I neri sono come il cappuccino alle spezie

Monica Cainarca
7 min readDec 2, 2014

Sono stufo di sentire le lagne di voi altri su Ferguson.

Ehi, questa è solo una breve nota a tutti i miei amici afroamericani su Facebook che erano con me al liceo. Lo so, non ci sentiamo più da un po’, ma non è perché sono razzista, sono solo molto impegnato con il lavoro.

Statemi a sentire. Non posso nemmeno aprire Facebook o Twitter senza vedere una delle vostre lamentele su Ferguson. Stamattina sono andato su Facebook per condividere le immagini del mio nuovo cagnolino e tutta la mia sezione notizie era piena di gente che postava lagne e discussioni. Siete riusciti anche a far lamentare alcuni dei miei amici bianchi.

State invadendo il mio spazio personale. Ormai non mi sento più a mio agio online. E per cosa poi? Solo perché il procuratore distrettuale ha mentito al gran giurì?

E allora? Michael Brown era comunque un delinquente. Non era certo un angelo, ha rubato delle cose. E poi, era enorme! Una cosa tipo 140 chili per quasi 2 metri di altezza. Un teppista dalla testa ai piedi. Non potete trovare qualcuno di più rispettabile per cui protestare?

E adesso alcuni di voi in altre città stanno protestando, per le strade! State bloccando il traffico. Non ne faccio una colpa al tipo che ieri è andato a sbattere con l’auto contro la folla di manifestanti.

State disturbando persone che non vogliono avere niente a che fare con questa storia. Non vogliamo pensarci, perché ci state costringendo a farlo?

Perché? Non siete nemmeno lì a Ferguson, quindi questa storia non ha nulla a che fare con voi. Ecco una cosa che una mia amica ha scritto sulla sua bacheca di Facebook e mi sembra un’ottima osservazione:

Non capisco cosa sperano di ottenere. Che il giudice a Ferguson ribalti la sentenza perché stanno bloccando l’autostrada? Qualcuno tra quelli che sono rimasti bloccati in auto ha forse la MINIMA influenza sul caso? Non ha senso. È come se io mi mettessi a protestare contro McDonald’s perché da Starbucks non hanno il cappuccino alle spezie.

Davvero, voi altri vi state lagnando per nulla. La giustizia si è pronunciata.

Protestare per la morte di un afroamericano è esattamente
come lamentarsi di non trovare il cappuccino alle spezie.

E poi è inutile! Voglio dire, pensateci. So che voi altri avete marciato su Washington nel 1963, e sì, quella volta si è ottenuto qualcosa. E so che le donne hanno marciato nel 1913 ed è servito per ottenere il diritto di voto.

Ma all’epoca non avevano scomodato un sacco di gente, e comunque alla gente non davano tanto fastidio le marce. In più, adesso va tutto alla grande! Siamo nel 2014, abbiamo buone leggi e il razzismo non è più così diffuso. Tirare di nuovo in ballo storie già archiviate come state facendo voi altri è solo fastidioso. Siete quasi peggio di quelle rompiscatole delle femministe.

Ecco perché sono d’accordo con un altro mio amico. Lo so che non tutti gli afro-americani sono cattivi, ma quelli che protestano stanno rovinando le cose per tutti:

Il mio amico è nell’esercito, per la cronaca. Sa di cosa sta parlando.

Quella sera mi sono sintonizzato sulla radio della polizia. La gente di Ferguson va annientata.

Alcuni di voi devono essere annientati, per il vostro bene. Non lo capite?

Martin Luther King non aveva forse un sogno, che conta più quello che abbiamo dentro? Io non vedo il colore della pelle, non mi importa. La mia politica è che sono daltonico, tratto tutti allo stesso modo. Ecco perché ho voi, i miei amici afroamericani. Voi siete brava gente e bravi lavoratori, non come quasi tutti gli altri, fannulloni e coatti che non parlano bene l’inglese.

Perché non fate come me e ignorate la razza? Se lo facciamo tutti, non conterà più nulla. Ma se continuate a creare divisioni, ci costringerete a non provare più simpatia per voi, e potremmo anche iniziare a portare via quello che vi abbiamo concesso.

Tutti voi altri che parlate di razzismo — siete voi i veri razzisti (e scusate).

Ecco perché odio questa roba che vedo su Facebook. Se dovete proprio lamentarvi, almeno fatelo sul vostro social network afroamericano, no? Non avete mica BlackPlanet? Lasciate in pace la gente normale come noi. Smettete di sbatterci questa roba sotto gli occhi.

Non fraintendetemi. Sono andato al college e ho studiato un po’ di storia. Lo so che le cose un tempo andavano male per voi. Ma se gli afroamericani si sforzassero di più, non andrebbe forse tutto a posto? Io mi sono dato da fare, ho un lavoro, pago le tasse. C’è un tizio afroamericano nel mio ufficio, è una brava persona. Non si adatta proprio benissimo alla cultura aziendale, quindi non viene promosso così spesso come me, ma è uno che lavora sodo. Perché non vi sforzate di essere come lui, perché non risolvete il problema della criminalità tra i neri?

Guardate queste foto. Tutto il disastro che state provocando. Credete che fare così serva a qualcosa? Pensate che Martin Luther King approverebbe?

Ah no, un momento, queste sono le foto del casino che è scoppiato quando i Seahawks hanno vinto il Superbowl quest’anno. Come non detto.

Ma adesso vi state lamentando per un teppistello di 12 anni che è stato ucciso perché giocava con una pistola. Non ha niente a che fare con la razza! Che cosa vi aspettavate? Avrebbe solo dovuto obbedire agli ordini del poliziotto.

Oh sia chiaro, anch’io odio i poliziotti. Una volta mi hanno fermato mentre guidavo la Mercedes di mio papà. Stavo solo andando a una cinquantina di km all’ora sopra il limite e il poliziotto è stato proprio antipatico con me. Maledetti sbirri.

E ora sento dire che volete boicottare il Black Friday.

Davvero non capisco. Non è un po’ come una di quelle email tipo “non fare benzina martedì prossimo” che mi arrivavano quando usavo ancora AOL? Non spenderete lo stesso quei soldi il sabato? A che serve una cosa così? Non se ne accorgerà nessuno!

O forse esiste una qualche rete segreta di shopping per afroamericani dove fate acquisti solo voi, tipo magari vi danno sconti sui CD di Beyoncé? (Se esiste, uno di voi mi può mandare il link? Adoro Beyoncé.)

Ma oh, se vi fa sentire meglio, e se vi impedisce di finire su tutte le TV a tutte le ore, fate pure. Spero solo che tutta questa situazione si calmi prima di Natale, perché già mi avete rovinato il giorno del Ringraziamento. So già che stasera alla cena in famiglia mi toccherà stare a sentire la zia Janice che sbraita sugli afroamericani. Basta darle un cocktail e attacca con “quegli sporchi negri” e “quei negri bastardi”. (Non è razzista, è solo all’antica.)

Vi dico io cosa mi farebbe dar fuori.

Mi farebbe dar fuori di testa se, per dire, dieci di voi altri venissero alla mia chiesa domenica e chiedessero gentilmente al pastore di dire due parole su Ferguson. Senza essere scortesi (perché allora potremmo dire che eravate “arrabbiati”), solo per chiedere al pastore di parlare di qualcosa dalla vita reale e di come reagirebbe Gesù. Dirci se a Lui sta bene che noi ignoriamo i nostri fratelli, se a Lui sta bene che vi vediamo come demoni.

Ecco perché il vostro stupido boicottaggio del Black Friday a me va anche bene. Fate quello che vi pare, quando volete, per conto vostro. Statevene a casa.

E se morite, tenetevelo per voi. Probabilmente sarà stata colpa vostra.

Non sono razzista, ma voi avete le vostre chiese e noi americani abbiamo le nostre, è più comodo così. Così non dobbiamo pensare a voi. Ma se venite qui da noi e anche solo con la vostra presenza ci obbligate a riconoscere che c’è qualcosa di serio che non va nell’America di oggi, be’, quello mi metterebbe davvero a disagio.

Non voglio sentirmi a disagio.

Ma realisticamente, non credo che verrete nella mia chiesa, ed è un sollievo. Francamente sono un po’ sorpreso per il fatto stesso che state protestando, davvero. Ma immagino che sia quello che succede quando ci si abitua a prendere l’elemosina da quello sfigato di Obama. Vi abbiamo dato un presidente nero, e adesso tutto a un tratto volete vivere come noi.

Dio, quanto mi manca Reagan.

Con tutto il dovuto rispetto,
il vostro amico bianco (be’, la mia bisnonna è in parte Cherokee).

PS: pregherò lo stesso per voi, comunque.

trascritto da: @dexdigi

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Monica Cainarca

Translator, editor, dreamer • formerly translator and editor for Medium Italia