Un Portfolio #NOECM

#oltredoctorbridge by @ebprevention

Pippo Bruno
oltre #doctorbridge

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Sono complessivamente 1.066.000 gli operatori sanitari che devono prendere parte ogni anno agli eventi formativi ECM.

Per tutti noi, l’ultima novità si chiama “dossier formativo” presentato come uno strumento di programmazione del percorso formativo del singolo operatore, il Dossier Formativo Individuale (DFI) o del gruppo di cui fa parte, Dossier Formativo Gruppo (DFG).

Qualcosa che non sembra essere presente in nessun modello formativo internazionale, non un portfolio delle competenze, ma che in Italia è stato sperimentato per tutto il 2013 in alcune regioni, divenendo da quest’anno operativo (portale Cogeaps) e al quale saremo chiamati ad aderire, anche se ancora in fase di “promozione”.

Uno strumento pensato per creare un legame tra i bisogni professionali dell’individuo e le attese dell’organizzazione sanitaria, che nonostante le buone intenzioni, potrebbe ridursi a semplice operazione di “rendicontazione”.

1.066.000 operatori sanitari tramite il dossier formativo saranno responsabili in prima persona dei loro 150 crediti, in un “mercato” al quale si chiederà sempre più di contribuire.

E’ possibile quantificare per i prossimi anni questo “mercato” della formazione?

Per capire il giro di denaro che genera il sistema ECM bisogna guardare nei documenti della Corte dei Conti e dell’Agenas, l’agenzia alla quale sono state trasferite le competenze in materia di formazione prima in carico al Ministero della Salute.

Da questi emerge che (dati 2012) oltre 15.000.000€ derivano dalle entrate relative all’attività di gestione del Sistema nazionale di Educazione Continua in Medicina alle quali si aggiungono tra gli altri i trasferimenti correnti da parte dello Stato per altri 7 milioni e mezzo che riguardano le attività di gestione dell’agenzia.

Si tratta di un mercato che coinvolge oltre 4.000 provider che pagano, oltre ai costi per le specifiche iniziative, una quota fissa annuale di 2.582€ (quota rivista con decreto del 2013)

Basta così? Non sembra. Infatti in base ad una sentenza del 2011 (21.817 del 20 ottobre) le Aziende Sanitarie sarebbero state sollevate da obblighi contrattuali relativi alla formazione promuovendo di fatto “un libero mercato” i cui costi saranno sempre più a carico dei singoli operatori sanitari (o degli sponsor che pagheranno per loro) il cui verosimile risultato sarà un ulteriore aumento di entrate per il futuro.

Le Aziende Sanitarie erano chiamate contrattualmente a promuovere la formazione del personale, ma le cose sono andate in un’altra direzione.

E dopo l’ultimo scandalo dei corsi #doctorbridge le Istituzioni sanitarie che impegni si assumeranno, insomma quale ECM sosteranno?

Saranno solo interessate a chiedere semplicemente a tutti noi un “piccolo contributo” e a fare compilare on line un dossier “formativo”?

Un contributo di idee e di iniziative, a partire dalle società scientifiche, si rende ormai necessario per cambiare l’ECM in Italia … intanto mano al Portfolio #noecm.

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Pippo Bruno
oltre #doctorbridge

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