Se questi muri potessero parlare (e forse parlano)

guiboss
L’arte del narrare paesaggi
5 min readAug 25, 2016

La storia dei dipinti murali di Satriano dalla voce del loro inventore

Un dipinto murale ispirato a Picasso

Quasi trent’anni, cinquanta artisti, 400 opere d’arte, per lo più murales.

“Ma non chiamiamoli murales: io preferisco ‘dipinti murali’, proprio per distinguerli dai graffiti e da altre forme simili”.

E allora, se lo dice Luciano La Torre, non chiameremo murales questa grande narrazione che attraversa i paesi di Satriano di Lucania, Sant’Angelo le Fratte e Savoia di Lucania, nella “Valle più dipinta d’Italia”, ossia quella tracciata dal torrente Melandro, al confine fra Basilicata e Campania, a metà fra Potenza e Battipaglia.

Storie della comunità sulle pareti delle case

Era il 1988, quando il pittore trentenne Luciano La Torre ebbe un’idea, guardando i muri di Dozza, in Emilia Romagna, completamente ricoperti di dipinti: riprodurre anche a Satriano, il piccolo paese lucano in cui era nato, quella magia.

Ce ne sono molti di paesi con i murales, Dozza, appunto, o anche Diamante in Calabria (gemellato con Satriano), ma non è una gara a chi ne ha di più, al contrario è la riscoperta di un antico modo di raccontare la storia e le storie di una comunità, attraverso le immagini, da sempre comprensibili a tutti, colti e analfabeti, autoctoni e stranieri.

Questa è la funzione dei grandi cicli di affreschi nelle chiese e questo è lo spirito che ha animato un gruppo di artisti locali in questi anni.

“L’uomo è nato così, comunicava con le immagini fin dal principio. Noi abbiamo fatto questo in fondo: un racconto universale, comprensibile a tutti, al di là delle culture e della provenienza geografica di chi guarda”.

Il “Rumit” sulla facciata di una casa in piazza a Satriano

Passeggiare per Satriano, così come per i vicoli di Sant’Angelo le Fratte o Savoia di Lucania, è come immergersi in una favola, con personaggi che ci guardano da dietro un angolo, che sbucano sopra un muretto, accanto a una finestra, sotto un portico. Immagini, leggende, eventi storici: ognuna di queste opere d’arte ha un motivo per essere lì, oltre all’estetica, una sua funzione, in fondo.

“Certo, all’inizio gli abitanti del borgo erano restii, forse sorpresi da questa novità. Ora invece ci sono persone che vanno in Comune a chiedere perché sul loro muro non è ancora stato dipinto nulla!”

Le cose cambiano. A breve i quattrocento dipinti murali verranno acquisiti come patrimonio artistico contemporaneo dai Beni Culturali e potranno così essere tutelati. Ma già oggi sono un patrimonio de facto di questa comunità.

Il pittore Luciano La Torre

“Da quel 1988, sono successe molte cose. Allora io facevo parte di un gruppo di artisti contemporanei partenopei, con alle spalle già esperienze di pittura murale in Nord Italia e nel Cilento. Iniziammo per gioco, eravamo 4 o 5 amici. Da lì, la cosa prese piede e ogni estate aggiungevamo qualche dipinto, l’ultimo a gennaio scorso. Non ci siamo più fermati: nel frattempo si sono avvicendati circa cinquanta artisti per lavorare sui dipinti murali nei tre paesi ed è nata l’associazione Arte per la Valle, con lo scopo di diffondere questo lavoro. Sì perché, dopo le prime esperienze a Satriano fui chiamato da un giovane di Sant’Angelo Le Fratte, faceva parte di un’associazione culturale, e mi chiese di allargare il nostro lavoro anche al suo paese. Si chiamava Michele Laurino, oggi è diventato sindaco ed è molto attivo nella promozione di questo grande progetto. A lui è seguito infine il comune di Savoia di Lucania: ed ecco fatta la Valle più dipinta d’Italia”.

Una valle, tre comuni, ognuno con una propria identità. E i dipinti, così come le sculture e le altre istallazioni artistiche presenti nelle vie e nelle piazze, raccontano il genius loci di ciascuno. Prima di lavorare su un muro, si fa un progetto, si scelgono le cromie e si valuta l’impatto ambientale. Poi ci sono le tecniche e i materiali giusti da trovare, come resine e acrilici, affinati in trent’anni di sperimentazioni, per ottenere dipinti che resistano al tempo, alla luce e agli sbalzi di temperatura. E naturalmente si studia un tema per ogni intervento: a Satriano sono le leggende del Rumit e le altre figure del carnevale, sono scene di vita di Giovanni de Gregorio, detto il Pietrafesa, pittore cinquecentesco nato qui e cresciuto poi a Napoli nelle più prestigiose botteghe; ma anche le storie (inventate) del Moccio e della famiglia Abbamonte, metafora dello sfruttamento dei contadini da parte dei ricchi.

La bottega di Giovanni de Gregorio, pittore cinquecentesco nato a Satriano

A Sant’Angelo, invece, i lavori ruotano attorno alla cultura del vino, poiché sono presenti molte cantine, e alla vita del vescovo e matematico Juan Caramuel, che nel ‘500 resse la Diocesi locale per tredici anni. Infine a Savoia, si narrano le gesta del concittadino Giovanni Passannante, l’anarchico che attentò alla vita di Umberto I, fu imprigionato e morì pazzo in manicomio. A causa sua il paese dovette cambiare nome, da Salvia di Lucania a Savoia (ma gli abitanti si chiamano ancora salviani). E ancora, vi sono scene di vita di San Rocco, patrono del paese, collocate attorno al castello, lungo il percorso della tradizionale processione.

Insomma, ogni dipinto si lega con la cultura del luogo, con le tradizioni e con il sapore di quel paese. Un’idea che costituisce anche una leva importante per il turismo, grazie alla quale questi piccoli borghi sono oggi sull’atlante delle destinazioni possibili per i viaggiatori più accorti e raffinati.

Ancora scene arboree e un elogio dell’edera

Forse varrebbe la pena investire ancora nuove energie su questo progetto, per esempio organizzando residenze per artisti o un festival o incrociando altri eventi che possano ulteriormente spingere l’idea.

“Ci abbiamo pensato” risponde Luciano La Torre “ma ancora non l’abbiamo fatto. C’era l’ipotesi di portare qui Comicon, il salone internazionale del fumetto, per integrarsi con il lavoro dei dipinti murali. Vedremo: per ora valorizziamo artisti locali e lavoriamo con le scuole, attraverso laboratori di pittura, lavorazione della cartapesta, visite guidate ed altro. A settembre ne abbiamo già in programma a Sant’Angelo, con gli alunni delle elementari, i più creativi!”

Scritto per l’associazione Il Vagabondo. Progetto “L’arte di Narrare i Paesaggi” per Funder35

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