AI e Smart Device, il racconto di Instantechnologies

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6 min readJun 21, 2021

Il CEO Alessandro Paolini ci racconta l’esperienza più che ventennale che ha guidato alla creazione della startup e verso quali nuove spinte innovative è diretta.

ELIS Startup Alliance (ESA), scale-up program di ELIS che punta a sviluppare l’innovazione aziendale e aiuta le startup italiane ad emergere, racconta Instantechnologies, startup specializzata in soluzioni di AI e Smart Device, che nel 2020 ha affiancato Ferrovie dello Stato Italiane nella creazione di un osservatorio dinamico attraverso l’analisi di fonti web.

Cosa è Intantechnologies, a chi si rivolge il vostro business e che needs soddisfa?

Instantechnologies è una startup innovativa che sviluppa soluzioni basate sulla semantica e sull’intelligenza artificiale. È una startup “anomala” per due motivi: è stata fondata dopo un’esperienza di oltre 25 anni in questo ambito da parte dei suoi fondatori; non abbiamo dei prodotti ma li realizziamo customizzati e specializzati dopo aver ascoltato le challenge delle Aziende.

Com’è formato il vostro team e da quali background venite?

Il team, ad oggi, è composto da una decina di persone (per alcuni progetti arriviamo anche a 12–15) divise per la metà in figure tecniche e per l’altra metà in sviluppo business, relazioni, commerciale. I background sono eterogenei: abbiamo laureati in comunicazione. in giurisprudenza, in scienze informatiche, marketing, economia, ingegneria, sociologia.

Ad oggi, quali sono i vostri numeri?

Attualmente tra soci e collaboratori, siamo un Team di 12 persone fisse più altre per le cui ci avvaliamo di consulenze specialistiche quando necessarie. Collaboriamo anche con altre startup verticali per le attività non core per noi. Siamo in fase di recruiting per poter allargare il nostro Team principalmente lato tecnico-tecnologico. Stiamo crescendo di anno in anno in modo importante: tra il 2021 e 2022 vorremmo arrivare alla fatidica soglia del milione di fatturato.

Quali sono i valori che guidano la vostra impresa?

I nostri valori seguono i valori propri di un ecosistema naturale, per questo crediamo in un rapporto tecnologia-uomo che NON è “Machines Vs Humans” ma “Machines + Humans” con un’attenzione alla sostenibilità ambientale e un basso impatto di CO2 dei nostri sistemi. Così, come recita il nostro pay off “Democratizing Artificial Intelligence” è qui che credo risieda il punto di contatto tra noi ed ELIS: la persona al centro dei processi e la democratizzazione della conoscenza e dell’innovazione tecnologica e umana.

A quali modelli vi siete ispirati e quali principi vi hanno guidati lungo il percorso di crescita?

Non ci siamo ispirati a modelli particolari se non al desiderio di voler avviare un percorso di crescita con il quale poter aiutare tutte le organizzazioni attraverso i nostri strumenti a sfruttare i dati, ottimizzare i processi e le risorse e risolvere le proprie challenge di miglioramento utilizzando un modello unico e più sostenibile.

Photo by Suzanne D. Williams on Unsplash

Com’è il mercato italiano in questo settore? Quali potrebbero essere i rischi di rallentamento e quali gli ulteriori passi avanti per l’innovazione?

In Italia il mercato dell’AI è formato dai big player che forniscono soluzioni principalmente standardizzate e generaliste ma che non fanno dell’AI il proprio core business. In aggiunta ai big player ci sono anche tante società e startup che forniscono soluzioni AI attraverso lo sviluppo o la personalizzazione di un tool o degli strumenti dei big player.

Noi abbiamo dei grandi fattori distintivi che sono legati al fatto di avere un’esperienza quasi trentennale nello sviluppo e ricerca di soluzioni di semantica e di AI che ci permette di avere un approccio completamente diverso perché 30 anni fa non esistevano i calcolatori, server che esistono oggi e quindi con poco bisognava fare tanto. Questo concetto di demolizione della complessità unito al fatto di creare solo soluzioni di AI verticali e specializzate allo specifico contesto di utilizzo, ci consente di essere multi industry e multi prodotto e di lavorare a challenge andando così a scalare gli oltre 96 moduli di AI che abbiamo sviluppato.

Il tessuto delle aziende italiane, essendo formato per la maggior parte da PMI, non ha la possibilità di accedere a tecnologie di Intelligenza Artificiale se non con tempi molto lunghi e costi considerevoli (dal punto di vista sia aziendale, sia ambientale) per supportare la potenza di calcolo dei server.

Instantechnologies nasce come risposta italiana alla standardizzazione di soluzioni proposte dai big player internazionali nel settore dell’intelligenza artificiale, proponendo un approccio all’AI specializzato e non generalista (Intelligent Transformation).

Raccontaci un fallimento che vi ha permesso il cambiamento e la crescita.

Crediamo che i fallimenti facciano parte del percorso di crescita di una startup. Penso che i fallimenti più importanti possano essere riassunti in tutte quelle volte che abbiamo provato a realizzare dei prodotti senza ascoltare le esigenze del mercato facendoci prendere dalla nostra visione. L’insegnamento che ne abbiamo tratto è stato quello di affinare una grande capacità di ascolto del mercato e dei need dei nostri clienti.

Quali benefici hai riscontrato dal matchmaking con le Corporate dell’ecosistema OPEN ITALY, programma di Open Innovation di ELIS?

Sicuramente uno su tutti è il fatto di poter rispondere in modo puntuale e preciso alle esigenze delle Corporate e toccare con mano nuovi need uniti ad esperienze di co-innovation sul campo. Per una startup è sicuramente importante poter entrare in contatto con le grandi Corporate, avviare progetti insieme e iniziare a capire e comprendere le dinamiche che vi sono, confrontarsi con importanti manager, discutere e affrontare le problematiche in modo differente da come viene fatto all’interno della startup e soprattutto avere la possibilità di proporre le proprie soluzioni e prodotti.

Che impatto ha avuto l’incontro con l’ecosistema di OPEN ITALY sul tuo percorso di business?

Ha portato a scambi professionali di alto livello con il management delle Corporate che hanno nel DNA la voglia di innovare, conoscenza reciproca con mentor e startup e con tutto l’Ecosistema ELIS che ci ha sempre supportato sui POC che abbiamo realizzato.

Photo by HIVAN ARVIZU @soyhivan on Unsplash

Quali social network utilizzate e in che modo avete strutturato la vostra strategia di comunicazione?

Utilizziamo il canale LinkedIn per comunicare le nostre soluzioni intelligenti e Challenge di successo, mentre Twitter per comunicare eventi live a cui partecipiamo e dove spesso siamo chiamati come speaker esperti di tecnologia e Intelligenza Artificiale.

Che suggerimenti daresti a chi sta pensando di fare una startup?

Fare un’esperienza in una società strutturata per apprendere l’organizzazione e la metodologia del lavoro e capire, dall’interno, quali potrebbero essere i problemi di determinate industry per poi in futuro andare a risolverli con la propria startup.

Come avete affrontato le sfide del 2020?

Oltre a proseguire con le nostre attività core abbiamo fortemente voluto realizzare progetti in partnership con altre startup e supportare la ricerca e sviluppo per fronteggiare il Covid mettendo a disposizione le nostre tecnologie.

Verso quali trend ritenete si stia muovendo il mondo dello startupping?

Stanno nascendo startup realizzate sempre più da professionisti che come interni o come consulenti hanno lavorato per anni per grandi Corporate e che hanno, poi, deciso di creare una propria startup. Questo crea un maggior turnover nelle Corporate, aumenta il livello e la qualità delle nuove startup presenti sul mercato e fornisce sempre più alle corporate la possibilità di delocalizzare e avviare processi di R&S ad alto valore tecnologico.

Qual è stato il valore aggiunto, in termini di margine di fattibilità economica, del percorso di co-creazione in OPEN INNOVATION?

Abbiamo realizzato 3 PoC. I progetti a livello economico sono stati tutti in perdita, li abbiamo fatti in ottica di investimento per poi magari prendere una commessa più importante. Ne approfitto per dare un suggerimento alle Corporate: per iniziare bene la collaborazione è davvero necessario scegliere dei business needs che non siano superficiali ma piuttosto davvero utili e necessari al fine di fare vera innovazione. Devono essere le Corporate le prime a crederci.

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l’alleanza di Corporate nata per supportare il potenziale dell’ecosistema dell’innovazione italiano