foto di Chiara Magrelli

parte 7

Rossana de Michele
designyourlife stories
8 min readJul 29, 2015

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Le confessioni di una giovane startupper:
Le regole dell’ozio

Cinque socie, più ciro.
Siamo una startup innovativa in Italia

di Rossana de Michele

Seguo gli spostamenti delle mie 5 colleghe di startup in questo scorcio vacanziero spiandone l’attività social. La Manu R e Sibilla hanno mostrato quanto di mostrabile esiste in Costa Azzurra, non una persiana celeste, un brocante, una colazione a base di baguette e frutta fresca è sfuggita agli obiettivi dei loro smart phone. Veronica è finalmente entrata in possesso della tanto agoniata borsetta dell’estate, quella con le frange, e per condividere la gioia dell’acquisto, ovviamente un “vero” affare, ha primariamente fotografato l’incolpevole oggetto per sottoporlo al giudizio delle socie tutte. La Manu B è ritratta e taggato sulla pagina di un comune amico ad un corso di tango nell’atto di ritirare il diploma, la formazione prima di tutto, la Vale ha scovato un posticino in Puglia, un B&B pied dans l’eau, in cui a parte il fatto di dover superare una muraglia umana di nazionalità mista incastrata sulla battigia con l’unico e recondito scopo di non lasciare buchi d’aria come in un tetris umano perfettamente completato, a parte questo, permette di prendere il sole sul lettino posizionato davanti alla finestra su un praticello e poi senza soluzione di continuità tuffarsi in mare dopo aver saltellato con bambini al seguito tra le teste e i piedi e le pance scottate dei frequentatori della spiaggia, per non più di una decina di metri. Non so se a Settembre lo inseriremo tra i nostri recommended.

Io non sono da meno, obbligo i miei commensali a non toccare cibo fino a che non ho immortalato ogni pietanza come si deve, spostando bicchieri e bottiglie di vino, bacchettando la mano che tenta di guadagnare il gambero o quella che sparge briciole di pane anzitempo, nessuno può cominciare a mettere in disordine lo styling della tavola e tantomento ipotizzare di mettere qualcosa sotto i denti, che so un grissino o il finger food di benvenuto, sino a che tutto non sia stato documentato a dovere, con la luce giusta e la prospettiva più accattivante. E lo human touch? Al diavolo se i tuoi compagni di viaggio sono due adolescenti con lo smalto bluette sbeccato e le pellicine mangiucchiate! Mica posso mettere nel “Blob”, così affettusamente la mia famiglia chiama la nostra attività in fase di avvio, uno human touch così tanto human.

Ciro no. Ha staccato la spina, il telefono, e ha fatto perdere le sue tracce. Qualche sporadico Like alle pagine Facebook di designyourlife, più per dovere che per reale interesse, messo nel cuore della notte dopo aver controllato che nessuna di noi sia online. Me lo vedo, con decine di libri appena acquistati su Amazone, alla Feltrinelli in Stazione Centrale o su qualche bancarella. La sua vacanza è poter leggere smodatamente e in santa pace, senza interruzione e senza sentirsi in colpa per aver rimandato qualcosa di lavorativo urgente per finire il capitolo. Ciro è il nostro maestro d’ozio, il nostro guru del rigenerarsi imparando senza muovere un muscolo e astraendosi dalle cose pratiche della vita di tutti i giorni. Non importa dove e quanto, nelle faccende d’ozio conta solo il COME.

Non è facile vuotare la testa mentre sai che a Treviso hanno una settimana esatta prima che uno squillo di tromba che ricorda quello della fine del mondo rimbombi nell’aria avvertendo che stà per scadere il termine di consegna del layout che da qui a poco dovrà essere impaginato in una slide che ammiccando convincerà un benestante indiano d’America Seminole a investire sul tuo business tutto il ricavato dei guadagni prodotti dagli Hard Rock Cafè di mezzo mondo cha ha acquistato col ricavato della sala bingo più redditizia di tutti gli USA. Per questo tutte e 5 animate da un incontrastabile orror vacui ci alleniamo e postiamo, e ashtagghiamo, e condividiamo come delle ossesse tutto il condivisibile.

Mi ero imposta di dedicarmi una pausa da tutto questo in occasione della nostra vacanza familiare a Ponza che è tuttora in corso. Nei miei primi giorni sull’isola non sono riuscita ad oziare nemmeno guardando catatonica alla tv Reazione a Catena, ho indovinato parola dopo parola tanto è alto il livello della mia concentrazione e tanto sono allertati i miei riflessi. Ho completato tutti i livelli di Little Alkemy in meno di 48 ore e al termine dell’impresa ieri mi sono abbattuta sfinita e finalmente addormentata alla spiaggia alle quattro del pomeriggio, come un sasso. Ma questo non ha impedito al mio orecchio, che a quanto pare ultimamente resta in funzione a prescindere dalla mia volontà, di captare un rumore di onda più forte del normale e di afferrare con un braccio animato da un suo personalissimo afflato la borsa di tela contenente tutti i nostri vestiti a un millimetro dal venir sepolta dall’unica onda anomala della settimana, per inciso di totale bonaccia. Quando mi sono svegliata completamente ero dritta in piedi con la borsa stretta al petto e i familiari intorno che mi osservavano tutti a bocca aperta, spaventati dalla mia aria da “posseduta”. E come biasimarli: avevo il segno dell’asciugamano a nido d’ape stampato sulla guancia sinistra, la guancia destra rosso aragosta evidentemente ustionata, un rivolo di bava tipica del riposino postprandiale e gli occhi a palla e feroci della donna primitiva che nella caverna deve difendere la famiglia da orsi giganti e dalla tigre con i denti a sciabola che può essere fermata solo con uno scatto tanto fulmineo. Io e la borsa ci siamo guardate intorno, sane e salve entrambe, ed è stato così che ripoggiandola a terra facendo la vaga ho deciso che nei restanti giorni sull’isola avrei dovuto davvero concedere alla mia testa qualche oretta di riposo e di sano oziare prima di finire dritta dritta in un ospedale psichiatrico con il telefonino in una mano e il pc nell’altra biascicando parole incomprensibili.

Dicevo che non è scontato e facile “staccare” per chi come noi è costretto ad andare in vacanza e a rallentare mentre tutto intorno a te il digital sta continuando a progredire ora dopo ora, minuto dopo minuto, in una battaglia social che si combatte al decimo di secondo. Per questo ho ricercato e selezionato le 10 regole imprescindibili a cui attenersi almeno per una settimana per dare alla testa e allo spirito il riposo che necessitano anche se stai partecipando alla costruzione di una startup innovativa nell’estate 2015.

  1. utilizzare il telefono come fosse solo un telefono, per sentire se mamma sta bene o il direttore della banca perchè ti conceda accesso alla tua carta illimitatamente almeno ancora per questa settimana.
  2. utilizzare il suddetto smartphone come fotocamera solo per immortalare figli in procinto di tuffarsi a bomba o amiche del cuore sulla tazza del wc, come si faceva al liceo, ma solo se non si possiede una Lomo o una Kodak originale con qualche pacchetto di negative istantanee al seguito, opzione consigliata.
  3. bere drink con la cannuccia dopo le 5 e 30 del pomeriggio in qualunque posto ci si trovi
  4. lasciar esaurire la batteria del computer e non ricaricarlo più subito dopo aver scaricato un film epico da guardare tutti insieme in caso venga improvvisamente a piovere
  5. non farsi dare la password del wifi, utilizzare tutti i propri giga disponibili per ascoltare musica e guardare filmini scemi 24 ore di seguito e poi restare inermi e senza l’accesso a google cercando di ricordare come si faceva a sapere qualunque cosa prima della sua esistenza
  6. inforcare gli occhiali da presbite comprati in farmacia e scoprire che sei ancora in grado di leggere i caratteri stampati su carta che non si ingrandiscono pizzicando sullo schermo, e utilizzarli subito per leggere un quotidiano e, per i più ardimentosi, un libro. Si noterà come con questa semplice pratica nella testa si formino immagini esattamente come quelle di Facebook anche se nessuno ci può mettere sotto il like o commentarle. Si tratta di esperienze ad uso esclusivo e intimo del lettore, immagini evocate al solo scopo di rendere completa e immaginifical’esperienza in corso che poi scompaiono senza poter essere condivise se non rievocandole con l’utilizzo delle parole.
  7. mangiare cose sane, porcherie, cibo da strada, piatti da gourmet, trionfi dal bouffèt, tutti o solo alcuni di questi, ma assolutamente senza averli prima fotografati. Concedetevi piuttosto di ritrarli ad olio, con la china o il carboncino, i pastelli se avete meno di 14 anni, su una Moleskine o gli appositi fogli ruvidi Fabriano formato A4. Nel frattempo alcune pietanze potrebbero deteriorarsi con il caldo, e il conseguente maldipancia svuoterà il vostro intestino esattamente come la vostra testa mentre siete in preda ai crampi. Taumaturgico.
  8. annoiatevi, per almeno 5 o 6 ore consecutive e lamentandovi moltissimo per il caldo e il tedio. Senza che ve ne accorgiate la testa ricomincerà a a funzionare anche senza venir sottoposta a stimoli auditivo visivi di un supporto elettronico esterno
  9. comprate un mazzo di carte da gioco ed usatelo nei modi appropriati e in quelli inappropriato. Appropriati: Burraco, Macchiavelli, scala 40, scopone, solitari vari. Inappropriati: castelli di carte sul natante fuori rada, lancio delle carte a colpire un punto che sai solo tu dopo averle fatte roteare al rallentatore con il vento di maestrale a sfavore, partita a Uno ancora col fiatone appena terminata l’ascesa del nuovo versante del Bianco in cordata, giochi desueti a caso con regole dimenticate o inventate in cui non si sa mai se si può pescare dal mazzo degli scarti e chi vince deve aver barato di sicuro.
  10. La regola delle regole, quella che può applicare solo chi è davvero armato di coraggio e di una tenacia degna, invero, di ben più ardue imprese: non accedere almeno per una settimana ad alcun social, alle news online, e a qualunque dispositivo che vi dia feedback della vostra reputazione o popolarità digitale anche solo per sentito dire e disattivate TUTTE le notifiche push. Lasciatevi dare del cretino vis a vis e fatevi dire che siete carine o delle cozze dal vero, osservate il vostro gatto saltare sulla vostra sedia e rubare la fetta di salame dal vostro piatto, portatevi i giornaletti al bagno, rimorchiate con una scusa cretina (il tuo volto non mi è nuovo, non è che ci siamo già visti da qualche parte?), e per sette giorni almeno non controllate diari, stats e counter di pagine viste. Le prime ore e i primi giorni vi sembreranno non finire mai, insuperabili, ed ogni volta che accederete al telefono per controllare l’ora dovrete combattere una battaglia feroce contro la tentazione ad andare oltre, ad accedere ad una delle tante applicazioni che colorano il vostro affollatissimo schermo. Non fatelo, non cedete. Oziate come merita il vostro cervello.

Io ho ceduto, e per questo sono qui che lavoro alle 13.00 guardando le barche solcare il mare blu dalla terrazza dell’hotel. Perchè avevo dimenticato di disattivare le notifiche push di Slack. Il mondo digitale mi ha rifagocitato nel suo gorgo tramite Slack. L’ultima icona nell’ultima pagina delle mie 6 pagine fitte di App. Ora disattivo anche Slack e mi disconnetto con maggiore impegno anche dalle mie 4 socie, ma non da Ciro, penserò a lui che legge e mi annoierò anche per quelli che non ce l’hanno fatta.

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