Il parco nazionale più giovane d’Italia

Ornella Sabia
L’arte del narrare paesaggi
4 min readAug 29, 2016

Sull’Appennino Lucano, le sfide per la tutela del territorio e per il turismo

Il Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val D’Agri — Lagonegrese è il più giovane d’ Italia. Nato nel 2007, è situato a ridosso del Parco Nazionale del Cilento e del Parco Nazionale del Pollino. Comprende una vasta porzione di territorio, che include anche le aree della Val d’Agri, del Lagonegrese e della Val Melandro, come si può notare dalla cartina qui di seguito:

Non è tra i parchi più conosciuti, in un territorio difficile e segnato dal marchio nero delle estrazioni petrolifere. Ed è proprio questo uno dei motivi della nascita del Parco, ovvero cercare di tutelare il grande patrimonio naturalistico e culturale presente in questa vasta area della Basilicata.

Perché la Val d’Agri non è solo petrolio.

È anche, ad esempio, il parco archeologico di Grumentum, una delle testimonianze più antiche d’Italia della forma tipica di una città romana.

Una piccola Pompei, che vale la pena visitare.

Scavi di Grumentum (foto Basilicataturistica.it)

Con l’istituzione del Parco, la tutela del territorio è aumentata, riuscendo anche a impedire nuovi permessi di ricerca.

L’area infatti è ricca di biodiversità. L’abbelliscono fitti boschi di querce e boscaglie dette “termofile” di roverella, carpino bianco, frassino e orniello. Boschi popolati da animali selvatici, come lupi, cinghiali e la particolare lontra della Val d’Agri.

“ Istituendo il Parco abbiamo voluto promuovere un’idea diversa della nostra terra, valorizzando i nostri punti di forza. Non solo le bellezze naturali e culturali, ma anche il buon cibo. I territori che fanno parte del Parco hanno delle tradizioni culinarie antichissime e prodotti di grande qualità, come i celebri fagioli di Sarconi, che pur avendo subito un brutto colpo a causa del petrolio, non hanno perso il loro marchio DOP”,

spiega il sindaco di Sasso di Castalda, Rocco Perrone, anche membro del Consiglio del Parco dell’Appennino. Sasso, insieme ai Comuni della Val Melandro, fa parte dell’area settentrionale del perimetro.

I famosi fagioli di Sarconi (foto mondodelgusto.it)

Le attività del Parco mirano ad attrarre un tipo altro di turismo, un turismo sostenibile in cui chi viene a visitare questi luoghi possa combinare passeggiate nel verde ad eventi culturali e buona cucina.

“E’ ovvio che le nostre produzioni sono troppo piccole per un grande mercato. Preferiamo portare qui i consumatori, piuttosto che esportare i prodotti”.

L’attenzione a questo tipo di turismo è dimostrata anche dall’adesione del parco alla Carta Europea del Turismo Sostenibile, segno che il Parco dell’Appennino Lucano rientra in tutti gli standard dettati dalla Carta, in nome del rispetto per l’ambiente. E’ infatti in cantiere l’idea di ottenere la Certificazione ambientale dei boschi, altra garanzia di tutela ambientale, che riuscirà anche a mettere in rete il Parco dell’Appennino con i vicini parchi del Cilento e del Pollino.

“ Riuscire a portare le persone nei nostri territori è un lavoro che richiede amore e impegno. Ma anche formazione. Stiamo formando un’èlite di giovani, in collaborazione con l’università La Sapienza di Roma, sul sistema dell’accoglienza, sul miglioramento delle infrastrutture e sulle nuove tecnologie per la produzione energetica”,

conclude il sindaco di Sasso. In questo modo anche gli imprenditori potranno rivolgersi a tecnici esperti, che sapranno come combinare l’intervento umano al rispetto ecologico.

Veduta del Monte Vulturino, nel territorio del Lagonegrese (foto wikimedia.org)

Dunque la nascita di questo Parco ha significato una grande opportunità per migliorare la tutela del territorio e creare nuove opportunità di turismo. Bisogna sottolineare che esiste un forte vincolo tra la popolazione locale e il Parco, che è visto come una sorta di garante. Il territorio è infatti anche ricco di acque, le stesse che servono l’acquedotto pugliese.

Un percorso che continuerà, grazie all’entusiasmo di chi come Rocco Perrone, crede fortemente che Cristo abbia fatto un grave errore a fermarsi a Eboli e perdersi le meraviglie che la Lucania, tutta, ha da offrire.

Diga del Pertusillo (foto Comuni — italiani.it)

Anche se Cristo potrebbe trovare non poche difficoltà a raggiungere questi luoghi, a causa delle difficili condizioni del sistema di trasporti sia su gomma che su rotaie. E se il viaggio lento è in linea con lo spirito del turismo sostenibile, s’inizia a intravedere un’altra linea, quella del treno Frecciarossa, in fase di test proprio durante questo agosto 2016.

“Se il progetto andrà a buon fine, sarà un enorme vantaggio non solo per il Parco dell’ Appennnino Lucano, ma per tutta la regione”,

dice speranzoso il sindaco di Sasso.

La speranza che Cristo possa addentrarsi oltre Eboli con più facilità e godersi tutto il fascino di questo straordinario Parco.

Scritto per l’associazione Il Vagabondo. Progetto “L’arte di Narrare i Paesaggi” per Funder35

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