Un uomo vestito d’albero

Lina Gioia
L’arte del narrare paesaggi
4 min readAug 27, 2016

Il carnevale di Satriano, la tradizione al servizio dell’ecologia

La foresta che cammina

“Un messaggio ecologista: la volontà di ristabilire un contatto con la terra”.

Parola di Rocco Perrone, giovane satrianese, fra i membri dell’Associazione Al Parco. Sguardo appassionato e volontà di ferro nel rilanciare una grande tradizione.

Dal 2014 il Carnevale di Satriano di Lucania, nella valle del Melandro, ha una nuova interpretazione: all’alba dell’ultima domenica prima del martedi grasso, una sfilata di alberi silenti esce dal bosco Spera e percorre le vie del paese. Bussano alle porte con il fruscio, un bastone con all’estremità un ramo di pungitopo e ricevono doni alimentari o altro. Una Foresta che cammina composta da 131 alberi vaganti, uno per ogni paese della Basilicata.

Protagonista della manifestazione è la maschera del Rumita (l’Eremita), uomo vegetale, coperto da tralci d’edera e che rappresenta il rapporto tra uomo e natura. L’origine richiama riti arborei legati alla natura ma la storia si è persa nel tempo. Secondo lo studio di Vincenzo Spera, che aveva raccolto alcune testimonianze prima del 1980, il Rumita, girava nel paese solitario non solo l’ultima domenica del martedi grasso, ma per tutta la manifestazione carnevalesca, andando di casa in casa chiedendo elemosina.

“Questa maschera nel corso dei decenni ha avuto varie interpretazioni, da spirito francescano, e dunque un eremita che dopo un inverno rigido usciva dai boschi a chiedere carità, a personaggio legato all’emigrazione satrianese e che rappresenta colui che non ha mai lasciato la Basilicata e che girava vestito d’edera per non farsi riconoscere cercando qualcosa da mangiare”.

Nel 2012 la visita del regista Michelangelo Frammartino a Satriano di Lucania cambia le sorti del Rumita. Innamoratosi della maschera, le dedica una cine-installazione chiamata “Alberi” con 100 Rumita e proiettata al MoMA di New York in occasione del Tribeca Film Festival. Per Rocco fu una svolta.

“Il suo racconto su come vedeva la maschera fu, almeno per me, una vera illuminazione. Eravamo abituati per tradizione a vedere nel Rumita il riflesso del Satrianese umile e povero, addirittura si raccontava che le famiglie più nobili di Satriano di Lucania vietassero ai propri figli di vestirsi da Rumita. Ma il regista evidenziò la forte valenza storica di questa maschera, che spiegava meglio di mille parole il rapporto tra uomo e natura esistente in Basilicata e a Satriano di Lucania”.

E da quest’ultimo evento che nel 2014 nasce una Foresta che cammina, una risposta al cortometraggio, il cui messaggio era quello di restituire alla natura un pezzo che l’uomo aveva preso con il cemento.

“Aggrappandoci a questa idea la sfida è stata quella di far diventare il cinema una tradizione. Una manifestazione che il Corriere della Sera nel 2015 ha inserito tra i dieci Carnevale più importanti d’Italia”.

Il Carnevale di Satriano di Lucania è un evento organizzato dall’associazione Al Parco in collaborazione con il Comune di Satriano, il Parco Nazionale Appennino Lucano, associazioni, volontari e aziende private. Ed è un evento ‘ecologico’ che “presta massima attenzione all’impatto antropico”: vengono usate stoviglie monouso con bicchieri riutilizzabili; i bar interessati dalle sfilate nei giorni dell’evento sono forniti di materiale biodegradabile; si utilizza carta a marchio FSC per la stampa del materiale pubblicitario e promozionale; vengono scelti prodotti di stagione a filiera corta e chilometro zero e nel passato sono stati piantati alberi per compensare le emissioni di CO2 causate dall’organizzazione.

La manifestazione conta su una grande partecipazione popolare con una stima nel 2016 di duemila persone presenti la domenica del Carnevale, con circa 90 camper e autobus organizzati. Per certo è una manifestazione che riempie tutte le strutture turistiche.

Alla sfilata possono partecipare tutti, anche chi non è originario di Satriano di Lucania, uomini ma anche donne, rompendo gli schemi tradizionali. E in questa festa anche i bambini riscoprono le tradizioni perché è possibile far parte della Foresta che cammina con gli esseri viventi che vivono nel bosco e travestendosi da farfalle, folletti, funghi e foglie, intrecciando i fili del divertimento carnevalesco con la tradizione.

L’Urs viene dai boschi

Alla viva sfilata, oltre al Rumita, partecipano anche l’Urs (l’Orso), vestito di pelli di pecora e che rappresenta l’uomo animale; il Matrimonio con donne che si vestono da uomini e viceversa; e la Quaresima. Quest’ultima è una maschera rappresentata da una donna vestita di nero , comune ad altre manifestazioni carnevalesche in Basilicata.

La Quaresima e i Folletti del bosco

Anche per l’ Urs è cambiata l’interpretazione: da maschera utilizzata per vendicarsi dei torti subiti, a quella di buona sorte legata al cittadino emigrato e che ritorna in Patria dopo aver fatto fortuna.

Ora saltella per il paese sotto il controllo del suo pastore che, in caso, ne arresta l’impeto selvaggio.

Appuntamento al 26 febbraio 2017, magari per essere uno dei 131 alberi che camminano.

Scritto per l’associazione Il Vagabondo. Progetto “L’arte di Narrare i Paesaggi” per Funder35

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