L’apericena italiano: un’esperienza tutta da vivere

L’apericena italiano riunisce alcuni aspetti dell’aperitivo a quelli della più tradizionale cena. Un pasto speciale davvero contagioso da condividere con gli amici, in Italia o all’estero.

Come qualsiasi altro aspetto del lifestyle, il come e il dove mangiare seguono le mode e le evoluzioni delle società in cui abitiamo. Da qualche anno gli Italiani, già famosi nel mondo per gli aperitivi degli Anni Settanta, stimolati dalle calde serate primaverili ed estive, si riuniscono nelle piazze o nei cortili delle principali città per degustare ricchi apericena.

Benché non si riesca a rintracciare con estrema certezza il luogo di origine di questo particolare happy hour, sembra che lo scettro sia conteso tra due metropoli del Nord Italia: se i Torinesi sostengono che questa pratica si sia diffusa inizialmente nella loro alternativa e multiculturale città, i non lontani cugini suggeriscono invece la modaiola Milano.

Già il termine apericena coniuga in sé le sue principali caratteristiche: alcune riprese dall’aperitivo mentre altre dalla più tradizionale cena. Se da un lato infatti vengono serviti colorati e freschi cocktail alcolici o analcolici, dall’altro le noccioline, le patatine, gli stuzzichini sono sostituiti — a volte accompagnati — da piatti di pasta o di riso fumanti, verdure fritte e grigliate, insalate e salumi, bruschette e quiche, e qualche locale azzarda piatti caldi di carne o addirittura di pesce. Tutto questo viene disposto su un tavolo comune o sul bancone, siccome — salvo rari casi — non è previsto servizio al tavolo. Infatti il buffet permette ai gestori di abbattere i costi e di rendere il prezzo dell’apericena piuttosto irrisorio: si aggira intorno ai 5-15 euro a seconda del locale e molto spesso in modo proporzionale variano anche la qualità e la quantità dei piatti serviti.

In un primo momento i locali a fornire questo pasto speciale non erano molti e quindi le vivande e le bevande proposte erano perlopiù generiche e ricorrenti; oggi invece riscontriamo una sempre più ampia offerta, difficilmente esiste un menù fisso e i piatti variano ogni sera a discrezione dello chef. Molti locali hanno individuato delle tematiche precise, delle specialità da proporre o degli ambiti su cui concentrarsi: esistono gli apericena vegani come quelli proposti da Veg&Veg oppure quelli in location asiatiche o africane, o ancora quelli più tradizionali che invece propongono una cucina casereccia.

Anche il drink è spesso un elemento distintivo: ai classici cocktail tropicali il Mojito, la Piña Colada o il Margarita sono affiancati quelli nostrani conosciuti e apprezzati anche al di fuori dell’Italia: lo Spritz (sia con il Campari che con l’Aperol), il Bellini, il Negroni o l’Americano.

Infine ci sono i pub che fanno del loro marchio di fabbrica l’estetica dei drink elaborati, con la volontà di conquistare prima gli occhi del palato: qui si trovano complesse composizioni di bicchieri fumanti, inseriti in ambientazioni floreali o in scenografie pazzesche. Trovo che il cocktail bar che coniughi al meglio la straordinaria bellezza al sapore delizioso sia lo Smile Tree di Torino, dove ad accoglierti ci pensa il designer di cocktail Dennis Zoppi, uno dei migliori barman d’Italia. Altre attività ancora decidono di creare un’esperienza a tuttotondo dedicando un’attenzione importante anche al contesto in cui l’apericena si svolge ed è spesso la musica dal vivo ad assumere il ruolo di vera protagonista della serata.

Questa particolare tradizione è stata esportata da alcuni giovani imprenditori italiani in diverse città europee: a Parigi ad esempio sono un paio i locali presi d’assalto nell’orario dell’apericena, non solo dai malinconici Italiani in vacanza o trasferiti all’estero, ma anche da persone provenienti da ogni parte del mondo.

L’apericena è una pratica italiana che sembra contagiare proprio tutti: versatile, conviviale e ogni volta diversa, da preparare a casa per i propri amici o da condividere in location sempre diverse e accattivanti.

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