Parte 5

Rossana de Michele
designyourlife stories

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Le confessioni di una giovane startupper:
“On the road”

Cinque socie, più Ciro.
Siamo una startup innovativa in Italia.

di Rossana De Michele

Il team di designyourlife è tornato sulla strada. Fuori dal coworking e dai tanti punti interrogativi che ci attanagliano quando siamo intorno ad una scrivania, alle prese con il temibilissimo BUSINESS PLAN, noi 5 socie + Ciro torniamo ad essere delle leonesse.

La nostra missione: il videoclip per il nuovo singolo di OMAR PEDRINI, SORRIDIMI, in onda e su iTunes da venerdì 10 Luglio.

I budget che vengono messi a disposizione per questo genere di produzione in Italia sono ormai al limite del ridicolo, si rasenta il volontariato, ma come sempre noi ragazze ci siamo dette: “che bello, lavorare moltissimo e guadagnare pochissimo, fare un video che la casa discografica sfrutterà fino alla fine della notte dei tempi senza concederci un centesimo, che diventerà contenuto per decine e decine di piattaforme, che se avrà successo verrà scaricato gratuitamente da migliaia di utenti alla faccia nostra…Ma è meraviglioso!(senza ironia), nessun indugio, mettiamoci all’opera!”

  • Missione 1: l’idea.

Si chiacchera un po’ tra di noi, i più fighetti chiamano queste chiacchiere brainstorming, noi che siamo un mix tra l’armata Brancaleone e la famiglia di Brutti, sporchi e cattivi invece non diamo un nome a questa fase, semplicemente ci acciambelliamo nel salottino di Copernico sul pouf di fantozziana memoria e spariamo cazzate sentendo e risentendo il pezzo, che ad ogni ascolto ci piace sempre di più. Il bello è che dopo un centinaio di fesserie qualcuno tira fuori sempre uno spunto interessante, che limato un po’ qui e un po’ li può essere considerato e proposto come “uno straccio di idea”. In questo caso lo spunto arriva da Ciro e poi ciascuna di noi aggiunge la sua. Il risultato: mostrare Omar da una prospettiva di 70 cm circa mentre riscopre in giro per la città, in una giornata qualunque, luoghi inaspettati in cui ci sono cose molto poco urbane e significativamente poco cittadine, e verso la fine svelare a sorpresa il titolare dell’inconsueto punto di vista. Si propone il soggetto all’artista che l’abbraccia entusiasta e ci mette del suo.

  • Missine 2: la squadra e il preventivo

Dobbiamo trovare un bravo regista, uno che possa capire e interpretare al meglio lo spunto, uno che conosca Omar e il suo amore per le cose semplici e genuine, per la terra, per i vino, per la memoria, e per il rock più autentico, quello che non ha sempre bisogno di borchie e chitarre elettriche, contaminato con la terra e con la polvere… E soprattutto uno che lo conosca al punto da accettare di lavorare con un budget “ridimensionato” (giuro che gliel’ho venduta così). In coro io e la Manu facciamo il nome: Naù, che si chiama davvero così, non è un soprannome, e che in sanscrito significa nave, lo specifico per quelli che hanno sempre la necessità di conoscere il significato dei nomi inusuali; non sono pochi, ve lo assicuro, i primi dieci minuti quando c’è lui si passano a dare spiegazione dell’origine del nome e raccontando che i suoi vivevano in una comune e che solo dopo si sono imborghesiti , e che dell’epica epopea della vita in una comune a Milano negli anni settanta Naù e Gea porteranno nel nome il marchio a vita: figli dei fiori.

Nau’/Nave/Figlio dei fiori, accetta con entusiasmo, la Manu fa in fretta a fare i conti: niente luci, si gira con luce naturale “sempre una sfida interessante vero Naù?”, si predispone il noleggio della tecnica, telecamera e lenti, il resto, cavalletti e slider, c’è. La squadra siamo noi: Rossana alla sceneggiatura, il regista in camera, Ciro assistente alle riprese (il set per lui è come il caravan per un circense, è la sua casa), Veronica segretaria di edizione e producer in location, le altre ragazze a dire la loro (critiche costruttive le chiamano), e poi serve qualcuno che faccia le foto nel backstage, che abbia tutta la giornata libera e che si accontenti di una pizza in cambio del servizio fotografico. “Le scuole sono finite, mia figlia Emma è libera e con la macchina fotografica ci sa fare” dico io, “presa!”, dice la Manu, “Tanto per lei è un gioco, no?”. Nau’ sfodera il suo asso e tira fuori il nome del montatore che vorrebbe coinvolgere: è uno di quelli che di solito maneggiano girati prodotti con qualche zero in più, ma il progetto gli è piaciuto e sarà dei nostri. Dopo un coro di “ooooooooooooooooh” di notevole durata ci si sposta tutti nel cortile del coworking per una sigaretta e l’ultimo ascolto del pezzo (che è bello, ma in uno spazio in condivisione ancora un play e anche il quieto signore che parla solo inglese con la barba e le cuffie da call center sarebbe stato autorizzato a tirarci dietro un vaffa e uno dei cactus appena disposti in eleganti composizioni sulle armadiature)

  • Missione 3, i sopralluoghi e il piano di produzione

Il tempo a disposizione per le riprese sono 12 ore, e in questo lasso dobbiamo girare l’inizio, una decina di luoghi emotivamente rilevanti ed effettivamente invisibili ai più nella città, e il momento clou dello svelamento e la chiusura. Un’ammazzata, ma abbiamo fatto anche di peggio. La tecnica in questi casi è la seguente: parcheggio selvaggio, scarico dei materiali e trasporto sul punto delle riprese, (molto Ciro e gli altri che fingono di incollarsi chi un cavalletto e chi un polistirolo), preparazione del set, inizio riprese, buona la prima o al massimo la seconda, si smonta tutto e si rimpacchetta, si rimette nei bagagliai e via verso la seconda location, così fino ad esaurimento delle location e delle forze. Per questo la mattina seguente rapisco letteralmente Ciro (“no Veronica, non posso finire il logo, Rossana mi ha caricato sulla Smart offrendomi una caramella e siamo già al terzo sopralluogo, temo non mi libererà prima del tramonto, che a Giugno è dopo le 21…”) e orologio alla mano proviamo un percorso che ha molto in comune con quello di un circuito per rally. Giocolieri al semaforo, ecco i giocolieri, campo di grano, ecco il campo di grano, centro anziani con mazurca incorporata, eccolo qui, scorcio di Naviglio, ecco lo scorcio, trattoria centenaria, ecco la trattoria, luogo della memoria, eccolo qui, un orto sul tetto in centro a Milano, ecco anche questo! Tutto lungo un’unica direttrice che collega 3 zone confinanti, Brera, Garibaldi e Gioia. Si vede che ho scritto 4 edizioni di “conosco un posticino”. A tarda sera “libero” Ciro e si redige un piano di produzione che la Manu guarda perplessa esclamando “solo tu e Nau’ potete portare a casa un piano di produzzione così folle”. A me non sembra male, c’è anche la pausa pranzo.

  • Missione 4, le riprese

Alle 8.30 am di tre giorni dopo la squadra è in location e non un passaggio del tour de force predisposto viene saltato. La sera nell’Orto tra i cortili Omar e la co-protagonista del video (sorpresa) al termine delle riprese sono cotti ma felici. Hanno fatto colazione in un appartamento a Brera, guardato i giocolieri Bergamaschi al semaforo di Via Melchiorre Gioia, osservato il naviglio e le papere dal vecchio ponticello sulla Martesana, Omar si è esibito in un playback nel palchetto all’aperto del Bar Tram al parco Cassini de Pom dietro via Gluck e poi in piedi su una panchina davanti alla Casa della Memoria, poi ha bevuto un bicchiere di rosso alla Trattoria da Tommaso, immutata da 3 generazioni anche se intorno gli hanno costruito il grattacelo Unicredit e il Bosco verticale, si è sdraiato in un boschetto, ha carezzato le spighe di grano, tutto nel bellissimo parchetto De Castilla ingresso da via Sassetti, poi tutti verso il meraviglioso edificio storico delle Cucine Economiche, dove il mercoledì pomeriggio si balla, e infine a odorare i pomodori e le melanzane incredibilmente rigogliose su un tetto di via Palermo.

  • Missione 5, il montaggio

Lavoro corale anche questo, seguendo la traccia dello script il montatore, Francesco, e Naù hanno steso lo scheletro, l’artista e la squadra hanno collaborato rompendo moltissimo le scatole ai due professionisti al lavoro, e dopo numerosi improperi, abbracci riparatori e qualche telefonata concitata, il video in 5 giorni è montato. Color correction e consegna in casa discografica (a rate, prima era sbagliato il formato, poi i cartelli, poi il destinatario era in ferie, poi non si sono parlati con il manager dell’artista che aveva il live di un gruppo inglese, poi la casa discografica aveva tre concerti in tre stadi nella stessa sera, poi siamo tornati con il formato giusto….). Insomma, per farla breve Venerdì il video sarà finalmentein onda per accompagnare l’uscita del nuovo singolo di Omar Pedrini: Sorridimi.

  • Missione 6, designyourlife e l’artista fanno il comunicato stampa. Di seguito:

Un calcio alla retorica della fuga per cambiare vita, se rallenti il passo puoi scoprire che intorno a te esiste già un mondo parallelo che va a un’altra velocità, senza bisogno di scappare.

Omar Pedrini, arrivato ormai alla sua terza vita, mostra una Milano inaspettata e nascosta, fatta di trattorie, luoghi di resistenza, “ragazzi” che si ritrovano per stare insieme, campi di grano e orti sui tetti. Non c’è nostalgia e passatismo, perché tutto questo è presente e CONTEMPORANEO e sta bene dove sta, sempre alla portata di chi lo sa vedere e apprezzare.

E proprio l’importanza di saper dare valore alla leggerezza e alla semplicità delle poche cose che contano davvero diventa il dono prezioso da passare a una figlia perché ricordi che per rendere felici gli altri bisogna stare con loro e farli sorridere, e che non sono poi così tanti i bisogni da soddisfare per vivere meglio proprio qui e proprio adesso. Come fanno tutte le settimane i “ragazzi” del CSP Montegrappa che si incontrano per ballare e sorridere insieme, come hanno fatto i tanti pionieri degli orti in città, sotto i grattacieli e sui tetti, che ci aiutano a sincronizzarci con il ritmo delle stagioni. Ed è proprio qui, sull’Orto fra i cortili nel centro di Milano, che Emma Daria e Omar piantano il loro seme, perchè anche il sorriso, come i pomodori, si può seminare dove fino a un momento prima non ti potevi aspettare di trovarlo.

  • Missione 7: titoli di coda/credits

SORRIDIMI di OMAR PEDRINI

Publishing OMAR GRU Ed Musicali

Licensed by UNIVERSAL MUSIC ITALIA

Management GEMINI 67

Una produzione DESIGNYOURLIFE

Regia NAU’ GERMOGLIO

Soggetto ROSSANA DE MICHELE

Editing FRANCESCO PARRELLA

Assistente alle riprese CIRO REBUZZINI

Producer VERONICA SCALIA

Back Stage EMMA GALEOTTI

ringraziamenti:

PIUARCH per l’ORTO FRA I CORTILI, realizzato con CORNELIUS GAVRIL e in collaborazione con Vivai Mandelli, VerdeVivo, PCR srl, Sice Previt, FV Progetti, Gad Studio, Battaglia Contractor, Marazzi, Manuel Coltri, Amea, Colleoni Roberto & C, uff stampa Alessia Mendichi.

Il corpo di ballo del CSP MONTEGRAPPA di Milano.

I giocolieri di strada DAMIANO RAFFEO e ALESSANDRO TRAVELLI

On the road, tra di noi che viviamo telecamera a spalla e la penna e la scaletta nella tasca dietro dei jeans, quando finisce una produzione ci si saluta così: “alla prossima!”

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