Non tutti gli uomini

Redazione Olive & Taralli.
Olive&Taralli Marzo
5 min readMar 6, 2024

di Chiara Filippi, 3^G

Sappiamo davvero cosa sia il femminicidio?

Siamo così abituati a sentire questa parola ai notiziari che forse non ci facciamo neanche più caso, quasi ci abbiamo fatto l’abitudine.

In tanti credono che la definizione siati credono sia l’omicidio di una donna, ed è qui che si sbagliano, il femminicidio non è un semplice omicidio, è qualcosa di più profondo, più umiliante, più disumano.

Si tratta dell’uccisione di una donna per mano di un uomo, o per meglio dire, un maschio, motivata da una mentalità malata che è ormai radicata nel cervello delle persone da secoli: la visione delle donne come oggetti.

Questo non significa solo l’oggettificazione del corpo, che avviene sin dalla giovanissima età, ma anche dal ritenere la donna un possesso, una statuina senza individualità, un soggetto su cui si può avere il pieno controllo.

Ciò che più mi tormenta è il fatto che tutti noi siamosiamo esposti a questa mentalità da quando veniamo al mondo, già dall’asilo veniamo bombardati da subdole ma chiare divisioni di genere che non fanno altro che affermare e confermare la differenza tra i due sessi, il cui femminile è ovviamente il più “debole”.

Basti pensare semplicemente ai giochi “per bambine”: Barbie, bambolotti, piccole cucine, elettrodomestici in miniatura…

BamboleBambole che danno standard di bellezza irraggiungibili, facendo sentire bambine e ragazzine insicure di loro stesse e ricercatrici della validazione altrui, e giocattoli che insegnano alle giovani donne il loro futuro e i loro compiti, cioè badare alla casa, ai figli, cucinare ecc.

Può sembrare una banalità ma non lo è affatto, crescere intorno a questi stimoli ha un impatto grandissimo sullo sviluppo delle future donne, che in alcuni casi si sentiranno addirittura in colpa per voler iniziare a realizzarsi nel mondo del lavoro ponendosi al primo posto.

Continuiamo parlando appunto di lavoro, tutti sappiamo che le donne hanno uno stipendio inferiore rispetto agli uomini, nonostante il posto di lavoro, le ore e l’impegno siano uguali.

Anche solo da questi piccoli esempi possiamo capire che l’Italia è un paese estremamente maschilista, non lo fa notare a primo impatto e si professa stato egualitario, quando in realtà ha ancora una mentalità chiusa e antica rispetto agli altri paesi europei.

Pensiamo semplicemente a come l’Italia affronta i singoli casi di femminicidio: muore una donna, la notizia scoppia sui giornali, se ne parla ovunque, iniziano proteste mediatiche e dopo un mese… nessuno ne parla più, almeno finché non viene uccisa un’altra donna.

Eppure si stima che muoia una donna ogni tre giorni, a quest’ora dovrebbero esserci rivolte!

Invece no, perché anche in questo caso, non tutte le donne meritano di essere nominate e di essere vendicate, bisogna avere delle caratteristiche precise: attirare l’attenzione.

Sì perché tutto sommato siamo un paese comandato dalla stampa, dai giornali e dalla televisione.

A noi interessa solo ciò in cui ci identifichiamo, perchè dentro di noi siamo tutti un po’ egoisti ed egocentrici; non è un caso infatti che una delle ultime donne assassinate che ha smosso i media sia Giulia Cecchettin, una ragazza molto giovane, con un futuro davanti, pronta a vivere la sua vita, la quale le è stata rubata dal suo ex ragazzo manipolatore.

I social sono letteralmente esplosi, poichè sono governati dalla nuova generazione che in un certo senso poteva mettersi nei panni di Giulia essendo così giovane.

Non parliamo poi di quanto la figura del “ragazzo tossico” venga al giorno d’oggi idolatrata dalle ragazzine, cresciute con serie tv che dipingono questa mascolinità imponente e tossica come sexy, e con le loro mamme che alle elementari le dicevano: “se ti picchia o ti tratta male è perchè gli piaci”, sì perchè alla fine parte tutto da lì, dall’educazione.

Perchè io devo uscire di casa, sentirmi sporcata da sguardi indesiderati, udire fischi che percepisco come aghi sulla pelle e comunque quando andrò a confidarmi con qualcuno mi chiederà: “com’eri vestita?”

Quella frase che suona come una pugnalata, che quasi invalida il tuo punto di vista e ti fa sentire nel torto… che afferma che tu sia nel torto.

Parlando di femminicidio queste cose possono sembrare una sciocchezza ma non lo sono affatto, anzi, sono considerate molestie e si parte sempre da lì.

Alcuno genitori affermano che si debba “proteggere le proprie figlie” ma no, non sta a noi vestirci meno succinte, non sta a noi non uscire di casa a certi orari, non sta a noi camminare a testa bassa e non rispondere a nessuno, non sta a noi proteggerci o essere protette, sta a voi, genitori, educare i vostri figli.

Con educare i vostri figli intendo semplicemente farli vivere in un ambiente sano, mostrargli cosa sia l’amore vero, insegnargli il consenso e il rispetto, partendo da loro stessi, senza alimentare la mascolinità tossica, che già da piccoli i bambini cercano di affermare facendo i bulli, tra di loro e con le bambine.

Tra tutte queste argomentazioni c’è n’è una in particolare che secondo me è la peggiore: “not all men”, cioè “non tutti gli uomini”.

“Not all men” è una frase che ha iniziato a girare sui social come giustificazione dei cosiddetti bravi ragazzi agli orripilanti atti commessi da altri uomini con i quali credono di non avere niente a che fare.

E’ facile dimostrare quanto questa frase sia stupida, senza senso e completamente inutile.

Mettiamo il caso che sia vero, non tutti gli uomini sono uguali e di sicuro non tutti gli uomini del mondo sono maschilisti e violenti, ma si può chiedere a qualsiasi ragazza si voglia e ognuna dirà che almeno una volta ha subito sguardi indesiderati, toccatine non richieste o avrà vissuto una relazione tossica con una figura maschile.

Sì, magari non sono tutti gli uomini, ma sono tutte le donne.

Tutte le donne almeno una volta nella loro vita hanno subito una molestia o attenzioni fastidiose di qualsiasi tipo.

Non sono tutti gli uomini, certo, ma dicendo così non prendi posizione, ti tiri indietro da un problema che riguarda anche te, soprattutto te, riguarda l’umanità intera.

Dicendo così fai ancora più schifo degli altri, perchè tu osservi e hai il potere di fare qualcosa ma non la fai, ti nascondi dietro a una frase che non ti farà sembrare un bravo ragazzo, che non ti assolve dai tuoi errori, perchè tu puoi anche non aver fatto mai importunato una donna, ma non le stai neanche aiutando, stai cercando di passare per l’eroe quando in realtà sei un codardo che non accetta la realtà dai fatti.

Non importa se sono tutti gli uomini oppure no, perchè non dovrebbe esserlo nemmeno uno.

Pertanto va bene, ovviamente non sono tutti gli uomini, ma di sicuro sono tutte le donne, tutte quante.

Io credo però che questo mondo possa cambiare, siamo una generazione aperta di mente che mi da grandi speranze per il futuro, voglio credere che quando sarò grande vivrò in un Italia nuova, che darà pari possibilità e pari trattamenti a prescindere dal sesso, in un Italia che la smetterà di vedere le donne come le compagne dell’uomo, ma che le vedrà come individui.

So che saremo meglio dei nostri predecessori e educheremo i nostri figli con valori veramente importanti, voglio sperare soprattutto che un giorno la smetteremo di dire “non tutti gli uomini”, ma diremo “nessun uomo”.

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