Racconto: “Lo Zoo e il Mostro”

Redazione Olive & Taralli.
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3 min readMay 28, 2024

di Bekim, Sezione Carceraria

Vivevo nella mia meravigliosa savana, libero di saltare e correre, anche se spesso era invasa da bracconieri a caccia di animali pericolosi da esporre allo zoo. Ricordo che quel giorno arrivarono i bracconieri e tutti gli animali spaventati si misero a correre, scappavano per non farsi catturare. Io riuscii a mettermi in salvo anche quella volta, ma i bracconieri quel giorno catturarono un animale pericoloso e mostruoso. Urlavano: “L’abbiamo preso! L’abbiamo preso! Abbiamo preso il mostro!”. Vedevo l’entusiasmo dei bracconieri che si vantavano di avere finalmente catturato il mostro e, quando furono andati via, gli altri animali, iniziando a uscire dai rifugi, cominciarono a comunicare con gesti animaleschi dicendo: “Tra di noi c’era un mostro pericoloso! Per fortuna non l’abbiamo mai incontrato!”.

Si parla spesso di questo mostro dotato di una forza animalesca, capace, grazie alle immense forze delle sue zampe, di bloccare fino all’ultimo respiro chiunque si trovi davanti. Questo mostro non solo è fortissimo, è pure molto astuto e intelligente, inoltre, incanta tutti con i suoi versi melodiosi, ma tutto ciò non gli è bastato, alla fine l’hanno catturato e ora tutti gli animali si sentono più al sicuro da questo mostro orrendo.

Il tempo passò tra la serenità e tutta la bellezza della savana, ma all’improvviso i bracconieri tornarono e un’altra volta iniziò la caccia. Riprese il fuggi fuggi generale, correvamo tutti senza fermarci, io cercavo un posto sicuro dove nascondermi, ma nella mia testa credevo di essere al sicuro, pensavo: “Tanto loro sono a caccia di mostri, non mi vogliono”. Questo pensiero mi tranquillizzava, ma all’improvviso una rete cadde sopra di me portando via la luce del sole e i colori della mia savana.

Mi portarono in uno zoo, grande, imponente, con cancelli giganteschi fatti di ferro massiccio e mi misero in una gabbia con altri animali. In questa gabbia ci portavano da mangiare, c’erano dei custodi che ci controllavano, dei veterinari che si prendevano cura di noi, ma tutti gli animali dello zoo parlavano solo del mostro. Incuriosito da tutti questi discorsi, quando i custodi ci lasciavano momentaneamente liberi per pulire le gabbie, andavo con tutti gli altri a vedere il mostro. Lui non poteva farci del male, eravamo forti perché dei custodi ci proteggevano, quindi gli lanciavamo addosso degli oggetti, gli gridavamo contro facendo ululati e versi scimmieschi, ma il mostro non reagì mai, solo ci guardava con occhi tristi.

Con il tempo alcuni animali iniziarono ad avvicinarsi al mostro per chiedere consiglio o aiuto per migliorare le loro condizioni di vita nelle gabbie o con i custodi e lui, con la sua calma, pazienza, intelligenza cercava di aiutare tutti gli animali nonostante l’immensa tristezza nei suoi occhi.

Un giorno, avendo bisogno anch’io di lui, mi avvicinai ma senza fare i miei versi minacciosi, chiesi il suo aiuto, lui mi guardò, sorrise e mi rispose: “Sì, certo” e mi aiutò. Nella mia testa continuavo a chiedermi: “Perché il mostro mi ha aiutato, perché aiuta tutti?”. Tutto ciò non aveva senso, lui è il mostro, perché aiuta tutti? Perché lo fa sapendo che lui è l’attrazione principale dello zoo? Perché lo fa visto che nello zoo ci dovrà stare per tantissimo tempo? Perché lo fa se vogliono tenerlo chiuso per tutta la vita in una gabbia?

Non capivo cosa spingesse il mostro a passare il suo tempo ad aiutare gli altri, ma nonostante il mio stupore e l’incredulità, lui continuava, giorno per giorno ad aiutare gli animali che gli lanciavano contro solo grida, aiutava tutti con la tristezza negli occhi e il sorriso sul volto.

Un giorno il mostro si alzò dal posto dove si sedeva spesso passando le sue giornate, io che ancora non capivo provai a mettermi al suo posto per cercare di vedere e capire cosa vedesse lui da lì. Appena mi fui seduto in quel posto, dove il mostro sembrava comodo, cominciai a essere pervaso da ansia e paura, mi trovavo seduto dal centro dello zoo, quello era il centro di tutto, e davanti, dietro, ovunque solo mostri che lui cercava di aiutare.

In quel momento capii cosa vedesse in noi, perché voleva aiutarci e ora, con la consapevolezza di ciò che si prova dopo essere stati su quel posto, cerco solo di aiutare.

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