L’aura del capitano

Il Sei Nazioni di Guilhem Guirado è finito con una settimana di anticipo, ma il suo rimane un Torneo straordinario

Ovale Internazionale
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5 min readMar 14, 2018

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50 placcaggi nelle prime due partite, di cui 31 davanti al proprio pubblico, a Parigi contro l’Irlanda. Questo è Guilhem Guirado, condottiero senza macchia e senza paura della Francia, in prima linea in campo e fuori, e non solo in mischia chiusa.

Lo circonda una energia particolare, un carisma naturale che lo rende immediatamente riconoscibile, come un vessillo che garrisce al vento e che la fanteria riconosce nel momento più duro della battaglia.

Ha giocato un Sei Nazioni da protagonista, portando insieme ai compagni la Francia da disgrazia nazionale a squadra con un orgoglio ritrovato, dopo la vittoria sull’Inghilterra. Un orgoglio che non ha mai perso, andando avanti a testa alta e lasciando sempre tutto quello che aveva sul terreno di gioco, indipendentemente dal risultato finale.

Un infortunio al ginocchio sinistro lo terrà fuori dall’ultima giornata del Sei Nazioni, un’assenza pesante per la Francia, ma che non scalfirà il Torneo da campione di Guilhem Guirado.

I 31 placcaggi contro l’Irlanda di Guirado sono un nuovo record per una singola partita del Sei Nazioni, eguagliando il precedente record di Luke Charteris

Catalano

Il tallonatore della Francia si afferma come uno dei migliori nel suo ruolo in tutto il paese con la maglia sang et or del Perpignan, squadra catalana di altissimo profilo nel primo decennio degli anni Duemila.

Nato a Ceret, nei Pirenei Orientali, in una cittadina più vicina a Barcellona che a Tolosa, Guirado esordisce con la squadra principale della sua regione nel 2005, a 19 anni.

Il giovane Guirado è uno dei talenti più in vista de rugby transalpino: nel 2006 vince il mondiale under-21, antenato del World Rugby under-20 Championship, con la giovanile francese in finale contro il Sudafrica, con il punteggio di 24 a 13.

Si ritaglia quindi un posto nella prima squadra del Perpignan, con il quale 3 anni dopo aggiunge al suo palmares un altro trofeo: si tratta questa volta dell’ambito Bouclier de Brennus, vincendo il Top 14 nella stagione 2008–2009, la stessa in cui Dan Carter approdò per alcuni mesi proprio a Perpignan prima di rompersi il tallone d’Achille.

David Marty segna la meta del vantaggio di Perpignan nella finale vittoriosa del 2009. Uh-oh… guarda un po’ chi esulta sulla panchina catalana

Nella finale Guirado entra a partita in corso, sostituendo il tallonatore rumeno Marius Tincu. Sarà invece titolare fisso dei catalani nella stagione successiva, quando la doppietta non riesce al Perpignan, sconfitto questa volta nella finalissima del campionato francese.

Sarà l’ultimo acuto di una squadra che dal 2010 in poi vedrà il proprio successo sfaldarsi e cadrà drammaticamente in disgrazia. Intanto Guirado racimola presenze importanti con la maglia della nazionale francese, ad esempio come terzo tallonatore al mondiale del 2011.

Nel 2014, infatti, esattamente cento anni dopo il primo scudetto francese ottenuto, Perpignan retrocede in ProD2, passando in sole quattro stagioni dalla finale alla seconda serie, e dopo che nella stagione precedente la squadra era comunque finita settima, a un passo dai playoff.

Giunge quindi il momento per il tallonatore di guardarsi intorno. Per rimanere ai massimi livelli, ambire a giocare l’imminente coppa del mondo con la nazionale, bisogna assolutamente rimanere in Top14, meglio se con una squadra di alto profilo.

Perpignan ha già perso Nicolas Mas durante la stagione precedente, e in ottobre l’altro internazionale Vahaamahina firma per Clermont. La situazione economica del club è piuttosto critica,

La squadra di alto profilo, infine, Guirado la trova: già a novembre del 2013, il Tolone annuncia la firma del giocatore per rimpiazzare Sebastien Bruno, sul viale del tramonto.

Rouge et noir

Dal sangue e oro catalano al rossonero di Tolone, il passo è più breve di quello che sembra. A Tolone Guirado entra in punta di piedi in una rosa che ha appena aggiunto Leigh Halfpenny e Mamuka Gorgodze a un organico già stellare che ha conquistato la doppietta coppa europea+campionato nella stagione precedente.

Di lui dicono che sia taciturno, non uno dei più espansivi. Romain Taofifenua, sua compagno in precedenza a Perpignan, in un’intervista a Le Parisien lo racconta in maniera un po’ diversa.

“E’ un tipo silenzioso, abbiamo un po’ lo stesso carattere. Però una volta che lo consci bene, è un burlone. Mi ricordo che a Perpignan aveva preso le chiavi della macchina di mio fratello (Sebastién, da poco anch’egli giocatore del Tolone, ndr) e l’aveva completamente riempita di coriandoli. Due mesi dopo, se accendevi l’aria condizionata, era ancora carnevale.”

Il Tolone è una macchina da guerra: conquista di nuova la Champions Cup nella stagione 2014–2015, e finisce primo la stagione regolare di Top14, senza mai essere stato sotto la terza posizione per tutto l’anno. Finirà clamorosamente eliminato dallo Stade Français in semifinale.

Alla coppa del mondo del 2015 è il titolare della squadra francese che subisce l’ulteriore vendetta neozelandese, che stavolta dilaga e stravince i quarti di finale contro i galletti.

La stagione successiva vede Tolone fermarsi ai quarti di Champions Cup, ma riuscire ad arrivare fino in finale di campionato. Una finale speciale per Guirado, che da capitano guida la sua squadra sul Camp Nou di Barcellona, catalano in terra catalana.

Una finale dove il Tolone non riesce a esprimersi ai livelli abituali, e che il Racing Metro vince nonostante un cartellino rosso per Maxime Machenaud prima del ventesimo del primo tempo.

Si consolerà poi con la promozione a capitano della Francia, voluta da Guy Novès nel momento del suo insediamento e mantenuta da quel Jacque Brunel con cui Guirado è cresciuto fino a diventare un punto di riferimento nel suo ruolo nel campionato più duro del mondo.

Radici

“Fino a 15 anni, questo era il mio unico punto di riferimento” dice Guilhem Guirado in un mini-documentario su di lui prodotto da Sociètè Generale, uno degli sponsor della nazionale francese, e intitolato Guilhem Guirado, Capitaine. Si riferisce al paesino di Arles-sur-Tech, quello dove è cresciuto come persona e come giocatore negli anni della gioventù e dell’adolescenza.

Un paese di montagna, fra boschi e valli, con un campo da rugby per passare il tempo durante la stagione invernale. La forza di Guirado, dicono lui e i suoi genitori nel video, è ricordare sempre da dove viene.

In blu. Cosa significa la nazionale per Guilhem Guirado

E’ anche uno dei motivi per cui Guilhem Guirado funziona così bene in una città come Tolone, un ambiente simile a quello da cui proviene anche se di mare e non di montagna, con quella semplicità provinciale che rende tutto più facile, come calzare una scarpa già comoda.

Nello stesso documentario di Sociètè Generale compare a un certo punto Jonny Wilkinson, che nel 2014, l’anno precedente all’arrivo di Guirado a Tolone, si era ritirato. L’anno successivo Wilkinson ha l’occasione di dare una mano alla sua ex squadra in alcuni allenamenti, e nel video conclude il suo intervento così: “Ho avuto l’impressione che andasse a una sola velocità: al massimo.”

E’ forse per questo che Guilhem Guirado è una figura che ispira compagni e spettatori in maniera così intensa, e con un’aura quasi mistica intorno alla sua figura di comandante delle truppe in campo. Fuori è una persona tranquilla, silenziosa al limite del taciturno, ma al tempo stesso schietta e diretta: alla stampa francese non ha avuto paura di parlare dei problemi della nazionale dopo le sconfitte, esigendo di più da sé stesso e dai suoi compagni. Dentro è semplicemente una palla da demolizione, sempre al massimo, senza compromessi.

E quando il comandante è in prima fila, i soldati lo seguono eccome.

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