Cara assessora a “A Roma Semplice”, ti ho scritto

Andrea Borruso
open data stories
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4 min readSep 12, 2016

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Il 3 aprile del 2016 il giornalista Francesco Barresi scriveva in questo messaggio — pubblicato nel gruppo facebook Dataninja — di stare lavorando sui dati aperti degli incidenti stradali pubblicati dal comune di Roma e di avere incontrato delle difficoltà ad usare questi dati:

[…] Il file Json corrispondente però era completo ma ho avuto difficoltà nella conversione. […] Chi cura i dati per la società civile dovrebbe pubblicarli ordinati, puliti, completi, in un formato possibilmente agevole![…]

In quei giorni aiutai un po’ Francesco a “pulire” quei dati, perché erano difficilmente utilizzabili. Non feci altro.
Poi, mesi dopo, mi ha scritto Patrick Hausmann, perché stava facendo con R alcune analisi su dati di incidentalità in Italia: anche lui non riusciva con immediatezza a utilizzare quei file JSON.

Un giornalista e un data analyst avevano sbattuto contro un muro (magari piccolo), erto sul portale dei dati aperti della capitale d’Italia. Un ossimoro.
Il mio continuare a contribuire a fare “pulizia” di file JSON, che sarebbero rimasti chiusi dentro le caselle di posta elettronica di poche persone, era come aggiungere un’altra fila di mattoni.

Allora giorno 8 agosto ho scritto a Flavia Marzano, che dal 7 luglio è assessora a “A Roma Semplice” della giunta Raggi.
Scrivo al suo indirizzo personale, non a quello legato al suo incarico in questa PA (è un dettaglio importante).

Cara Flavia,
ti scrivo nel tuo nuovo ruolo. Non ho alcuna fretta e dimmi subito se devo girare questa mia ad altri.

Nell’email aggiungo un file di esempio (qui una copia), l’elenco di alcune delle righe con errore (qui una lista) e la descrizione del problema principale riscontrato: mancava l’escape nelle stringhe in cui era contenuto il carattere “, le doppie virgolette.

"DaSpecificare":"1494 (area parcheggio "Black Jack)"

Flavia mi risponde subito, inoltra il mio messaggio agli “uffici competenti” e aggiunge una frase importante:

Certo è un brutto segnale: sono dati che non ha usato nessuno prima…

Passano alcuni giorni — era la settimana di ferragosto — e dopo un po’ decido di sollecitare una risposta, chiedendo all'assessora di mettermi in contatto diretto con chi gestisce la cosa. Ricevo allora gli indirizzi email di due dipendenti del comune, scrivo una nuova email e metto l’assessora in CC. Scrivo stavolta a tre indirizzi “@comune.roma.it”.

Ma sbatto contro un nuovo muro, stavolta più grande. Il mio messaggio non arriva ai destinatari e ricevo indietro tre messaggi identici:

This email from IP XXX.XX.XX.XX has been rejected. The email message was detected as spam.

Nella mia email, scritta da un account che uso poco e da poco tempo, c’era soltanto un po’ di formattazione ricca e qualche hyperlink (al sito del comune e a github).
Ma il filtro antispam del comune di Roma impediva di mettere in contatto “il mondo di fuori” (me) con “il mondo di dentro” (la PA).

La cosa si risolve in breve, con qualche altra email e grazie a una pubblica amministrazione in ascolto. Si abbattono così i due muri:

  • decine e decine di file JSON vengono ripubblicati, intervenendo in termini di processo, andando ad aggiornare il “motore” di exporting (su cui non si faceva manutenzione da molto tempo);
  • il filtro antispam viene tarato meglio, in modo che gli uffici pubblici possano ricevere più facilmente messaggi “dall'esterno”.

Sono due risultati importanti per i quali ringrazio Flavia Marzano e le persone che si sono occupate a vario titolo della cosa.

Scrive mai nessuno alla PA?

Da quando ho iniziato a interessarmi al tema dei dati aperti, ho sempre pensato che fosse necessario mettersi in contatto con chi li pubblica e ne cura la manutenzione.
“Disturbo” quasi sempre le stesse persone: il webmaster della mia città, quello della mia regione, qualche assessore all'innovazione, qualche dipendente pubblico. Mi occupo sopratutto delle “mie” cose, perché le conosco meglio e quindi posso essere più efficace.

In generale sembra però che la PA riceva poche richieste. I miei “destinatari tipici” mi dicono che i “mittenti tipici” su queste tematiche sono pochi e in qualche modo “seriali”. Perché è vero, è un po’ una mania, una piccola malattia.
Il caso di Roma è un esempio lampante: tanti hanno probabilmente scaricato quei file JSON e li avranno corretti in modo da poterli utilizzare per i loro scopi. Ma pochi hanno segnalato alla fonte i problemi riscontrati.

Cara PA ti scrivo” deve e può diventare una cosa normale. Non si avranno sempre risposte, non saranno sempre esaurienti, non si otterranno sempre i cambiamenti voluti.
Ma è cosa semplice e (vedi sopra) può portare, con un piccolo sforzo, a risultati importanti per tutti e inattesi.

Consiglio però di camminare sempre armati di: gentilezza, chiarezza e un po’ di testardaggine. Si diventa forti, quasi imbattibili.

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Andrea Borruso
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#data #maps #GIS #baci #condivisione. Orgoglioso di essere presidente di @ondatait