Parte 4

Rossana de Michele
designyourlife stories
5 min readJun 30, 2015

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Le confessioni di una giovane startupper: L’algoritmo II

Cinque socie, più Ciro.
Siamo una startup innovativa in Italia.

di Rossana De Michele

Paolo non è più con noi. Dopo qualche giorno di vana attesa lo abbiamo dato per perso e al grido di “al diavolo il Project Manager” abbiamo intavolato una proficua conversazione direttamente con Leo l’ingegnere e con Andrea il layout designer. Con Leo ci capiamo, anche se parla solo per formule matematiche. Concretezza e poche chiacchiere: questo si può fare, questo non si può fare. Ma noi 5 socie più Ciro stiamo studiando, quindi “si potrà fare”!

Per non farci trovare impreparati all’incontro ci siamo lanciate anche in riflessioni che hanno dell’esistenziale: come si fa a capire cosa serve per costruire un algoritmo degno di questo nome, che sia sufficientemente innovativo per spostare di qualche centimetro più in alto l’asticella senza perdere tutto il lavoro di ricerca e di sviluppo che hanno fatto quelli prima di te? E poi come sempre abbiamo divagato.

Come mai Yoox ha continuato a mostrare a Valentina, come si trattasse di un’allettante promessa, la borsa acquistata da un solo giorno per i dieci giorni successivi? Me li vedo che si danno di gomito facendosi l’occhiolino compiaciuti “Evvai, adesso ti mostriamo bene in vista la tua borsa preferita e tu ci caschi e la ricompri oggi stesso”. E poi: “Dai che ieri ti sei distratta e non l’hai vista (occhiolino) ma noi mica siamo scemi, lo sappiamo che ti piace, l’hai comprata, e quindi te la mettiamo bene in vista così tu la guardi, non resisti e compulsi il codice di sicurezza PayPal”. Non una borsa simile, o la stessa in un nuovo colore, Yoox le suggerisce di comprarsi proprio lei, proprio quella, stessa misura e stesso colore di quel modello acquistata solo pochi giorni prima su quella stessa piattaforma. Yoox ti propone di ricomprare un accessorio che hai già comprato come l’Esselunga con il detersivo che non si cambia mai. Sicuramente c’è un motivo che non conosciamo.

Con una mano sul cuore e lo sguardo fiero che punta lontano abbiamo chiuso la App di Yoox e ci siamo dette “buttiamo al vento gli acquisti già acquistati e ci perdoni l’esperienza decennale degli sviluppatori del gigante ma noi partiamo da un altro presupposto”. Tanto Valentina compra e compulsa tutto anche senza bisogno di farle pubblicità, lei l’ADV la precede, è sempre un passo avanti all’offerta con l’acquisto.

Io, invece, da un po’ visualizzo gabinetti ovunque mi occorra navigare. Qualche tempo fa mi serviva un’immagine di un WC per illustrare un contenuto e da allora la mia vita digitale è un cesso. Anzi, approfitto biecamente di questa vetrina per implorare: basta sedute ergonomiche e di design, assi che scendono da sole senza fare rumore coordinate con il porta spazzolino. Non compro nulla per il bagno. Ho altro per la testa.

Perché vi fermate a un dato che di me racconta così poco? Eppure ormai la mia storia è tutta li, 1/0 dopo 1/0, quello che ho fatto, quello che faccio, e persino i miei desideri e i miei progetti per il futuro sono alla vostra mercè, e non è che voi siete dei signori e schernendovi commentiate “per carità, non ci permetteremmo mai di spiarla”. Voi furtivi incamerate dati di ogni genere e natura, poi li mischiate un po’ a caso e se malauguratamente per trovare una foto ho digitato WC una volta di troppo, mi invadete di cessi che ammiccano proprio sul più bello di una presentazione della startup allo studio commerciale.

Sibilla è imprendibile per qualunque algoritmo. Riuscire a profilare lei non serve, tanto di quelle come lei al mondo ce ne sono poche, e non si lasciano fregare da uno sconto o accalappiare da un coupon digitale. Quelle come lei decidono dove va il mondo e in che verso deve girare. Se lei dice “fate questo” tutti lo fanno. Con lei la precognizione è inutile, perchè se ti suggerisce qualcosa ti piacerà anche se hai passato mesi a riflettere su altro. Getta via la tua wishlist e seguila: Sibilla è la più grande creatrice di bisogni che fino a un istante prima non sospettavi di avere che il genere umano potesse generare. Tutto quello che ti propone è bello, semplice ma esteticamente gratificante, facile da capire ma che ti fa sentire competente e partecipe delle vicende della contemporaneità. Non ti senti uno stupido che si fa fregare da una sofisticazione superflua, ma consapevole dei valori veri e del corretto rapporto qualità prezzo, perchè con lei il tempo e il denaro non sono mai sprecati. Tanto non paga lei, paghi tu…

Ciro ci tiene che la sua profilazione non lo faccia sfigurare, e quindi spesso si rifiuta di googolare sul suo Mac oggetti o concetti di cui non condivide funzione o estetica. Ne va della sua reputazione online presso i motori di ricerca. Tutto deve essere eticamente irreprensibile, esteticamente all’altezza e coerente con le sue scelte e il suo gusto. L’unico modo per ottenere questo risultato è essere metodicamente abitudinari nella navigazione: Ebay per qualche carcassa di bici vintage da sistemare, amazon per i libri (tanto Amazon per i libri), e un po’ di materiale elettrico per il set qua e la, senza eccessi o stravaganze. E poi un bel giorno, quando meno ce lo aspettavamo, lo hanno fregato con una inutile maglietta per elettricisti che una mattina è apparsa in tutta la sua composta ironia proprio nel suo profilo di Facebook. 1 a zero per l’algoritmo e palla al centro. Ciro ha ordinato senza batter ciglio. Lo ha fatto per senso di giustizia.

“Se l’algoritmo mi ha capito al punto da propormi proprio quella maglietta li, con quella scritta li, quella mattina li, io mi commuovo e faccio il mio dovere di consumatore onesto”.

Il nostro destino di consumatori digitali forse non è ancora segnato, noi 5 più Ciro inseguiamo la nostra utopia di un algoritmo buono e giusto, che sappia tutto di te ma che si dimostri geloso custode dei tuoi segreti, che si informi sulla tua salute e sul tuo umore prima di parlarti d’affari, che sappia se davvero ti serve un WC prima di proportelo, che ti aiuti a tenere in ordine l’archivio del tuo sapere e dei tuoi desiderata, che ti lasci sognare ed esplorare altri mondi senza rinchiuderti nel tuo. Un algoritmo che impari dai propri errori, che non si vergogni di chiederti se hai cambiato idea, che consideri che il tempo passa e i figli prima crescono e poi se ne vanno….Un algoritmo che sappia che non può sostituirsi a Sibilla ma che è di lei che si deve fidare…

Leo mi ascolta composto mentre gli elenco questa infilata di funzioni tutte indispensabili con lo stesso trasporto ed entusiasmo che ci avete letto voi ora, e poi, con garbo, mi dice: “non c’è problema, ho chiara la soluzione, sarai tu facente funzione di algoritmo, con il server impiantato direttamente nel cervello”. Sto rivedendo al ribasso alcune pretese. Temo che dovremo arrenderci alla statistica e alle combinazioni di funzioni come tutti per ora sapendo che anche noi sbaglieremo e che andremo avanti cercando banalmente di imparare dai nostri errori. Uffa!

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