Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana

La guerra in Vietnam era finita da nemmeno due anni. Le persone avevano bisogno di tornare a sognare. E George Lucas l’aveva capito fin troppo bene. Questa è la storia di una saga che dura da 38 anni e che ha fatturato 4,349 miliardi di dollari al botteghino. L’economia di Star Wars: Come una trilogia cinematografica ha provocato un fenomeno culturale di massa e la nascita di una comunità di milioni di fans

Davide Rota
L’economia di Star Wars
8 min readDec 15, 2015

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L’economia di Star Wars (episodi 1 · 2 · 3 · 4 )

Una stanza buia, un tavolo pieno di fogli e scarabocchi, modellini e una collezione intera di Urania. Mi piace pensarlo così George Lucas, intento — nemmeno trentenne — a scrivere una storia di fantascienza, la sua storia, la storia con la L maiuscola. George Lucas, in preda ad un fuoco che arriva dal profondo, vuole portare sul grande schermo la storia di Flash Gordon e ci sta mettendo tutto il suo impegno per realizzare quel progetto che porta con sé dai tempi della scuola. Mi piace pensarlo in difficoltà mentre descrive il cattivo di turno. Ming? Un cattivo poco cattivo nell’aspetto, soprattutto per uno che ha scritto e diretto un film come THX1138 — poi diventato il suo primo lungo metraggio “L’uomo che fuggì dal futuro”, del 1971 — e che cerca il riscatto… E poi, un George Lucas già affermato, poco più che trentenne questa volta, con alle spalle un film sperimentale e una commedia (American Graffiti), che riceve una telefonata da un certo Alan Lad Jr. della 20th Century Fox che gli propone un film di fantascienza, e allora tutto diventa reale: la fatica, il sudore, le lotte con un’industria spietata. E George è finalmente felice e tutto va per il verso giusto; scrive e dirige la trilogia, che diventa la saga spaziale più importante di tutti i tempi e poi arriva la seconda trilogia e poi la terza, e tutto il mondo gli è grato.

È grato al precursore delle moderne tecnologie, al creatore di un mondo immaginario che ha fatto sognare milioni di generazioni e che non sbaglia un colpo.

Ma poi, in un attimo di lucidità, tutto svanisce e la realtà torna protagonista e ricordo. Ricordo che non è andata proprio in questo modo. Più o meno, ma non proprio. Com’è andata veramente? Beh, se volete saperlo, eccovi la semplice e cruda verità su Lucas e il suo mondo.

George Lucas è nato a Modesto, California, nel 1944. Ha frequentato il college e si è iscritto alla University of Southern California dove ha studiato cinematografia e ha sviluppato un grande amore per i film sperimentali. Nel 1967 ha scritto e diretto un cortometraggio intitolato Electronic Labyrinth: THX 1138 4EB che gli aveva dato una certa notorietà negli ambienti legati al cinema, dentro e fuori dall’università. E aveva fondato con un suo amico, un certo Francis Ford Coppola, una propria casa di produzione, perché il lavoro per i giovani registi scarseggiava.

Dopo aver visionato il suo cortometraggio sperimentale, la Warner Bros aveva deciso di chiedere indietro l’anticipo elargito a Coppola e alla sua start-up, necessarie per le future produzioni. George ne esce distrutto, ma da determinato sognatore qual è, mette da parte le difficoltà e apre una sua casa di produzione: la Lucasfilm Limited.

George Lucas e Francis Ford Coppola — Courtesy american zoetrope

Alla Lucasfilm arrivano i primi lavori e i primi successi. George inizia a lavorare ad un progetto che da tempo tormenta le sue fantasie più profonde, un film spaziale sullo stile di Flash Gordon, ma che sia anche qualcosa di più profondo, qualcosa che possa parlare ai giovani e stuzzicare le loro fantasie. Sono passati quasi 10 anni da quando Kubrick ha diretto 2001: Odissea nella spazio e i film di fantascienza sembrano aver trovato la loro strada, ma Lucas sa di poter creare qualcosa di meglio, sa di poter affrontare in maniera differente questo tipo di storie e sa di dover cercare altrove una risposta ai suoi sogni. E allora inizia la stesura del primo Star Wars.

Scrive, scrive e scrive, impiega più di un anno per la stesura della sceneggiatura e nonostante il rifiuto di due grandi case di produzione, sa che arriverà il suo momento.

"E anche se gli effetti speciali e la grafica funzionassero perfettamente, la storia potrebbe essere in ultima analisi, non più di un esercizio interessante se il pubblico non capisse dove sta il giusto e dove lo sbagliato, e ancora più importante, avesse assoluta empatia nei confronti del giovane Luke Starkiller. Ed è proprio in queste aree - credo - che la sceneggiatura ha ancora bisogno di lavoro. Azione e avventura abbondano. Abbiamo ancora bisogno di più dai personaggi".(Un estratto dalla lettera di rifiuto della Universal, 1975)

George Lucas scrive una sceneggiatura lunga, talmente lunga da costringerlo a suddividerla in più parti. Ed ecco come nasce la Trilogia. Presenta il copione al giovane direttore creativo della 20th Century Fox che approva il progetto. Si avvale di un artista, un tale Ralph McQuarrie, per creare alcuni dipinti che ritraggano diverse scene del film e grazie ai quali conquista il consiglio d’amministrazione.

E da lì tutto ha inizio.

“Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana…”. Immaginate un cinema sulla Hollywood Boulevard, una sala gremita e tanta gente che fissa uno schermo non ancora illuminato e parla con il proprio vicino. Buio. Parte l’intro, compare la maestosa immagine della 20th Century Fox e il brusio della sala si quieta. Schermata nera e una scritta in azzurro che recita “A long time ago in a galaxy far, far away…”. E poi si scatena l’inferno. Un John Williams in gran spolvero introduce, sullo sfondo una sequenza di parole che ci raccontano una storia fino ad allora inedita, che vanno a perdersi nello spazio profondo. Sfreccia trionfante una Corvetta Corelliana, la prima che occhio umano abbia mai visto. Uno, due, tre fasci laser che vagano nel vuoto cosmico, e poi lo vediamo, in tutta la sua maestà, scorrerci sopra la testa, grigio e infinito: lo Star Destroyers.

Da quel lontano 25 maggio 1977 il mondo del cinema ha deviato dalla propria strada maestra ed è approdato nell’era dell’uso massiccio di effetti speciali, delle riprese in stop-motion, dell’Optical Compositing (la tecnica della sovrapposizione di diverse riprese per comporre una singola scena), del Dolby System, e in generale di tutte le tecniche capostipiti della moderna tecnologia digitale.

La necessità di creare qualcosa di innovativo che fino ad allora non era mai esistito, ha consentito un balzo in avanti di decenni, nel giro di pochi mesi.

Quello che Lucas pensava impossibile è avvenuto. Milioni di fan in tutto il mondo hanno iniziato a sognare e a immedesimarsi con i personaggi usciti dalla sua mente e Star Wars è diventato qualcosa di più di un semplice film o di una “semplice” trilogia, è diventato un vero e proprio racconto in cui ritrovarsi e coccolarsi; un mondo fatto su misura, dove esistono poche regole basilari, sopravvivere o morire; un luogo disperso in un futuro — o un passato — tanto remoti da sembrare in realtà così familiari; una galassia così lontana ma così simile alla nostra, in cui ciò che conta è la lotta infinita tra il bene e il male, il lato chiaro e il lato oscuro della forza. Migliaia e poi milioni di fan dal primo giorno di proiezioni hanno visto qualcosa in questa trilogia che nemmeno George aveva visto. Qualcosa di indefinito che ha trasformato la sua creatura in una specie di religione (senza tutti i problemi del caso naturalmente), una dottrina da studiare e approfondire, con addirittura un proprio universo espanso nato per mano dei fan e per i fan, così vasto da costringere qualcuno della Lucasarts a istituire dei canoni ufficiali entro i quali stare.

Una tavola dallo storyboard del film di Star Wars

Come riporta Chris Taylor all’interno del suo libro Come Star Wars ha conquistato l’universo (edito in Italia da Multiplayer Edizioni), una recensione scritta da un giornalista locale di nome John Wasserman, uscita a pagina 51 del San Francisco Chronicle il giorno dopo la prima del film, rende perfettamente l’idea dell’entusiasmo che fin dal primo istante ha invaso i cuori dei futuri fan di tutto il mondo.

«L’unica predica percepibile da parte di Lucas — sussurrata, a dire il vero — lascia intendere che l’uomo è uomo e le creature sono creature, e non importa quanto avanti o indietro si vada per verificarlo. Qui, Dio è rappresentato dalla Forza, i sentimenti prevalgono sull’opportunismo, il bene sconfigge il male — ma non senza sacrifici — e l’amore ci terrà uniti. ‘Star Wars’ è la più rara delle creature: l’opera d’arte con un fascino universale (permettetemi la battuta). In tutti noi c’è un bambino che sogna esseri magici e avventure fantastiche… Se ‘Star Wars’ non conquista almeno una dozzina di nomination all’Oscar, mi mangio il mio Wookiee.»(Un estratto dalla recensione di John Wasserman pubblicata sul San Francisco Chronicle, 26 maggio 1977)

Ma cosa ha scatenato tutto questo successo di critica e fan?

Star Wars ha avuto la fortuna — o la sfortuna, dipende dai punti di vista — di nascere in un periodo particolare per gli Stati Uniti d’America: La fallimentare campagna in Vietnam era finita da poco meno di due anni e la nazione fatica ancora a riprendersi dall’incubo. Le persone hanno bisogno di tornare a sognare, e Lucas l’ha capito fin troppo bene. Ha deciso di realizzare un film che possa aiutare tutti a uscire dall’oscurità e si è inventato un’universo ricco di personaggi fantastici; è partito da una storia di fantascienza ma l’ha trasformata in un fantasy. Non si devono rispettare delle regole fisse perché niente può avere riscontro con la nostra galassia e tutto ciò che avviene è niente più che una favola, o meglio un racconto. Un racconto mitologico.

Creare un nuovo mito e trasformarlo in realtà, questo è lo scopo di George Lucas, e ci sono tutti i presupposti perché questo avvenga: c’è il male, c’è il bene, c’è la loro eterna lotta, c’è il difficile viaggio dell’uomo attraverso le difficoltà della vita e ci sono numerose scelte da fare.

Raccontare il mito. E tornare a sognare.

Questa storia è stata scritta da Davide Rota. Art direction di Sergio Caruso (Osel Magazin). Editing Martino Galliolo, Stefano Pace e Lorenzo Mannella.

*Bonus Track - Star Wars nacque prima come romanzo, edito nel 1976 dalla Ballantine Books e solamente un anno dopo venne trasposto sul grande schermo. Sulla quarta di copertina di “Guerre stellari: dalle avventure di Luke Skywalker” , a caratteri piccoli, si annunciava: “Presto un grande film della Twentieth Century Fox”.

“Star Wars non ha cambiato il modo di guardare un film, ha cambiato il modo di fare cinema” — Star Wars — Empire of Dreams

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Davide Rota
L’economia di Star Wars

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