Israele e Palestina, una guerra infinita

Redazione Olive & Taralli.
Olive&Taralli Novembre
3 min readNov 6, 2023

di Vittoria Cappa, 3HL

Sono decenni che israeliani e palestinesi si contendono lo stesso lembo di terra. La loro disputa ha diviso milioni di individui. Ma cos’è accaduto? E perché?

Alla fine della prima guerra mondiale, l’Impero Ottomano si sgretolò e la Palestina divenne un territorio sotto il mandato britannico. Con la crescente immigrazione ebraica che sfuggiva alle persecuzioni nell’Europa orientale, le tensioni con le comunità arabe locali aumentarono notevolmente.

Ma l’inizio del conflitto vero e proprio risale al 1947, quando le Nazioni Unite votarono, in seguito allo sterminio di gran parte degli ebrei europei durante l’Olocausto, per la spartizione del mandato della Palestina in due Stati; uno ebraico cioè Israele e uno arabo, che non decollò, perchè, al contrario degli isrlaeliani, i palestinesi non vollero riconoscere lo Stato d’Israele. Così la lotta tra i gruppi armati ebrei e i palestinesi si intensificò fino alla dichiarazione di indipendenza di Israele nel maggio 1948.

La nascita di Israele scatenò una guerra nei paesi arabi confinanti: Egitto, Iraq, Transgiordania e Siria, durante la quale circa 700mila palestinesi furono espulsi e non furono mai autorizzati a ritornare. I palestinesi chiamarono lo sradicamento di gran parte della loro società “nakba” ed è tuttora l’evento al centro della loro storia. Gli arabi che rimasero in Israele come cittadini furono discriminati per quasi due decenni, privati di molti diritti civili fondamentali.

Nel 1964, una coalizione di gruppi palestinesi fondò l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina, l’Olp, con a capo Yasser Arafat per stabilire uno stato arabo al posto di Israele. L’Olp attirò l’attenzione internazionale attraverso attentati e dirottamenti di alto profilo.

Nel 1967 Israele sospettò che Giordania, Egitto e Siria fossero pronti a invaderlo e lanciò quella che dichiarò essere un attacco preventivo. Durante la Guerra dei Sei Giorni, Israele occupò i territori palestinesi di Gerusalemme Est, Cisgiordania e Gaza, oltre alla penisola del Sinai: tutte aree dove lo Stato ebraico promosse nuovi insediamenti. Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu invitò al rispetto dei confini, a una pace giusta e duratura, anche se invano.

Se la penisola del Sinai fu restituita da Israele all’Egitto nel 1981, dopo una serie di accordi, il problema dei rifugiati palestinesi continuò a essere una delle principali questioni in sospeso. Milioni di essi si trovavano in campi profughi in diverse nazioni, aspettando una soluzione.

Le guerre cessarono, ma israeliani e palestinesi non si riconciliarono.

Gli attacchi dei guerriglieri palestinesi surriscaldarono gli animi già incandescenti tanto da arrivare all’invasione del Libano, nel 1982, pur di colpire le basi dell’Olp. Due forze inamovibili presero quindi a scontrarsi: la volontà degli ebrei di proteggere il sogno di una patria, e il desiderio dei palestinesi di riprendersela.

Nel tempo, potenze rivali come l’Arabia Saudita e l’Iran trovarono in Israele un avversario comune. E mentre l’Olp si mostrò disponibile a un compromesso, gruppi islamici radicali, come Hamas e Hezbollah impugnarono le armi. Nel 1987 e nel 2000 le due “intifade” palestinesi scossero le zone di Gaza, Cisgiordania e Gerusalemme.

Nel 2005 Israele ha deciso di ritirarsi dalla striscia di Gaza e il controllo di quella piccola porzione di territorio ai confini con l’Egitto è stato assunto dall’Olp. Da allora si sono spesso ripetuti conflitti sanguinosi. I miliziani di Hamas, aiutati dall’Iran, hanno lanciato razzi per colpire il territorio israeliano; le forze dello Stato ebraico hanno risposto con bombardamenti massici e incursioni armate nella striscia.

STORIA RECENTE

Il 7 ottobre scorso i terroristi di Hamas, agendo di sorpresa, sono riusciti a sfondare le barriere costruite intorno a Gaza e hanno compiuto stragi di civili in Israele, che ha reagito dichiarando guerra al movimento islamico. Il risultato è lo scontro terribile con tantissimi morti a cui stiamo assistendo in questi giorni.

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