Il punto di vista di un teenager sui social media

Scritto da un vero teenager

Monica Cainarca

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Leggo spesso articoli di tecnologia e molti autori tentano di analizzare o descrivere il pubblico adolescente, in particolare per quanto riguarda i social media. Ma non ho ancora visto un adolescente partecipare al dibattito con le proprie parole. È qui che vorrei contribuire offrendo il mio modesto parere.

Per trasparenza, sono un diciannovenne che frequenta l’Università del Texas ad Austin. Mi interessa moltissimo il ruolo dei social media nella nostra società e la loro attuale evoluzione. Le opinioni che esprimo qui sono mie, ma derivano dall’osservazione sia delle mie abitudini sia di quelle dei miei coetanei.

Questo articolo non userà studi, dati, fonti, ecc. – perché si possono facilmente ottenere da qualsiasi altro sito web di notizie di tecnologia se si vuole fare un’analisi precisa. Io sono qui per offrire un punto di vista diverso in base alle mie esperienze in questa fascia d’età “altamente ambita”. Detto questo, non sono di certo un esperto in materia, e sicuramente ci saranno dati che smentiscono alcune delle mie osservazioni, ma io parlo solo di quello che ho notato di persona.

Penso che il modo migliore per affrontare questo tema sia suddividerlo in base ai vari social media e alle tendenze che ho osservato nel corso degli anni.

Facebook

In breve, molti ci hanno già visto giusto: per noi è morto. Facebook è qualcosa che tutti abbiamo usato fin dalle medie perché era fico, ma ora è un po’ come una imbarazzante cena di famiglia che non possiamo evitare. È strano e può anche essere fastidioso usare Facebook, a volte. Detto questo, se non usi Facebook, è ancora più strano e fastidioso. Strano per via della pressione sociale dietro la domanda: “Tutti usano Facebook, perché tu no?” E fastidioso perché a scuola dovrai rispondere a quasi tutti quelli che incontri e che vogliono aggiungerti come amico.

Facebook viene spesso utilizzato da noi teenager soprattutto per le funzionalità di gruppo. Un sacco di miei compagni di scuola vanno su Facebook solo per controllare i gruppi di cui fanno parte e poi fanno subito il logout. In questo Facebook brilla davvero: i gruppi non hanno gli stessi algoritmi complessi della sezione notizie. È molto facile vedere solo le nuove informazioni pubblicate nel gruppo, senza dover scorrere tonnellate di post e pubblicità di cui si farebbe volentieri a meno.

Anche i messaggi privati su Facebook sono estremamente popolari nella nostra fascia di età, soprattutto perché ti offrono un mezzo per parlare a quelle persone con cui non sei così in confidenza da chiedere il numero di telefono, ma abbastanza da inviare almeno una richiesta di amicizia.

Facebook è spesso il punto di partenza per trovare qualcuno online, semplicemente perché tutti lo usano. Se ti ho incontrato una volta a una festa, non vado a controllare su Twitter o Instagram per scoprire chi sei. Molti preferiscono la facilità di Facebook e la potente funzionalità di ricerca che ti mostra tra i risultati le persone che potresti effettivamente conoscere (a differenza di Instagram, la cui funzionalità di ricerca, anche se è un po’ migliorata nell’ultimo aggiornamento, lascia ancora molto a desiderare).

Instagram

Instagram è di gran lunga il canale di social media più usato nella mia fascia di età. Notare la scelta dei termini qui: è il canale di social media più usato. Cioè, anche se la maggior parte di noi ha un account su Facebook, è su Instagram che postiamo le foto. È affascinante per esempio vedere un’amica che ha 1500 amici ma riceve solo 25 “Mi piace” per una foto postata su Facebook, mentre su Instagram (dove ha “solo” 800 follower) di “Mi piace” alla stessa foto ne ha 253. Ho qualche idea sul perché di questa differenza:

  • Se vedo qualcosa che mi piace su Instagram, non sono terrorizzato all’idea che il mio “Mi piace” appaia nella sezione notizie di un’altra persona, che poi magari ne farà uno screenshot o lo commenterà. Lo stesso vale per i miei commenti.
  • Su Instagram non sento la stessa pressione di ricambiare ogni singolo follower seguendolo a mia volta, quindi il mio feed degli aggiornamenti di solito è composto da cose che voglio davvero vedere. Preferisco scorrere il feed in un’applicazione con contenuti che mi piacciono davvero, piuttosto che in una dove solo ogni tanto trovo il diamante in mezzo alla spazzatura.
  • I contenuti su Instagram di solito sono di qualità superiore. Gli utenti si prendono la briga di modificare le loro foto con filtri, usare diverse impostazioni di luminosità/contrasto (è una delle opzioni prima di postare una foto), e così via, per far apparire le foto al loro meglio. Vuol dire che i contenuti di Instagram di solito sono “migliori” (a livello fotografico), quindi sono più portato a usare questa applicazione.
  • Instagram non è ancora stata invasa dalle generazioni più vecchie (non tutti hanno un account su Instagram), quindi è ancora “trendy” e “cool” per i più giovani. È comunque molto popolare e se hai uno smartphone è quasi impossibile non averci installato Instagram, magari non per fare foto tue ma anche solo per taggare le foto degli altri.
  • Un altro elemento, appunto: i tag. Non devo sempre stare a controllare Instagram per accertarmi di non essere stato taggato in foto imbarazzanti o brutte, perché non appaiono facilmente nel mio feed, quindi tutta l’esperienza sembra molto più privata. Ho la faccia da scemo in una foto che ha postato un amico? E chi se ne frega! Mi basta cancellare la tag se mi dà tanto fastidio, senza temere che la vedano per primi altri gruppi di amici (che non mi seguono). So che Facebook ti permette di controllare in anteprima ogni singola foto dove sei taggato prima di farla apparire sul tuo profilo, ma molti non hanno attivato questa opzione e magari non sanno nemmeno che esiste.
  • Gli utenti di Instagram non postano diecimila volte al giorno. In genere sono molto più educati nel postare, una volta al giorno, un paio di volte a settimana, ecc. Così non mi trovo davanti un flusso costante di contenuti ogni singola volta che apro l’applicazione e posso godermi davvero il mio feed di Instagram.
  • Non ci sono link su Instagram, quindi gli utenti non vengono spammati di continuo dalle solite pubblicità, da orrendi articoli di gossip, o da liste di Buzzfeed tipo “28 cose geniali per il tuo cane che devi assolutamente avere”.

Questi sono alcuni dei motivi per cui molti alla mia età tendono a usare Instagram più di Facebook. Ogni aspetto dell’applicazione la fa sembrare meno commercializzata e più incentrata sui contenuti, il che vuol dire che più teenager sono portati a usarla. Quando usiamo l’applicazione, è un’esperienza molto più piacevole, quindi siamo più portati a mettere un “Mi piace” e a interagire di più con i post. Ciò aumenta la nostra interazione con l’applicazione, il che a sua volta vuol dire che la useremo ancora di più, ecc.

Su Facebook mettiamo tutte le foto che abbiamo scattato – sia belle che brutte – mentre su Instagram mettiamo solo la foto che riassume perfettamente l’evento a cui abbiamo partecipato. È molto più selettiva, e onestamente gli utenti dedicano più tempo alle didascalie per renderle rilevanti o divertenti. Su Facebook mettiamo semplicemente tutto quello che abbiamo, così gli amici possono taggarsi a vicenda e possiamo far vedere ai nostri familiari che siamo ancora vivi.

Ho parlato con molti teenager più giovani di me (10–16 anni) che non hanno nemmeno Facebook: Instagram è tutto quello che gli serve.

Twitter

A essere sinceri, molti di noi semplicemente non capiscono il senso di Twitter. C’è sempre un gruppo centrale in ogni scuola che la usa religiosamente per twittare e un altro gruppo che la usa semplicemente per osservare o ritwittare, ma quasi tutti gli altri non la usano nemmeno. Poi non è nemmeno facilissimo trovare amici sul sito e molti la usano solo per postare lamentele sulla scuola, in un contesto dove è improbabile che le vedano i genitori e altri parenti (non necessariamente datori di lavoro).

Twitter è un posto per seguire/essere seguiti da una serie di sconosciuti a caso, ma sempre usando la tua identità (questa distinzione sarà importante in un punto successivo). I tuoi tweet sono anche facili da trovare su Twitter, che in sé anche è una cosa positiva, ma non se vuoi essere te stesso ed evitare che siano collegati a te quando poi dovrai cercare lavoro. Per questo usi Twitter come Facebook: posti dando per scontato che un giorno il tuo datore di lavoro vedrà quello che hai pubblicato.

Ci sono quindi tre gruppi principali di utenti di Twitter: quelli che la usano per lamentarsi/esprimere se stessi, quelli che twittano dando per scontato che il loro futuro datore di lavoro vedrà qualsiasi cosa abbiano scritto, e quelli che si limitano a leggere i tweet degli altri e fare ogni tanto un RT.

Snapchat

Snapchat sta rapidamente diventando il social media network più usato, soprattutto con l’introduzione di My Story. Se volessi raccontare una festa in termini di social media, ecco come si svolgerebbe:

  • Su Snapchat posti le foto di te che ti stai preparando per la festa, che vai alla festa, che ti stai divertendo alla festa, che te ne vai alla fine della festa, e che ti svegli la mattina dopo la festa.
  • Su Facebook posti le foto più simpatiche dove ti sei messo in posa con i tuoi amici e magari un paio di foto spontanee (decisamente niente alcool in queste foto).
  • Su Instagram scegli di postare ai tuoi follower la foto più carina di tutte.

Snapchat è dove possiamo essere realmente noi stessi, senza essere legati alla nostra identità sui social media. Senza la pressione costante del numero di follower o di amici su Facebook, non mi vengono continuamente sbattute sotto il naso persone a caso. Piuttosto, Snapchat è un po’ come una rete di amici intimi e non mi imbarazza se vedono che mi diverto a una festa.

Su nessun altro social network al di fuori di Snapchat (fatta eccezione per Twitter, forse) è accettabile postare una foto per dire solo “Che noiaaaa”. Non devi preoccuparti dei “Mi piace” o dei commenti - queste funzionalità non ci sono proprio. Snapchat implica molta meno pressione sociale rispetto agli altri social media network esistenti. Ed è quello che la rende così irresistibile e liberatoria. Se non ricevo un “Mi piace” alla mia foto su Instagram o Facebook entro 15 minuti, state sicuri che la cancellerò. Snapchat funziona in modo completamente diverso e si concentra davvero sul creare una “storia” a partire della tua giornata reale, non una selezione filtrata/alterata/curata dei momenti migliori. Lì sei davvero te stesso.

Un’altra veloce osservazione su Snapchat: conosco solo pochissime persone (me incluso) consapevoli del fatto che Snapchat elimina le foto. Tutti gli altri che conosco sono convinti che Snapchat abbia un archivio segreto da qualche parte con una copia di tutte le nostre foto. È una discussione da rimandare a un altro momento, ma per ora basti dire che quando c’è un “leak” e le foto vengono diffuse in rete senza autorizzazione o c’è una discussione polemica sulla sicurezza della app, a noi francamente non importa nulla. Non ci postiamo le foto del nostro codice fiscale: postiamo solo selfie e foto con smorfie stupide.

Tumblr

Ricordate che nella sezione su Twitter ho scritto: “Twitter è un posto per seguire/essere seguiti da una serie di sconosciuti a caso, ma sempre usando la tua identità”? Tumblr è un posto per seguire/essere seguiti da una serie di sconosciuti a caso, ma senza usare la tua identità. Tumblr è come la società segreta di cui tutti sono membri, ma di cui nessuno parla. Tumblr è dove sei davvero te stesso e ti circondi di gente che ha interessi simili (e la segui a tua volta). È spesso visto come “zona libera da giudizi”: senza mettere la tua identità sul sito, puoi essere davvero chi vuoi. Gli unici Tumblr di persone che conosco nella vita reale sono quelli dei miei amici più intimi, e viceversa.

Inoltre, è semplice in Tumblr cambiare semplicemente l’URL se qualcuno ti ha trovato. Il tuo nome non è collegato a quel profilo, quindi senza quell’URL diventa difficile trovarti di nuovo, soprattutto per i tipici genitori ficcanaso. Questo aiuta davvero a rendere il sito un luogo dove la gente può postare e apprezzare i post degli altri. C’è una forte interazione su Tumblr in forma di reblog, con tanti utenti che ripubblicano i post degli altri perché ognuno in pratica ha nel suo feed solo cose che gli interessano (e quindi è più portato a dare il suo sostegno con un “mi piace” o un reblog). Non c’è invece molto “socializzare” su Tumblr, almeno nel modo in cui lo definiamo nella nostra società dei social media, ma in ogni caso è facile conoscere altri utenti in tutto il mondo che abbiano interessi simili. Questo lo rende un sito molto attraente per molti teenager che si iscrivono, anche solo per fare nuovi amici.

Yik Yak

Yik Yak è una presenza piuttosto nuova sulla scena, ma un sacco di amici al college hanno già l’applicazione. È diventata così irresistibile perché si concentra esclusivamente sui contenuti dei tuoi post – non ci sono follower, non ci sono profili, niente. Le cose divertenti/rilevanti sono in cima e tutto il resto è in fondo, che sia Kanye West a postare o un anonimo ragazzino che non parla mai in classe.

C’è una pubblicità di Yik Yak che vedo spesso su Twitter e che dice qualcosa tipo: “Tutti la usano prima dell’inizio delle lezioni”. Posso confermare al 100% che è vero. E tutti la usano anche in classe, per parlare della lezione. E poi tutti la usano anche dopo, per scoprire che altro succede in università.

Anche se non ha ancora raggiunto la popolarità di altri network, Yik Yak è una potente nuova presenza che la gente usa davvero. Spesso vedo post sulla battaglia per l’anonimato in altre applicazioni come Secret. Posso dirvi che non conosco una sola persona nel mio network che usi quell’applicazione. Gli utenti si scambiano spesso segnalazioni o screenshot dei post su Yak, ma non ho ancora sentito di un post su Secret che abbia attirato l’attenzione di tutti.

Un aspetto negativo di Yik Yak, però, è quanto sia inutilizzata l’applicazione ogni volta che ci sono le vacanze dalla scuola. Yik Yak è utile solo fino a un raggio di circa 15 km, quindi se sei in in un’area con pochi utenti di Yik Yak, non userai molto l’applicazione. Non si può certo dire lo stesso degli altri social media in questa lista.

Medium

Molti dei miei coetanei cercano piattaforme per iniziare a scrivere blog da condividere con amici e familiari. Quando un amico dice di voler aprire un blog, in genere pensa automaticamente a creare un sito con WordPress. Per qualche motivo, WordPress sembra la piattaforma più “sofisticata” per avviare un blog. Altri che hanno già esperienza con Tumblr sceglieranno di aprire lì un blog separato, che non sia collegato al loro blog “personale” sulla piattaforma.

Ma da quando ho fatto conoscere Medium ad altri della mia età, non li ho mai visti tornare indietro ad altre piattaforme per pubblicare blog.

Quello che Medium ha azzeccato è la funzione “Recommend” per consigliare i post degli altri. È una cosa che non si vede su Wordpress (a parte i tipici pulsanti per la condivisione) ed è quello che rende Medium una comunità vera, non solo una serie di siti individuali. Avere un semplice sistema per seguire altri utenti (con l’opzione “Follow”) ti porta a usare Medium sempre più spesso, anche se non intendi scrivere post. Medium mette anche l’enfasi sulla capacità di commentare direttamente di fianco al testo (invece che in una lunga sezione commenti in fondo alla pagina).

L’unica sfida per Medium è farsi conoscere dal pubblico dei teenager. Il layout del sito e i contenuti sono già attraenti, ma manca ancora il riconoscimento da parte della nostra fascia d’età. Sono convinto che con sempre più teenager che scoprono Medium, molti dei miei coetanei inizieranno a pubblicare blog su questa piattaforma.

Gli altri

Ecco gli altri social media network usati dai teenager ma che non richiedono una discussione approfondita:

  • LinkedIn: ci serve, quindi ce l’abbiamo. Molti aspettano fino al college per usarlo (che è anche giusto, dopotutto non è nemmeno per la nostra fascia demografica).
  • Pinterest: è dominata soprattutto da una presenza femminile ed è per chi ha più interessi artistici o da hipster. Non molti ne parlano.
  • Kik: è un’applicazione di messaggistica usata principalmente per messaggiare gente su Twitter, almeno da quanto ho capito. Non conosco nessuno che la usi e ne ho a malapena sentito parlare. È davvero difficile per me descriverla qui ma non è molto rilevante.
  • WhatsApp: la scarichi quando vai all’estero, la usi per un po’ prima di tornare a usare iMessage e Facebook Messenger, poi la cancelli. Conosco un sacco di gente che la usa per comunicare con gli amici conosciuti all’estero, ma secondo me Messenger sta prendendo il sopravvento. Per gli studenti internazionali, però, WhatsApp è uno strumento cruciale e da quel che mi dicono è davvero molto utile.
  • GroupMe: è decisamente l’applicazione di messaggistica più usata al college. Tutti ce l’hanno, la usano e la adorano. Supporto per GIF, la capacità di mettere “mi piace” ai messaggi di altri, anche cose banali come essere in grado di cambiare il tuo nome tra le diverse chat di gruppo sono tutte cose che la rendono un’applicazione sia utile che divertente. GroupMe inoltre funziona praticamente su qualsiasi telefono o dispositivo… sul computer, su iPhone, su Android, può anche funzionare tramite SMS per quelli che non hanno uno smartphone.

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Monica Cainarca

Translator, editor, dreamer • formerly translator and editor for Medium Italia