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L’innovazione come approccio aperto e collaborativo

By Sara Del Bello

L’innovazione e l’intuizione fioriscono quando le nostre menti si trovano in una condizione di maggiore apertura.

Come afferma Daniel Goleman, innovare richiede la possibilità del confronto e dello scambio. In un nuovo appuntamento di Management Revolution — giunto alla sua 5ª edizione — abbiamo raccontato gli ingredienti indispensabili per favorire un terreno innovativo.

Imparare a guardare

Luciano De Propris, Head of the Open Innovation and Sustainability in ELIS, ha sottolineato come ciò che muove qualsiasi processo dell’innovazione sia la curiosità e la sua costante alimentazione. Parlare di Open Innovation significa prima di tutto conoscere e scoprire modelli, soluzioni, idee che provengono tanto dall’interno della propria dimensione aziendale, quanto dall’esterno.

L’apertura consiste infatti nel rivolgere lo sguardo in una duplice direzione e imparare a osservare è un tassello fondamentale di ogni momento creativo. Questo è anche lo spirito che anima Open Italy,l’ecosistema di ELIS composto di aziende, startup, enti di ricerca, PMI, giovani talenti, che si propone di sviluppare una cultura della collaborazione quale terreno di crescita di nuove idee e progetti.

Tre i motori che ne sono alla base, sintetizzabili in altrettante parole chiave:

- Discovering

- Sharing

- Building.

Significa cooperare, condividendo conoscenze e competenze, per concretizzare progetti precisi e generare un impatto su più dimensioni della realtà. In altre parole, avere consapevolezza dei bisogni per conseguire un obiettivo pratico.

L’approccio innovativo

L’innovazione, dunque, come approccio. Questo il leitmotiv che ha intrecciato i diversi contributi sul tema. Anche Gabriele Paglialonga, Managing Director presso Industrio Ventures — primo acceleratore hardware in Italia — ha posto l’accento sulla spinta individuale, indispensabile alla diffusione di un mindset innovativo che coinvolga una collettività più ampia.

La contaminazione e l’opportunità di aprirsi agli stimoli esterni è quindi un presupposto di fondo per costruire una cultura capace di innovare che, in quanto tale, deve mettere in conto

la possibilità del fallimento. L’insuccesso non è mai un mero insuccesso. Esso è istruttivo, scriveva il filosofo John Dewey. Testare, validare, sperimentare e condividere sono a fondamento di una innovazione aperta e collaborativa.

Coinvolgere e collaborare

Co-innovare è anche sinonimo di coinvolgere. Stefania Ratti, Head of Innovation Governance & Hub Management presso Terna, ha portato la Corporate Entrepreneurship quale esempio di open innovation, evidenziandone due aspetti:

- la diffusione attraverso una comunicazione efficace a ogni livello organizzativo

- la centralità della relazione umana, che si arricchisce dal confronto costante con figure esterne al contesto aziendale di appartenenza.

Il cuore di tutto è la valorizzazione dell’iniziativa imprenditoriale e della partecipazione creativa di chi lavora in azienda.

Qui entra in gioco il ruolo del middle management, leva strategica funzionale allo sviluppo di una cultura innovativa, quale elemento di raccordo tra vertice e funzione esecutiva e in quanto portatrice di 3 caratteristiche essenziali: flessibilità, adattamento e attitudine al cambiamento.

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l’alleanza di Corporate nata per supportare il potenziale dell’ecosistema dell’innovazione italiano