Carne da cannone

Gli infortuni condizioneranno il Sei Nazioni 2018. In particolare in prima linea

Ovale Internazionale
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7 min readJan 14, 2018

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Il rugby di oggi è uno sport dove, soprattutto a livello internazionale ma anche a livello di club, i risultati sono decisamente influenzati dallo stato di salute della rosa. I Saracens, una delle squadre che annovera tra le propria fila i migliori talenti d’Europa, rischia di rimanere fuori dalle fasi finali di Champions Cup a causa di una sequela di infortuni che ha coinvolto alcuni dei giocatori migliori nel periodo iniziale della stagione, condizionandone le prestazioni nella più importante competizione europea.

Alla vigilia del torneo più vecchio del mondo, sono quotidiane le news che riportano l’infortunio o la defezione di giocatori internazionali per le loro nazionali, cosa che da una parte finisce con il privare gli spettatori di qualche protagonista e gli allenatori di alcune certezze, abbassando un po’ il livello medio ma al tempo stesso aggiungendo una componente aleatoria che permette anche di vedere nuovi interpreti arrivare alla ribalta del palcoscenico più importante d’Europa.

Problemi di fanteria

Una situazione che accomuna diverse compagini che si troveranno ai nastri di partenza del Sei Nazioni il prossimo 3 febbraio è la carenze di prime linee, della fanteria pesante appiedata che combatte con il muso nel fango per garantire alla propria cavalleria di essere efficace.

Un problema particolarmente urgente per Gregor Townsend, commisario tecnico della Scozia. La nazionale del Cardo è una delle squadre con la cavalleria leggere più entusiasmante e talentuosa, ma storicamente ha la coperta un po’ corta nel pacchetto di mischia e in particolare in prima linea, dove i giocatori di alto livello e capaci soprattutto di reggere il confronti con gli avversari in mischia chiusa non sono poi molti.

L’equiparato sudafricano WP Nel doveva essere la pietra angolare della mischia scozzese a destra, con la maglia numero 3, ma nelle ultime due stagioni il giocatore è stato più spesso infortunato che a disposizione di Cotter prima e Townsend adesso.

Il suo rimpiazzo, il 21enne talento di Glasgow Zander Fagerson, ammirato nello scorso torneo e degno di più di una dozzina di caps nonostante la sua giovane età, è recentemente stato vittima di un infortunio tragicomico in palestra, dove un peso gli è caduto su un piede costringendolo ad uno stop che va dal mese e mezzo alle otto settimane (anche di più a sentire il suo coach nel club, Dave Rennie).

Zander se ne resterà per un po’ sul divano in compagnia del suo cane

Agli infortuni si aggiungono le squalifiche: l’ulteriore alternativa a Nel e Fagerson a destra, Simon Berghan di Edimburgo, che ha già disputato i test match autunnali con la maglia della nazionale, è fuori per il primo turno del torneo a causa del cartellino rosso rimediato nel derby scozzese in Pro14.

Secondi i rumors, la maglia numero 3 potrebbe essere affidata a Jon Welsh, che sta ben figurando in Premiership con i Newcastle Falcons. Sarebbe un ritorno per Welsh dopo essere stato titolare nel famigerato quarto di finale mondiale contro l’Australia nel 2015, nonché l’autore di quell’ultimo fallo che ha deciso la partita in extremis.

I problemi però non si fermano alla posizione di pilone destro, perché se lo sguardo si sposta sullo spot di sinistra c’è altrettanto di cui parlare: Darryl Marfo è stato l’interprete migliore del ruolo nel recentissimo passato per la Scozia, ma problemi alla schiena di non meglio chiarita origine lo stanno tenendo fuori a tempo indeterminato; Allan Dell di Edimburgo è fuori per un problema all’inguine; Alasdair Dickinson, veterano della posizione, sta recuperando da un infortunio che lo terrà sul divano ancora per un bel po’.

È Jamie Bhatti, un altro dei giocatori che hanno ricevuto una chiamata insperata lo scorso novembre, il principale indiziato per la maglia numero uno.

Per chiudere, a tallonatore la Scozia non potrà contare né su Fraser Brown, il titolare fisso dello scorso Sei Nazioni, né sull’esperto Ross Ford. In questo ruolo, però, Townsend potrà contare su Stuart McInally, che di recente ha mostrato in campionato ed in coppa una grande forma.

I problemi (si fa per dire) di Eddie Jones

Uno dei vantaggi dell’Inghilterra rispetto alle sfidanti, si sa, è la profondità della rosa. Una profonditàche in qualche modo verrà messa alla prova durante questo Sei Nazioni, visto il susseguirsi di infortuni che coinvolgono giocatori della perfida Albione. L’ultimo in ordine cronologico è stato Ben Te’o. Il centro neozelandese di nascita manca dalla squadra di Jones da giugno, quando era in tour con i British & Irish Lions, e la squadra ha dimostrato di sapersela cavare bene anche senza di lui.

Tante opzioni ci sono anche all’ala, dove Jones dovrà rimpiazzare, almeno in apertura di torneo, gli infortunati Jack Nowell e Elliot Daly, ma in particolare il secondo ha delle peculiarità uniche che lo hanno reso, col tempo, un pezzo imprescindibile del triangolo allargato inglese.

Alle prese con un infortunio anche il compagno di Daly ai Wasps Nathan Hughes, che è stato il numero 8 della nazionale in maglia bianca in contumacia, mentre Billy Vunipola si riprendeva dai suoi acciacchi. Il giocatore dei Saracens è però pronto a riprendersi il posto, sempre che non sia problematico il danno subito ieri in Champions Cup.

Anche per Eddie Jones, però, la maggior parte dei problemi sono in prima linea, dove la solita marlerata lascia l’ex allenatore di Australia e Giappone con diversi dubbi riguardo la posizione di pilone sinistro.

Certo, avere Mako Vunipola è una certezza non da poco, ma il fratello di Billy è l’unico loosehead con esperienza a livello internazionale a disposizione di Jones. Joe Marler ha ben pensato, come detto, di farsi squalificare nuovamente , mentre la rivelazione di Leicester Ellis Genge ha subito un infortunio alla spalla. Matt Mullan, papabile per rimpiazzarlo, ha problemi alle costole e non è disponibile.

In un rugby dove, per stessa ammissione di Jones, i finishers, coloro che devono finalizzare la partita entrando nell’ultimo quarto, sono essenziali avere un ricambio all’altezza in prima linea è una necessità.

Il candidato principale a rivestire quel ruolo sembra essere un altro giocatore messosi particolarmente in evidenza in questa stagione, Beno Obano di Bath.

Beno Obano, dall’alto dei suoi 120 chili spalmati su 1 metro e 73 di altezza, è noto nel mondo del rap col nome di Sinny. Ah, ed è anche il cugino di Maro Itoje

“Non credo ancora di essere vicino a giocare per l’Inghilterra, se devo essere onesto — ha dichiarato al Guardian il classe 1994, in uscita dal raduno di Brighton dei primi di gennaio — Ho ancora un sacco di duro lavoro da fare.”

Ancora, però, l’arlecchino Joe doveva inventarsi un modo per farsi squalificare.

L’Italia e le altre

È presto per esserne contenti, ma in questo primo giro di convocazioni effettuate da Conor O’Shea gli esclusi per infortunio sono pochi: il lungodegente Campagnaro; Angelo Esposito che purtroppo ha chiuso in anticipo la sua migliore stagione fino ad adesso, nella quale si trovava in seconda posizione nella lista dei metaman del Pro14; Ornel Gega, altro lungodegente in casa Benetton Treviso; e infine Federico Zani, assenza pesante in prima linea.

Dovrebbero non avere invece problemi a recuperare Luca Bigi, che sembra poter essere il nuovo padrone della maglia azzurra numero 2. Il tallonatore si è rotto il setto nasale recentemente, ma per il 4 febbraio ci sarà. Allo stesso modo Nicola Quaglio prenderà proprio il posto di Zani nonostante l’assenza con la sua squadra di club nella trasferta di Tolone a causa di un trauma cranico riportato contro i Cheetahs in campionato.

La coperta in prima linea, per l’Italia, rimane comunque corta: O’Shea ha convocato solo quattro piloni, due destri e due sinistri, per il raduno in vista del Sei Nazioni. Invitati ma non convocati i piloni del Benetton Cherif Traore e Marco Riccioni, entrambi uncapped e, a questo punto, possibili esordienti in una fase più avanzata del torneo.

Escluso Dario Chistolini, non rimangono molti altri nomi papabili per il livello internazionale: i De Marchi e Roberto Tenga, con tutto il rispetto non raggiungono gli standard necessari.

Un punto su cui vale la pena soffermarsi: un ruolo che richiede sempre più ricambio e uomini a disposizione a causa dello stress fisico ha troppi pochi interpreti di alto livello nel panorama italiano.

Il Galles di Warren Gatland è un’altra squadra che sta affrontando un discreto numero di infortuni, a cominciare da quelli delle due stelle Jonathan Davies e Sam Warburton. L’infortunio del capitano dei Lions, peraltro, coincide con l’assenza dell’intera terza linea “storica” dei Dragoni, visto che sono infortunati anche Taulupe Faletau e Dan Lydiate. Anche George North e Allam Hamos non saranno disponibili per la prima parte del Sei Nazioni. Galles che invece recupera proprio in questi giorni Liam Williams, un’arma fondamentale per il XV di Gatland.

La fortuna del CT neozelandese del Galles è che invece alle sue latitudini non si registrano problemi in prima linea. Anzi, il ritorno da un inofrtunio di Samson Lee mette un candidato in più per la maglia numero rossa numero 3.

Stesso discorso per l’Irlanda, dove Furlong dovrebbe essere regolarmente in campo contro Glasgow in Champions Cup nonostante la concussion di sabato scorso contro Ulster. Le brutte notizie per Joe Schmidt arrivano invece dalla terza linea e dal reparto arretrato: Sean O’Brien e Garry Ringrose non saranno disponibili per la selezione in verde. Il primo si è operato al bacino, mentre il secondo ha lo stesso problema alla caviglia che ha tenuto fuori nelle scorse settimane diversi colleghi del Leinster. Mentre sui centri le alternative a disposizione del CT neozelandese dell’Irlanda non sono molte, ci sono diversi candidati a sostituire O’Brien con la numero 7, tutti peraltro made in Leinster. In vantaggio potrebbe esserci quel Josh van der Flier che ha recentemente fatto registrare numeri impressionanti.

La nuova Francia di Jacques Brunel è invece un’incognita totale. Gli infortuni più importanti sono quelli registrati a Clermont: Wesley Fofana e Camille Lopez perderanno tutto il Sei Nazioni. Anche l’altro giocatore di Clermont, il centro Damien Penaud avrebbe potuto reclamare un posto, ma le sue ambizioni sono state altrettanto regolate da uno dei tanti infortuni che hanno falcidiato i gialloblu. Altrettanto vale per Alivereti Raka, l’ala di origine isolana che avrebbe potuto guadagnarsi il debutto, e il compagno Noa Nakaitaci. Mancheranno in terza linea Cancoriet e Goujon, due papabili ma assolutamente non certi della selezione.

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