Prototipo

Perché Sam Simmonds sarà uno dei protagonisti del prossimo Sei Nazioni

Ovale Internazionale
Ovale Internazionale
5 min readJan 29, 2018

--

Hai quella t-shirt seminuova, quella che non hai messo praticamente mai, anzi, hai più spesso passato a vostro fratello. Se ne sta lì tutta sgualcita, visto che era in fondo al cassetto, persino sotto ai boxer ereditati dal nonno.

Gli fai fare un giro in lavatrice. Non è poi così male. Ci esci.

Lei, che ti aveva sempre ignorato con aria di superiorità, ti sorride quando entri nel bar. Quando ti offre da bere, nemmeno ci credi. Quando ti svegli e la vedi accanto a te, incominci a darti dei pizzicotti per capire se stai sognando.

Benedetta quella maglietta. Benvenuti negli ultimi dodici mesi di Sam Simmonds.

“Sam Simmonds. Storming through”

Figlio del Devon

Un anno fa Sam Simmonds tornava a casa dall’allenamento quotidiano con la speranza di essere scelto per giocare almeno nel prossimo turno di Anglo-Welsh Cup.

Fino a quel momento la sua squadra, gli Exeter Chiefs, lo avevano girato in prestito ai Cornish Pirates, in Championship, per fargli fare minuti ed esperienza, ma il ragazzo aveva accumulato pochi degli uni e pochi dell’altra, faticando a trovare un posto da titolare anche nella seconda divisione inglese.

Domenica Sam Simmonds si guadagnerà il suo quarto cap internazionale con l’Inghilterra campione in carica del Sei Nazioni. A febbraio dell’anno scorso è poi arrivato quell’agognato debutto con i Chiefs, proprio in Anglo-Welsh Cup, contro i London Welsh.

Poi la meta contro i Saracens, nella semifinale di Premiership dello scorso anno. Entrato dalla panchina Simmonds segna la marcatura che decide la partita e l’eliminazione della corazzata londinese dalla gara per il titolo.

Solo una settimana più tardi Simmonds alza il trofeo insieme ai compagni e inizia una spirale di crescita che vortica sempre più rapidamente: il nuovo anno lo consacra come numero 8 titolare dei campioni d’Inghilterra, mettendo a segno prestazioni notevoli una dietro l’altra.

A novembre le medesime prestazioni gli assicurano la chiamata di Eddie Jones, che lo mette sull’attenti, chiedendogli di mettere su altra massa muscolare e che lo vede più come un numero 7 che un numero 8.

L’atipicità fisica di Simmonds, però, è proprio ciò che cattura l’occhio e la ragione del suo skillset unico. Nonostante le lamentele Jones gli concede tre presenze nei test autunnali, scegliendolo come titolare per l’ultimo test contro Samoa.

Qui un piccolo saggio di cosa si intende per skillset unico: anche il vostro numero 8 ha questo gioco di piedi?

Domenica, salvo sorprese clamorose di Eddie Jones, sarà di nuovo il titolare della maglia numero 8 a causa degli infortuni di Billy Vunipola e Nathan Hughes.

Nato e cresciuto nel Devon da una famiglia di pescatori, Simmonds rimane con i piedi per terra quando si tratta di ripensare all’anno trascorso e a ciò che ha portato con sé. E’ stato di recente oggetto delle attenzioni di tutti i maggiori quotidiani inglesi, proprio per la sua storia particolare, ma al Guardian ha ammesso: “Solo un paio di anni fa nemmeno immaginavo che potesse accadere.”

“Ho parlato con ragazzi che hanno detto ‘ho sempre saputo che avrei giocato in nazionale’. Io ad essere onesto mi concentravo solo sul riuscire a giocare in Premiership.”

Torquay tornado

Il ragazzo di campagna è pronto a scendere in città: con i suoi 23 anni e una gavetta che, dopo la academy dei Chiefs, oltre ai Cornish Pirates ha annoverato anche prestiti al Plymouth Albion, la sorpresa Sam Simmonds, uno che non ha mai neanche visto la maglia della nazionale giovanile, è sbocciata, e promette fuoco e fiamme agli avversari.

Ne sanno già qualcosa i Glasgow Warriors e il Montpellier, travolti dalla furia di Simmonds nel girone di Champions Cup, dove Exeter ha mancato di poco l’accesso ai quarti di finale in un girone d’acciaio.

Come già accennato, si tratta di un numero otto leggermente atipico, ma che per questo rappresenta un prototipo esemplificativo della direzione che ha preso il rugby di alto livello negli ultimi tempi: se Billy Vunipola e Nathan Hughes sforano di slancio i 120 chilogrammi di peso, Simmonds ha da poco superato quota cento, distribuiti su un fisico compatto ma estremamente asciutto.

Invece che avanzare al suono del fischio del treno come Hughes o con il rombo baritonale da trattore che hanno le cariche di Vunipola, Simmonds è eccezionalmente rapido e leggero sugli appoggi, praticamente impossibile da placcare frontalmente. La sua capacità di uscire dal frontale senza perdere velocità è praticamente inedita per un giocatore del suo ruolo e non sorprende se quattro o cinque anni fa, nelle serie minori, venisse in emergenza dirottato a giocare fra i centri.

Rivediamo questa meta che era già presente nel primo video di highlights: Exeter aggira la difesa dei Falcons passandosi il pallone senza avanzare, ben dietro la linea del vantaggio, perché ha due uomini in più al largo. Quando la palla arriva a Simmonds è come se tutto improvvisamente finisse in una centrifuga: l’accelerazione repentina scava un solco rispetto alla difesa. Quindi, visto che l’ala avversaria è abbastanza ostinata da tornare a inseguire il compagno all’esterno, pronta a braccarlo sul passaggio, Simmonds si esibisce in un doppio cambio d’angolo all’interno da giocatore di Sevens che mette a sedere non uno, ma entrambi i giocatori avversari in copertura.

Non per questo Sam Simmonds non è un giocatore potente, anzi, fa dell’esplosività la sua caratteristica principale ed è così difficile da fermare proprio perché abbina cambi di direzione fulminei e velocità alla potenza muscolare. Ha un upper body molto forte, che gli permette di affrontare bene i contatti e di essere una preda difficile per chiunque tenti di placcarlo al di sopra delle ginocchia.

Oltre a essere esteticamente affascinante ed elettrizante, la sua maniera di giocare in attacco e le caratteristiche che mette al servizio di questa attività rappresentano il sentiero che il rugby deve percorrere per liberarsi dell’esasperazione dei contatti fisici e progredire al gradino evolutivo successivo. Ciò che rende ancora più impressionante le sue caratteristiche è il ritmo e la quantità di lavoro che mette in campo, una dinamo continuamente fra i protagonisti dell’azione.

A queste caratteristiche si abbinano una serie di abilità difensive tipiche del numero 7, rafforzate da un baricentro basso che lo rende ostico contendente in ogni punto d’incontro dove decide di provare a ottenere il possesso del pallone.

Col Sei Nazioni in procinto di iniziare, Simmonds arriva ad uno dei palcoscenici più attesi con la possibilità di fare un ultimo, definitivo salto di qualità e stabilirsi di diritto nella èlite mondiale dei numeri otto, diventando un serio contendente per la maglia numero 8 della nazionale, finora appannaggio di Vunipola e, in sua assenza, di Hughes.

Per utilizzarlo al meglio, però, l’Inghilterra dovrà assicurarsi di fornirgli palloni in movimento, lanciato in piena velocità, in maniera un po’ diversa rispetto allo stile da bulldozer di Vunipola. L’unico rischio di non riuscita dell’esperimento sta proprio nel rischio di utilizzare Simmonds come una copia magra di coloro che sostituisce, un errore che da uno staff come quello inglese non possiamo aspettarci.

La partita contro l’Italia di domenica sarà già un termometro importante per capire se il 23enne ha le spalle quadrate come sembra per trasformare la pressione in carburante positivo e rispondere al meglio alle sollecitazioni del proprio staff tecnico. Un ulteriore upgrade al già sofisticatissimo software di Eddie Jones e dell’Inghilterra in vista di un futuro che ormai è già qui.

--

--