ora, preso dal sacro fuoco della scoperta di una nuova meccanica, la questione potrebbe farsi particolarmente lunga. Esattamente quello che mi è capitato poco fa. Risultato: è nata questa introduzione un po’ sconclusionata. Che non è necessariamente un male, ma vi fa capire quanto io sia infognato e contemporaneamente un principiante su Elite Dangerous.

È così che mi sento ogni volta che lo avvio. Sperso e soverchiato dalla mole di statistiche, equipaggiamento, missioni, superpotenze, alleanze e soprattutto di sistemi planetari.
Elite è un gioco enorme, letteralmente una galassia aperta dove poter girare in totale libertà, tra fasce d’asteroidi e buchi neri, infinito nelle sua possibilità, ma contemporaneamente limitato nei ruoli da ricoprire.

Potrei stare a parlare per ore dei viaggi incredibili che ho fatto in questa galassia, delle mille volte che mi hanno fatto esplodere la nave, del mio essere totalmente inadeguato al combattimento. Riuscire a spiegare il fattore che ha fatto click dentro di me è complicatissimo. Da semplice voglia di guidare una navetta spaziale è nata una passione genuina, tanto da guardarmi mille video di gente evidentemente inabile nel parlare, ma che spiega alcuni passaggi del gioco che ancora mi sfuggono o che non ho approfondito. Nell’ultima settimana il mio passatempo preferito è stato recuperare scatole nere abbandonate nello spazio in seguito a combattimenti tra un sistema e l’altro. Tutto pur di raggiungere il mio obiettivo: avere l’accesso al sistema di Sol, quello su cui tutti viviamo, quello che dove si trova il nostro bel pianeta.

Ho cominciato a giocarci qualche anno fa in seguito ad un acquisto scatenato da un altro gioco. Destiny ti sbatte in faccia la tua navetta per girovagare tra un pianeta e l’altro, eppure non ne hai mai il controllo, rimane lì come l’oggetto del tuo status e niente di più. Vedere continuamente quelle astronavi così sexy e interessanti mi ha sempre fatto desiderare poter volare liberamente nel sistema Solare per atterrare nei luoghi degli scontri con i Vex, i Caduti, i Cabal e compagnia bella. Ma è solo un eye candy, non ci si può fare assolutamente niente e la cosa mi creava un costante fastidio. E poi scoprii Elite. Giocai al titolo con una certa frequenza all’inizio, per poi lentamente abbandonarlo, riprendendolo di quando in quando qualora mi venisse voglia di vedere scenari spaziali pazzeschi.

La curva d’apprendimento è ripidissima, il gioco ti sbatte letteralmente in una stazione spaziale e ti dà una pacca sulla spalla dicendo “Questo è tutto tuo, divertiti”, senza spiegare nulla e lasciandoti la libertà spaziale di andare dove si vuole. È solo allora che ti accorgi di quanto un tutorial sarebbe stato utile. E torni al menù principale per selezionarlo con un po’ di mestizia. Ma anche i tutorial sono complessi, nonostante siano lì per insegnare le basi. Niente di impossibile, sia chiaro, ma Elite è quel genere di gioco cui bisogna prestare attenzione, specie all’inizio. Quando alcune procedure entrano nella routine mentale, tutto diventa quasi automatico, immediato, tanto da far esclamare “Ah! Ma come facevo a ritenerlo così complesso prima?”.

Eppure, dopo più di cento ore, sento di essere a malapena capace di far atterrare la mia nave su una stazione spaziale, che sia piccola o grande. La ricerca continua di informazioni su come affrontare le missioni più avanzate, il miglior modo di commerciare, le tattiche e tecniche di combattimento lo rendono una fonte infinita di distrazione dalla produttività. Anche fuori dal gioco, ho cominciato a passare il mio tempo sul reddit ufficiale, sul database dei sistemi e delle merci, sul configuratore delle navi. Nel tempo libero cerco informazioni sui migliori sistemi dove aumentare la mia reputazione con quella fazione, la Federazione, sia per il mio obiettivo personale che per allargare la mia conoscenza del gioco. Il Lore è esplicitato all’interno del Galnet News, una sorta di radiogiornale intergalattico che ci aggiorna sulle ultime novità della galassia. Le guerre, i conflitti, ma anche gli incontri diplomatici, le chiamate di soccorso per gli eventi più grossi vengono annunciate tramite il Galnet, ma qui c’è la vera chicca. Niente di tutto ciò è obbligatorio. Sebbene sia presente in tutte le stazioni, la versione scritta del Galnet può essere bellamente ignorata mentre quella audio è da attivare in un pannello specifico sulla nave.

Credit: ShockerOne da reddit

Avere una finalità mi dà la carica per continuare, la spinta per fare quei venti salti iperspaziali alla ricerca di un materiale introvabile nel mio quadrante. È il piacere della scoperta che dà la giusta dose di serotonina, così necessaria nella missioni di trasporto passeggeri. Aggiungiamo anche taxista alla lista dei “mestieri” praticabili. Per molti, come per me, raggiungere il nostro sistema solare è un must. Arrivare lì, nella culla dell’umanità, dove tutto è cominciato sia ingame che nella realtà è un momento emozionante, come dimostra un video in cui mi sono imbattuto qualche mese fa.

È questa la potenza di Elite. La vista della Terra, così familiare eppure inedita per la maggior parte di noi dalla prospettiva spaziale, colpisce sempre nel vivo. Dopo migliaia di pianeti perlopiù disabitati, trovarsi davanti a qualcosa di riconoscibile, immerso nel nero profondo dello spazio, suscita quell’emozione che difficilmente riusciremo mai a ricreare. Nella sua semplicità, ED riesce a far spalancare la bocca ponendoci davanti scenari incredibili di continuo, che sia un buco nero, una stella gigante o una pulsar.
Laddove rimaniamo spesso a bocca aperta per il fotorealismo dei titoli odierni, in questa galassia possiamo passare ore a osservare i giochi di luci che colpiscono asteroidi, navi, lune e pianeti. Senza contare che in ogni momento possiamo osservare dall’esterno la nostra navetta, in una sorta di modalità foto che fa la gioia dei fotografi digitali, seppur non estremamente dettagliata come in Spider-Man: Miles Morales. Per essere un gioco datato 2013, direi che non c’è male. Tutti gli screenshot che sono a corredo di questo articolo sono la dimostrazione che non è necessario flexare con mille shader, RTX, milioni di miliardi di poligoni per avere una resa spettacolare. Basta sapere dove mettere il proprio focus.

Credit: SeansBeard da reddit

Aggiungiamo carne al fuoco: nelle prossime settimane uscirà la seconda, grande espansione. Odyssey ci permetterà di scendere dal sicuro del nostro vascello e affrontare i nemici faccia a faccia, in missioni sparatutto che varieranno dall’assalto frontale a quelle stealth. Potremmo anche passaggiare per i social hub a bordo delle stazioni orbitanti per commerciare, stringere alleanze e conoscere nuovi giocatori in modi che prima non erano possibili. L’annuncio è arrivato l’estate scorsa, un po’ a sorpresa per chi, come me, non seguiva il gioco da un po’. L’emozione di capire tutto il quel piccolo trailer, l’opzione a lungo desiderata di camminare su quei pianeti, su quelle mega strutture spaziali è quanto di meglio potessi chiedere ad un piccolo capolavoro come quello sviluppato da Frontier.

In breve, Elite sarà tutto quello che Star Citizen promette da anni di essere, con una grossa differenza: questa volta è tutto vero.

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