Arrivano le canoe

L’Australia ha allargato il proprio campionato nazionale a una squadra figiana

Ovale Internazionale
Ovale Internazionale
5 min readSep 6, 2017

--

AltrOvale è la rubrica di Ovale Internazionale che si occupa degli anditi meno conosciuti del pianeta rugby, quelli che sfuggono alle cronache principali. Un primo esempio di AltrOvale lo potete trovare qui. Questo è il secondo appuntamento con AltrOvale. Buona lettura

Wangga ndrua è il nome della tipica doppia canoa figiana, una delle più grandi e portentose imbarcazioni polinesiane. Secondo Canoes of Polynesia, un indubitabile trattato sulle barche utilizzate in quell’angolo di oceano, la drua (nome alternativo della ndrua, nonché pronuncia fonetica della parola) era la migliore imbarcazione mai costruita dalle popolazioni polinesiane prima del contatto con gli europei.

Dal mese scorso, drua è anche il nome di una squadra di rugby: in seguito ad un accordo fra la Australian Rugby Union, la federazione nazionale australiana, e la controparte figiana, i Fijian Drua partecipano da questa stagione al National Rugby Championship, il campionato domestico australiano.

Il campionato

Il National Rugby Championship è la massima serie domestica australiana: un campionato che vede la partecipazione di 9 squadre (da quest’anno) diviso fra stagione regolare e playoff, ai quali si accede arrivando fra le prime quattro della classifica.

E’ solamente il quarto anno che il National Rugby Championship viene disputato, un torneo piuttosto giovane la cui sopravvivenza è assicurata fino al 2020 da un consistente accordo per la trasmissione televisiva, a differenze del predecessore Australian Rugby Championship, scomparso nel 2007 dopo un solo anno di vita a causa delle perdite finanziare correlate all’organizzazione del torneo.

La finale assegna il titolo a fine novembre, mentre nel contempo si assegnano una serie di trofei più o meno prestigiosi, elaborati dai tifosi e dalle società coinvolte. Il primo a essere venuto alla luce è l’Horan-Little Shield, la versione australiana del Ranfurly Shield neozelandese messo in palio al di là del mare di Tasman. In pratica la squadra detentrice dello Shield mette in palio il trofeo ad ogni partita casalinga. La vincitrice del match diviene la nuova detentrice dello Shield fino alla sfida successiva, che in rari casi può essere disputata anche in partite in trasferta. Lo Shield è intitolato agli ex Wallabies Tim Horan e Jason Little, protagonisti di un’amicizia contrassegnata dalla palla ovale, avendo giocato insieme sin da bambini fino alla nazionale maggiore.

Lo Shield è in questo momento detenuto dai Greater Sydney Rams, che lo hanno riconquistato proprio nella prima giornata, disputatasi sabato scorso, dopo averlo perso ai danni dei New South Wales County Eagles alla fine della scorsa stagione.

Nel 2016 è stato introdotto anche un altro trofeo, la Benn Robinson Bell dedicata al recentemente ritiratosi pilone dei Waratahs. La campana, che è proprio una campanella, viene messa in palio ogni anno fra le tre squadre del New South Wales partecipanti alla competizione (i suddetti County Eagles, i Sydney Rays e i Greater Sydney Rams).

Come gli Eagles hanno regolato i Rams aggiudicandosi Horan-Little Shield e Benn Robinson Bell in un colpo solo

Allo stesso modo, le squadre del Queensland, Brisbane City e Queensland County, si disputano nei loro derby la Andy Purcell Cup. Oltre alle squadre di Queensland e New South Wales, il campionato è completato da Perth Spirit, Melbourne Rising e Canberra Vikings, oltre ovviamente ai nuovi Fijian Drua.

Il campionato è un laboratorio ovale: teatro di sperimentazioni regolamentari, come la meta da otto punti introdotta lo scorso anno e fondamentalmente bocciata da giocatori e squadre, ha un tasso tecnico per il momento non esattamente stellare. Non mancano però le mete e il divertimento, e in questo quadro l’inserimento di una squadra figiana non può certo che esaltare queste caratteristiche.

Nel 2018 il National Rugby Championship sperimenterà il cartellino blu, mostrato dall’arbitro al giocatore che dovesse mostrare i sintomi di una concussion, costringendolo ad un HIA (head injury assessment).

Campioni in carica del torneo sono i Perth Spirit, che annoverano in rosa il pilone passato anche dalla nazionale Pek Cowan e il neo-Wallaby Curtis Rona.

I Fijian Drua

Lo scorso luglio la federazione figiana ha annunciato di aver trovato un accordo con la ARU per l’aggiunta di una squadra di propria gestione al National Rugby Championship.

Le partite casalinghe verranno giocate in tre diversi stadi, nelle città di Lautoka, Sigatoga e Suva, la capitale. La rosa della squadra è stata poi annunciata in agosto, e vede fra i convocati anche qualche giocatore apparso in nazionale, nonostante la maggior parte dei figiani che hann raggiunto il livello internazionale sia poi emigrato verso più remunerativi lidi ovali.

E’ il caso di John Stewart, il capitano dei Drua, già centro della nazionale e in precedenza giocatore dei Sunwolves nel Super Rugby. Altri giocatori esperti nel gruppo sono Mosese Voka, capitano di Fijian Warriors ovvero la nazionale A figiana, il pilone Joeli Veitayaki e il centro Eroni Vasiteri.

Ad allenare quella che potremmo chiamare la franchigia figiana, è stato chiamato proprio l’ex allenatore dei Fijian Warriors Senirusi Seruvakula, in un contesto completamente made in Fiji, che servirà al movimento rugbystico per cercare di rinforzarsi e dare sbocco al gran numero di giocatori di livello prodotti, in particolare rispetto alla popolazione tutta.

Come sottolineato dall’entusiastico editoriale del Fiji Sun, quotidiano locale, lo sforzo della federazione figiana è commendevole, e la competizione con le squadre australiane servirà sicuramente ad alzare il livello a cui vengono testati i migliori giocatori locali.

La prima giornata

Vincere subito è rimasta un’illusione per i Fijian Drua all’esordio nel National Rugby Championship, ma gli isolani hanno dimostrato di poter rappresentare una sfida ostica per tutti gli avversari, segnando 6 mete nel 45 a 36 con cui sono stati battuti da Brisbane City, la squadra di Quade Cooper.

Una partita con difese assai allegra: Brisbane conta 30 alla voce placcaggi sbagliati, mentre i Drua addirittura arriva a contarne 35, entrambe attestandosi intorno a una proporzioni di un errore al placcaggio ogni tre tentativi.

E’ poi sulla disciplina che, come spesso succede con le squadre del Pacifico, casca l’asino. La conta dei falli concessi dice 9 a 2, ma ciò che più conta sono i due cartellini gialli che hanno costretto gli uomini di Seruvakula in 14 per ben 20 minuti.

Highlights dalla prima giornata. Come vedete non esattamente il miglior rugby del mondo: ancora il National Rugby Championship deve maturare prima di poter raggiungere il livello di competizioni come l’NPC neozelandese (oggi Mitre 10 Cup) o la Currie Cup sudafricana.

Brutta storia, poi, la citazione per il tallonatore Samu Suguturaga, accusato di aver morso l’orecchio del numero due avversario Andrew Ready. Dovesse essere comprovata la violazione, cosa su cui paiono pochi i dubbi, la stagione di Suguturaga sarebbe già finita qui. Per certi comportamenti, infatti, giustamente i tempi di squalifica sono lunghissimi.

Tra le note positive, invece, la prestazione dell’estremo Nacebe, capace di segnare una doppietta nei primi venti minuti. Impressionante la sua velocità con e senza il pallone fra le mani.

La prima prestazione fa pensare che quantomeno gli australiani abbiano apparecchiato un posto a tavola per un ospite molto, molto divertente.

--

--