Quello che sto imparando sullo scrivere ogni giorno

Fabrizio Rinaldi
2 min readMar 1, 2015

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Prima avevo l’abitudine di scrivere oltre 250 parole al giorno, ogni giorno. Scrivevo la mattina, quando mi colpiva l’ispirazione, e talvolta scrivevo o modificavo o pubblicavo post sul mio blog personale (ora piuttosto trascurato) prima di andare a lavorare a Manhattan. Oppure, scrivevo la sera dal mio appartamento a Brooklyn (il mio primo appartamento), dopo aver buttato giù un paio di birre o bicchieri di vino in città, con gli amici. Mi sedevo su quel divano IKEA bianco sporco (e piuttosto lordo) con i piedi appoggiati su quel tavolino IKEA marrone scuro (sì, hai capito quale) e scrivevo e scrivevo, mentre un temporale o chissà quale altro strano fenomeno atmosferico di Brooklyn aveva luogo fuori dalla finestra. Oppure, finivo di scrivere e salivo la scala antincendio per osservare il ponte Verazzano Narrows, che assurdamente potevo vedere dalla scala antincendio del mio palazzo a Crown Heights (che oggi è di moda).

A un certo punto, però, ho smesso di scrivere ogni giorno. Non so perché. Penso di essermi esaurito a causa di tutte le cose che sentivo di *dover* scrivere e a causa di tutti i viaggi che dovevo (e amavo) fare per parlare alle conferenze. Poi ho incontrato una ragazza (che ora è mia moglie), ho iniziato a fare altri progetti che pensavo mi avrebbero portato più avanti (uno va ancora forte), e la scrittura è finita in secondo piano.

Poi il mio cervello si è annebbiato. Tempo fa ho capito che la mia mente ragiona meglio quando scrivo. Esco dalla mia testa e metto i pensieri nero su bianco, e improvvisamente la mia mente è più limpida e mi concentro di più sulle cose che devo fare. Per questo sto cercando di scrivere di più e far uscire i pensieri dalla mia testa.

Ripartire però è difficile. Mi sentivo strano quando la gente mi chiedeva come facevo a scrivere e pubblicare così tanto, e la mia risposta era “scrivo tutti i giorni”. Scrivere ogni giorno era più semplice perché avevo fatto pratica a scrivere ogni giorno. Proprio come ci riesce più facile fare yoga o stretching se lo facciamo costantemente, la scrittura è una pratica e un muscolo da allenare. Quando non lo alleni, si atrofizza e riparti quasi da zero. Solo il tempo saprà dire se sarò in grado di tornare alle mie vecchie abitudini di scrittura più velocemente di quanto ho impiegato a crearle. Potrei tenervi aggiornati. Oppure no.

Forse ciò che scrivo si trasformerà in qualcosa di più lungo (MG Siegler ne ha parlato qui) o forse non lo farà. Forse pubblicherò i miei pensieri o forse non lo farò. Forse qualcosa che scriverò attecchirà e un sacco di gente lo noterà e questo mi spingerà avanti. Forse non succederà.

Ma questo non è ciò che conta. Ciò che conta è scrivere per amore per la scrittura. Quindi, scriviamo.

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