Io se fossi World Rugby

Gestire il caos delle qualificazioni mondiali non sarà uno scherzo per la federazione internazionale

Ovale Internazionale
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7 min readApr 18, 2018

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“Eduardo, sono appena atterrato a Buenos Aires e ho ricevuto 200 messaggi su questa cosa. Vedrò la partita e sicuramente ci sarà una spiegazione” dice Agustin Pichot, numero due di World Rugby, intercettato su Twitter dal succitato Eduardo, tifoso spagnolo assai deluso dalla sconfitta della sua nazionale lo scorso 18 marzo nell’ultima giornata del Rugby Europe Championship, arrivata inaspettatamente contro il Belgio, pregiudicando una qualificazione storica alla Rugby World Cup che era oramai in tasca alla squadra iberica.

Il fatto è che la sconfitta spagnola è quantomeno controversa, data la prestazione al fischietto di Vlad Iordachescu, 34enne arbitro rumeno del match che secondo i tifosi e i giocatori spagnoli avrebbe condizionato la partita per favorire la propria federazione, grande esclusa dalla kermesse mondiale se la Spagna si fosse guadagnata sul campo il successo sul Belgio.

Censurabile il comportamento dei giocatori della nazionale iberica, che al fischio finale hanno assaltato l’arbitro con intenzioni bellicose, un comportamento inaccettabile qualunque fosse la posta in gioco.

Quantomeno dilettantistico, a voler pensar bene, il comportamento di Rugby Europe (il cui presidente proviene dalla federazione rumena), che ha rifiutato alla Spagna il cambio della designazione arbitrale richiesto con settimane d’anticipo, quando è stato chiaro che la partita contro il Belgio sarebbe stata determinante per capire chi si sarebbe qualificata come Europa 1 fra Spagna e Romania, staccando il biglietto per il Giappone.

Ma la controversia di Belgio-Spagna è solo l’inizio: dal 18 marzo in poi si scoperchia un vero e proprio vaso di Pandora che coinvolge tantissime squadre che lottano per la qualificazione ai mondiali nipponici, mettendo in luce il dilettantismo di Rugby Europe e, conseguentemente, le responsabilità di World Rugby che, ad oggi, si trova con diverse patate bollenti da dover gestire.

Da Tahiti a Bruxelles

Dopo la frittata della designazione di Iordachescu, Rugby Europe prende tempo. World Rugby deve intervenire, vista l’importanza della posta in gioco, e la federazione delle nazionali europee di seconda fascia è esautorata della propria indipendenza per manifesta incapacità.

Il meccanismo di qualificazione alla RWC 2019 è lievemente complesso (fonte: Wikipedia)

Si susseguono i comunicati sul sito ufficiale, l’ultimo dei quali, datato 29 marzo, dichiara che la conference call fissata fra i vertici di Rugby Europe per decidere il da farsi è stata rimandata a data da destinarsi per avere l’opportunità di raccogliere tutte le informazioni e i dati necessari.

Nel frattempo, World Rugby scoperchia il vespaio dell’eleggibilità, squalificando dalle qualificazioni alla Rugby World Cup la nazionale di Tahiti per aver schierato due giocatori di passaporto francese che non avevano completato i 36 mesi di residenza per poter scendere in campo nel match vinto contro la Papua Nuova Guinea, che li avrebbe quindi qualificati al torneo di ripescaggio che assegna l’ultimo posto disponibile ai mondiali.

La sentenza accende i riflettori sul Rugby Europe Championship: in pochi giorni, in un susseguirsi di amari colpi di scena, che non fanno altro che dimostrare l’approssimazione nel comportamento delle federazioni nazionali e di Rugby Europe e la colpevole complessità delle norme che regolano l’eleggibilità dei giocatori, emergono possibili irregolarità da parte di Belgio, Romania e, per ultima, Spagna.

Il Belgio avrebbe schierato un giocatore non eleggibile, tale Victor Paquet, che ha esordito in nazionale contro la Germania. Paquet sarebbe stato considerato eleggibile per il Belgio grazie a un bisnonno belga, ma per World Rugby solo nonni e genitori valgono per essere considerati eleggibili.

Logica vorrebbe che in questo caso al Belgio venga data persa la partita con la Germania, cosa che non cambierebbe le cose nella classifica finale del Rugby Europe Championship né nelle qualificazioni mondiali.

Cosa fare invece con quelle squadre come la Romania e la Spagna, che hanno a più riprese schierato giocatori non eleggibili nel corso del torneo? La Romania ha schierato Sione Fakaosilea, ala tongana che ha disputato sei degli otto incontri valevoli per le qualificazioni mondiali, sulla base dei suoi 36 mesi di residenza in Romania, dove gioca per il Baia Mare.

Peccato che Fakaosilea abbia giocato con la nazionale di rugby a sette di Tonga, e che le nazionali di rugby a sette siano considerate vincolanti per l’attribuzione dell’eleggibilità in nazionale.

Sia che alla Romania vengano date perse tutte le partite di qualificazione ai mondiali dove Fakaosilea è sceso in campo, sia che la squadra venga estromessa completamente dalle qualificazioni, l’effetto è lo stesso: addio Rugby World Cup.

Stesso discorso per la Spagna, dove nel mirino c’è il mediano di apertura di nazionalità francese Mathieu Bélie.

Attenzione perché qui si scende nel complesso per davvero. Come noto, ogni federazione nazionale sceglie una squadra come proprio next senior side, ovvero la selezione, oltre alla maggiore, che vincola un giocatore che ha disputato una partita a non essere eleggibile per altre federazioni nazionali.

Nel 2011, quando Bélie militava nella nazionale under-20 francese, la Francia aveva selezionato come proprio next senior side proprio la selezione giovanile.

Ora, per considerarsi vincolato, un giocatore del next senior side designato deve disputare una partita contro un altro next senior side. Nel 2011 l’unica altra federazione ad aver designato la propria under-20 come tale è il Galles.

Un altro giocatore della Spagna, anch’egli facente parte della under-20 francese nel 2011, Thibaut Visensang, non ha mai giocato contro il Galles. Per questo motivo la sua eleggibilità non è in questione. Solo nel 2014, infatti, World Rugby ha deciso che i membri delle nazionali under-20 che disputano il Sei Nazioni di categoria, il Junior World Championship o il Junior Rugby Trophy sono catturati dalla nazionale con la quale giocano.

Bélie, però, nel 2011 gioca contro il Galles, rendendosi così ineleggibile per qualsiasi altra squadra nazionale che non sia la Francia.

Stando così le cose, le porte sono aperte affinché solo due squadre delle cinque concorrenti del Rugby Europe Championship (la Georgia è già qualificata di diritto) alla qualificazione mondiale rimangano in piedi: la Russia, come qualificata diretta, e il fanalino di coda Germania, che ha accumulato una media di oltre 71 punti subiti per partita nel 2018 (sic!), agli spareggi.

Il provvedimento di World Rugby

Con un comunicato stampa dello scorso 5 aprile, la federazione internazionale ha avvisato che, in un non meglio precisato prossimo futuro, un comitato indipendente esaminerà i problemi emersi durante le qualificazioni europee al Rugby World Cup 2019.

Nel comunicato si legge che World Rugby è molto preoccupata da quanto accaduto durante e dopo la partita fra Belgio e Spagna, in particolare per tutto quanto accaduto in merito alla designazione di un arbitro non neutrale da parte di Rugby Europe.

Forte la presa di posizione nei confronti della partita incriminata: “Avendo considerato tutte le informazioni disponibili, il Comitato Esecutivo di World Rugby e il Board della Rugby World Cup credono che una ripetizione della partita sarebbe nel miglior interesse del gioco.”

Un sentimento che equivale a demolire quel briciolo di autorità che Rugby Europe poteva aver conservato, e che scredita totalmente l’operato dell’arbitro Iordachescu, sebbene sulla base di una evidenza difficilmente dimostrabile.

Nonostante ciò, però, ci sarà ancor prima da fare i conti con i già citati problemi relativi alla eleggibilità. World Rugby ha stabilito che, data la complessità della faccenda, un report completo e indipendente sarà prodotto in merito al tema. Secondo quanto scrive World Rugby il comitato indipendente dovrebbe essere convocato as soon as possible.

Infine, con una doverosa chiusa, World Rugby informa che un altro panel è stato incaricato di prendere in considerazione la condotta dei giocatori al termine del fischio finale di Belgio-Spagna.

UPDATE: dopo la chiusura di questo articolo sono arrivate i primi provvedimenti. Le sanzioni sono in effetti gravose

Intanto la situazione è bloccata: la partita prevista per il 4 aprile scorso fra la seconda classificata delle qualificazioni (che con i risultati ad oggi ufficiali sarebbe la Spagna) e il Portogallo non si è disputata.

Le decisioni che aspettano World Rugby sono difficili, ma c’è la necessità di far rispettare le norme in vigore con la massima precisione per dare credibilità al sistema, e se a proseguire il percorso di qualificazione dovessero essere Russia e Germania, che non hanno conquistato niente sul campo, così sia.

Se dovessero essere confermate le ineleggibilità dei giocatori citati, World Rugby non avrebbe altra alternativa che eliminare Spagna e Romania dal processo di qualificazione. Dato, infatti, che sia Belie che Fakaosilea sono scesi in campo nella sfida fra le due nazionali a Madrid dello scorso diciotto febbraio, sarebbe impossibile agire come nel caso di Tahiti e dare partita persa a qualsiasi delle due squadre.

Diverso il discorso per il Belgio, che verrebbe escluso dalla qualificazione perdendo a tavolino la gara contro la Germania dove è stato schierato il giocatore non eleggibile. Anche se un verdetto comune per tutti gli imputati sarebbe raccomandabile.

Ai giocatori della nazionale resisi maggiormente protagonisti del tentato assalto a Iordachescu dovrebbe invece essere comminata una squalifica esemplare: nessuna ragione al mondo può giustificare tale atteggiamento dopo il fischio finale.

Infine, due ultime azioni ritengo sarebbero quanto di meglio World Rugby possa pensare di fare: per prima cosa fare pressioni, in maniera più o meno esplicita, su Rugby Europe per le dimissioni del board, che ha gravemente messo a repentaglio una competizione importante come le qualificazioni al principale evento ovale esistente, prendendo al contempo in considerazione la possibilità di organizzare in maniera indipendente le qualificazioni; in secondo luogo, procedere ad una revisione e semplificazione delle norme che regolano l’eleggibilità dei giocatori: una possibilità per cambiare uno dei nodi più discussi del mondo ovale e porre un freno all’equiparazione selvaggia.

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