Da cameriere a rider durante il Covid

La storia di Basilio Perotti

TackPay
HORECA Italiana
5 min readMar 22, 2021

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Basilio Perotti 28 anni, di Monterubbiano, da tre anni vive e lavora a Milano come cameriere.

La sua azienda, in questo difficile periodo, ha cambiato la sua mansione passandola da cameriere di sala a Rider, lavorando 8 ore al giorno.
Il suo compito è quello di effettuare consegne a domicilio e questo gli ha consentito, non solo di continuare a lavorare in un momento di totale stallo per la quasi totalità del mondo dell’occupazione, ma di poter continuare a svolgere con passione ciò che ama di più.

1)Com è maturata la decisione di trasferirti a Milano?
Ho deciso di trasferirmi a Milano circa tre anni fa. E’ stata una scelta dettata soprattutto dalla voglia di crescere dal punto di vista professionale. Ero stufo di andare avanti con la precarietà di lavori stagionali e mi sentivo limitato dalle poche opportunità lavorative offerte dal luogo in cui vivevo.
Una parte rilevante, in questa mia scelta, l’ ha avuto il periodo in cui ho vissuto in Australia, grazie al quale ho realizzato che per riuscire a creare qualcosa è importante avere esperienza e partire dal principio e per questo, bisogna trovare il posto giusto e Milano lo era in quel momento.
Ora, sono fiero di questa scelta perchè, nonostante gli inizi non siano stati facili, questa “Big City” mi sta dando molte soddisfazioni sia a livello lavorativo che professionale.

2)Da quanti anni lavori nel servizio della ristorazione?
Ho iniziato a lavorare nella ristorazione circa dieci anni fa, quasi per caso. Come in tutti i nuovi inizi, nè ho scoperto la bellezza un pò alla volta, fino a non riuscirne a farne a meno in seguito.
Ho un rapporto molto complesso con il lavoro, per via degli orari, che comportano uno stile di vita diverso da quello di tutti coloro che hanno un lavoro con orari standard, ma nonostante questo, ricavo grandi soddisfazioni dal servizio che svolgo.

3)In cosa ti hanno aiutato le tue precedenti esperienze lavorative?
I miei diversi impieghi hanno sicuramente forgiato il mio carattere, facendomi diventare la persona che sono oggi.
Ho molta più pazienza rispetto a qualche anno fa ed ho trovato un equilibrio che, assieme alla passione per il lavoro, mi aiuta a svolgere al meglio tutte le mie attività.

4)La tua mansione è stata cambiata a partire dal mese di Marzo, passando da cameriere a rider, come la stai vivendo?
Questo cambiamento non mi disturba affatto perchè, nonostante mi manchi il contatto diretto con i clienti, riesco ugualmente a ricavare un’ energia positiva da ciò che faccio.
So che stoconsegnando ai nostri clienti dei prodotti di prima qualità in un momento molto difficile e vedere le loro espressioni soddisfatte, mi riempie di emozione e mi spinge a fare sempre meglio.
Non a caso, la mia frase di presentazione è: Sorridi agli estranei e potresti cambiare una vita!

5)Il settore della ristorazione è certamente uno dei più colpiti dall’emergenza sanitaria, il modello di Rider e conseguente E-Commerce, potrebbe essere una soluzione per mantenere il proprio lavoro e consentire al settore di emergere da questa difficile situazione?
Certamente. Questa transizione rappresenta un periodo di prova che può contribuire a comprendere meglio le potenzialità del Settore.
Ovviamente non è un buon momento, ma proprio per questo, è importante sapersi reinventare, questo nuova modalità di lavoro permette almeno di porre rimedio ai più urgenti problemi lavorativi ed economici che dobbiamo affrontare noi giovani.
Potrebbe anche essere un’opportunità per valorizzare il nostro lavoro che, al contrario di quanto sostengono alcuni, è comunque un’attività rispettabile e con una sua rilevanza sociale.

6)Ritieni che questo modello potrà essere replicabile nel territorio fermano?
Ho amici e parenti che lavorano nel fermano, nell’ambito della ristorazione, e so che alcuni di loro, come il Ristorante Rivamare a Marina di Massignano, ha iniziato ad adottare il modello del delivery con consegna a domicilio.
In questo modo, oltre a far sentire la loro presenza ai propri clienti, possono creare un canale di comunicazione con futuri clienti.
Qui a Milano e nel Nord Italia in generale, la questione è più semplice perchè il mezzo è già diffuso e le persone vi sono maggiormente abituate.
Nelle Marche invece, oltre a non essere una modalità radicata, si aggiunge la difficoltà di raggiungere diversi paesi in un territorio frammentato.
Di certo, se si svilupasse questa nuova mentalità, molte persone nè trarebbero beneficio: penso agli anziani che, grazie ad un ordine effettuato da figli o nipoti, potrebbero ricevere la spesa comodamente a casa.
Inoltre, così facendo, si potrebbero generare nuovi posti di lavoro, anche se ancora poco retribuiti.
Aumentando gli ordini, aumenterebbe la richiesta di Rider e si potrebbe generare un circolo virtuoso. E’ una visione ottimista, ma potrebbe essere applicata al territorio, studiandone le peculiarità.

7)Cosa ti manca di più del tuo paese, Monterubbiano?
Di Monterubbiano mi manca tutto.
Mi mancano l’aria pulita ed i suoi panorami; mi mancano i parenti, gli amici e persino i conoscenti.
Mi manca passeggiare per le vie del paese, ridendo e scherzando con gli amici di sempre, mi mancano le feste, le sagre, e la rievocazione storica della Pentecoste.
Insomma, tutto…amo il mio paese ed ogni volta che torno per le vacanze, sono entusiasta all’arrivo e triste alla partenza.

8)Come immagini il tuo futuro?
Domanda difficile! Sicuramente mi immagino con la mia attuale compagna di vita e, con lei al mio fianco, vorrei poter realizzare il mio sogno di avere un locale tutto mio.
Vorrei aprirlo a “casa”, nelle Marche, perchè credo sia una delle regioni più belle d’Europa, dove abbiamo la fortuna di avere, nel giro di pochi chilometri, mare, montagna e colline.
Penso che dobbiamo valorizzare il nostro splendido territorio e farlo conoscere al resto d’Italia ed all’Estero, puntando sulla nostra capacità e voglia di fare.
Sono una persona che ama vivere nel presente e godersi ogni istante, perchè, sono convinto, che il futuro lo creiamo nel qui ed ora e nella vita non sono importanti i passi che fai ma le impronte che lasci.

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Tratto dall’intervista di Barbara Palombi per Vivere Fermo.

Link all’originale: https://www.viverefermo.it/2020/04/27/monterubbiano-da-cameriere-a-rider-la-storia-di-basilio-perotti/785387

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