Com’è volare nella suite da 23.000 dollari di Singapore Airlines

La migliore esperienza al mondo su un aereo di linea, da Singapore a New York.

Monica Cainarca
13 min readNov 13, 2014

Pubblicato in origine su: dereklow.co

Nel 2008, Singapore Airlines ha introdotto le Suite, la più lussuosa classe di volo disponibile sul mercato.

Un’esclusiva dell’aereo di punta della compagnia aerea, l’Airbus A380, le Suite non offrono soltanto letti ma vere e proprie cabine private che si chiudono con porte scorrevoli, per avvolgervi nel vostro piccolo nido di lusso durante il volo. L’interno è stato progettato dal designer francese di yacht di lusso Jean-Jacques Coste e include poltrone di morbidissimo cuoio cucite a mano dagli artigiani italiani di Poltrona Frau. E poi c’è l’elemento più noto di tutti: Singapore Airlines è diventata la prima e unica compagnia aerea commerciale ad offrire un letto matrimoniale in cielo.

È un’esperienza dal prezzo piuttosto salato: con biglietti di andata e ritorno che arrivano a costare 23.000 dollari di Singapore (18.400 dollari USA, circa 14.000 euro), non è certo alla portata di tutti.

Di solito, per una persona comune l’unico modo di volare nelle suite di Singapore Airlines sarebbe fare un mutuo in banca. Nel mio caso, a un certo punto mi sono ricordato che la maggior parte del mio patrimonio netto personale è in miglia frequent flyer anziché in contanti.

E così, nel settembre 2014, dopo aver accumulato una quantità enorme di miglia di volo…

Ho avuto i biglietti per la classe Suite sul volo per New York!

Queste sono le foto del mio viaggio.

Sono arrivato al Singapore Changi Airport e mi sono diretto agli sportelli della Singapore Airlines per il check-in.

Appena mi sono messo in coda per il check-in, sono stato prontamente accolto da un’assistente della compagnia aerea.

“Buonasera signore, come posso aiutarla?”

A quel punto ho avuto un’illuminazione improvvisa e con un “OH NO SCUSI MI SONO SBAGLIATO” mi sono allontanato alla svelta, lasciando attonita l’assistente.

Mi ero quasi dimenticato che l’aeroporto di Changi ha una lussuosa sala check-in riservata ai passeggeri della prima classe e della classe Suite.

All’interno, sembra la hall di un albergo e c’è anche un fattorino che ti porta i bagagli.

Poco dopo ero in possesso del mio Golden Ticket.

Volare nella classe Suite include anche un invito alla Private Room, che il personale definisce con orgoglio come “superiore alla prima classe”.

Arrivato alla lounge, sono stato avvicinato da un’assistente della compagnia aerea: “Mi permette di accompagnarla alla Private Room?”.

L’ho seguita oltrepassando una cinquantina di persone nella lounge della Business Class. L’assistente camminava molto più in fretta, quasi avesse timore che restassi disgustato dalla presenza dei proletari di questa classe così palesemente inferiore. Le ha poi dato il cambio un’altra assistente, che mi ha accompagnato per la lounge della First Class e poi attraverso una serie di porte scorrevoli automatiche, dove a sua volta ha passato il testimone a un’altra assistente ancora.

Infine, dopo chilometri di corridoi segreti e accompagnato da una staffetta infinita di assistenti di terra, sono arrivato alla Private Room.

Appena varcata la soglia della Private Room, sono stato accolto dal personale che mi ha salutato per nome. Come se mi conoscessero già tutti prima ancora di vedermi.

Non avevo fame ma avevo sentito parlare benissimo della cucina del ristorante. Così mi sono seduto a un tavolo e ho ordinato un bicchiere di champagne e un piatto di satay di pollo e montone.

…e poi l’Aragosta di Boston al forno con groviera, emmental e cheddar.

…e anche l’hamburger di manzo americano di prima scelta con foie gras, rucola e uova di quaglia. Oh, e pure uno smoothie di mango.

Ormai pieno da scoppiare, mi sono reso conto che era ora di imbarcarsi.

Per l’imbarco c’era un ponte di collegamento riservato solo ai passeggeri delle Suite. Alla fine c’era un assistente di volo pronto ad accogliermi.

“Buonasera Mr Low!”

Lì ho capito che si rivolgevano a me usando qualsiasi nome avessi scelto nel mio profilo su Singapore Airlines KrisFlyer. Mi sono subito pentito di non aver scelto un nome come President Low o Princess Derek.

Sono stato scortato alla mia suite.

Ho scelto la suite centrale, che si può unire con quella accanto per formare un letto matrimoniale extralarge.

“Desidera un bicchiere di Dom Pérignon, signore?” Al che ho replicato con l’unica risposta accettabile a una domanda del genere: sì.

“Desidera una copia di ogni quotidiano disponibile a bordo oggi, signore?”

A questo punto, i membri dell’equipaggio sono usciti per salutarmi e presentarsi di persona. Uno di loro era Zaf, capo assistente del volo.

Ho scoperto poi che è lo stesso tizio che appare nel video della compagnia aerea con le istruzioni di sicurezza.

Zaf mi ha detto che c’erano solo altri 3 passeggeri nelle 12 suite e scherzosamente ha osservato che volendo avrei potuto avere una camera da letto, una sala da pranzo e un salotto tutti per me.

E così ho scelto la mia sala da pranzo.

Dopo un bicchiere di Dom Pérignon e uno di Iced Milo, era ora del decollo.

Ho approfittato di questo momento per dare un’occhiata agli accessori disponibili a bordo. Le cuffie Bose, per esempio.

Il kit da bagno Salvatore Ferragamo, che include una confezione intera di acqua di colonia.

Tutto il resto era Givenchy: coperte, cuscini, pantofole e pigiama.

Quando l’aereo ha raggiunto la quota di crociera, mi è stato offerto un altro drink.

Dato che era già quasi l’una di notte e stavo appena iniziando a godermi tutta l’esperienza della suite, ho deciso di ordinare del caffè per stare sveglio.

Non sono un grande intenditore di caffè, ma so anch’io che il Jamaican Blue Mountain costa un occhio della testa. La confezione da mezzo chilo si acquista online o nei negozi specializzati per la modica cifra di 120 dollari (50 euro).

Così ho ordinato il Blue Mountain, scelta che ha ricevuto i complimenti di Zaf. “Ha un ottimo gusto per il caffè, signore.”

Zaf è tornato con la mia tazza e mi ha illustrato la selezione di caffè da intenditori, spiegandomi che il Blue Mountain è “sicuramente il più pregiato”.

Senza tante cerimonie ho tracannato l’intera tazza in un colpo solo, facendo finta di apprezzare gli aromi raffinati del Blue Mountain.

Gli ho chiesto di consigliarmi un tè e mi ha portato subito una tazza del Parigi-Singapore di TWG.

Poi si è messo in ginocchio di fianco a me mentre assaggiavo il tè. Mi ha parlato delle varietà pregiate di tè sfuso, delle bustine per il tè in cotone cucito a mano, delle infusioni aromatizzate con fragranti fiori di ciliegio e frutti rossi, e forse deve avermi anche detto qualcosa sulla storia del commercio del caffè e sulla East India Company, ma non ne sono sicuro.

Mi ha detto che lavora per questa compagnia aerea da 19 anni. Negli ultimi due o tre anni, ha servito personalmente Leonardo DiCaprio e Morgan Freeman sui voli nella classe Suite.

Zaf era così disponibile nell’offrire consigli per la scelta del caffè e del tè, che ho pensato bene di chiedergli se mi consigliava anche un buon film.

La sua scelta è stata Grand Budapest Hotel, un film fantastico che mi è piaciuto moltissimo. Si ricordava tutti i nomi degli attori e lodava con entusiasmo le loro performance straordinarie in quel film.

“Ma è pazzesco!”, ho esclamato a un certo punto. “Sei anche un vero conoscitore di cinema!”

“Sono solo un grande appassionato di film”, ha risposto con modestia.

“Ti chiamerò quando avrò bisogno di un consiglio su quale film vedere!”

“Oh… va bene!”, ha detto, con un tono particolarmente vivace.

Mi stavo ancora mettendo comodo quando hanno iniziato a servire la cena.

Essendomi rimpinzato di antipasti già nella lounge, non avevo un gran fame, così mi sono accontentato di una cena a cinque portate.

Come antipasto ho preso il piatto di caviale Malossol con insalata di aragosta e finocchi. Dopo aver spazzato via tutto in tre forchettate, ho chiesto il bis.

Come terzo antipasto, ho preso il foie gras d’anatra con insalata di scaglie di finocchio e arancia, barbabietola rossa e mizuna.

Come portata principale ho scelto la zuppa di pesce con noodles.

E per dessert, la bavarese di vaniglia con coulis di lamponi.

Dopo cena, ho deciso di bruciare un po’ di calorie facendomi una passeggiata per l’aereo. Ho chiesto al personale di bordo se potevo avere un tour guidato dell’A380 e sono stato subito accontentato.

Siamo saliti per le scale sul davanti fino alla Business Class, poi abbiamo percorso l’intero piano superiore e infine siamo scesi giù per una scala a chiocciola fino alla Economy Class. Zaf mi ha detto che gli sarebbe piaciuto farmi vedere la cabina di pilotaggio, ma la compagnia aerea non lo permetteva più da qualche anno per motivi di sicurezza.

Quando sono tornato alle Suite, le luci erano già abbassate: era ora di andare a dormire.

Nelle Suite, per dormire non si abbassano semplicemente i sedili: ci si fa da parte mentre gli assistenti di volo di Singapore Airlines trasformano l’intera suite in una camera da letto, con un comodissimo materasso sopra un letto vero e proprio. Se la suite accanto è vuota, la parete divisoria può essere tolta per avere un letto matrimoniale.

Zaf e un’assistente di volo hanno preparato il letto.

Non so nemmeno io come esprimere tutto questo in parole.

Ci vorrebbe un poeta per descrivere quanto fosse fantastico.

Mi sono buttato a letto con un gridolino di piacere, come un bambino.

Ho passato un’ora a mettermi comodo in tutte le posizioni possibili.

Qualcuno penserà che ci si debba sentire molto soli in un volo così vuoto. La mia risposta è questa:

E mentre sei lì a goderti tutta la tua suite facendo scemenze del genere, puoi usare il pulsante “Do Not Disturb” per avere un po’ di privacy.

Durante tutto il volo, gli assistenti passano a controllare più o meno ogni tre minuti, ma senza essere invadenti o fastidiosi. Si limitano a passare di lì e gettare una rapida occhiata.

Ho fatto un salto ai bagni per cambiarmi e mettermi il pigiama in dotazione.

Sono solo dei bagni, che cosa vi aspettavate?

Anche se bisogna dire che il sedile sotto il piano sollevabile della panca è molto più comodo dei sedili nella Economy Class.

E infine, mi sono addormentato. Non in bagno, ovvio.

Quando mi sono svegliato, ho visto che ore erano e mi è quasi preso un colpo: mancavano poco più di tre ore all’arrivo a Francoforte. Avevo dormito sei ore, che sarebbero 6.000 dei dollari del prezzo del volo.

Per tirarmi su di morale, ho chiesto del cioccolato e me ne hanno date due belle barrette.

Siamo atterrati a Francoforte per uno scalo di due ore e noi tre passeggeri della classe Suite siamo stati accompagnati alla Lufthansa Senator Lounge, che ha un centro benessere e docce calde.

Quando siamo risaliti sull’aereo, c’era stato un cambio del personale di bordo per il volo fino a New York.

Erano le 8 di mattina e ho deciso di iniziare la giornata con un cocktail appropriato, il Singapore Sling.

Per colazione, avevo usato il servizio di prenotazione di Singapore Airlines, “Book the Cook”.

Permette di prenotare prima del volo un pasto specifico che sarà preparato appositamente dallo chef, poi trasportato a bordo e infine servito in cabina.

Ho preso l’aragosta alla thermidor con asparagi al burro, pomodorini ciliegia al forno e riso allo zafferano.

E un dessert, ma non ricordo che cosa fosse.

Arrivato il momento di farsi un sonnellino, non volevo disturbare il personale di bordo per farmi preparare il letto matrimoniale, così ho optato per quello singolo.

La parete divisoria tra le due suite centrali è scorrevole e si apre e richiude a piacere.

Il letto singolo è già parecchio spazioso di suo.

Al risveglio, mi è stato offerto subito il secondo pasto che avevo ordinato in anticipo tramite il servizio Book the Cook.

Filetto di manzo americano di prima scelta alla griglia, opera dello chef dei VIP Alfred Portale.

Quando siamo finalmente atterrati a New York, si è presentato un enorme problema: non volevo scendere dall’aereo.

Va detto: una volta che ti hanno servito del Dom Pérignon in una camera matrimoniale a diecimila metri di quota, volare non sarà più la stessa cosa.

Alla fine sono riuscito a scendere da quell’aereo, perché in fondo anche New York non è poi così male.

Pubblicata in origine su: dereklow.co

Derek è ingegnere e imprenditore. È anche l’autore di Berkeley Ridiculously Automated Dorm (BRAD), un successo virale su YouTube che però ha meno visualizzazioni del video con i 10 momenti più divertenti con i gatti. Di lui hanno parlato TIME, Forbes, CNN, il Guardian e TechCrunch. Sa bene quanto sia stupido scrivere una mini biografia di sé stessi in terza persona.

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Monica Cainarca

Translator, editor, dreamer • formerly translator and editor for Medium Italia