Servizi digitali utili ed efficienti: le sfide per i Comuni con i fondi del PNRR

Le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza come occasione per intraprendere una transizione digitale che porti benefici reali e duraturi agli enti e ai cittadini

PagoPA S.p.A.
PagoPA SpA
8 min readMay 11, 2022

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Original illustration by Jonathan Cañamar for PagoPA S.p.A.

Con i primi avvisi destinati ai Comuni, pubblicati a inizio aprile sul sito PA digitale 2026, prende il via un percorso che permette alle amministrazioni delle città italiane di utilizzare i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per progetti legati alla trasformazione digitale dei propri servizi.

Quello che sta partendo è un treno su cui i Comuni sono chiamati a salire “nel modo giusto”, utilizzando queste risorse per consolidare l’impegno verso una trasformazione digitale concreta e duratura, che sia capace di:

  • offrire ai cittadini servizi digitali utili, sicuri, semplici e piacevoli da usare;
  • permettere agli enti risparmi e semplificazioni dei processi, verso un sistema di gestione dei servizi pubblici sempre più efficiente.

Il passaggio tra l’utilizzo dei fondi per la trasformazione digitale e la costruzione di servizi a valore aggiunto deve essere frutto di una precisa strategia. È fondamentale che i soggetti coinvolti — le amministrazioni e i partner tecnologici che lavorano al loro fianco — comprendano le reali opportunità che si possono cogliere grazie ai fondi del PNRR così da pianificare al meglio questo processo di transizione e non correre il rischio di sprecare questa occasione. Questo significa:

  • mappare e valutare i propri servizi, per individuare quelli più adatti ad essere proposti sui canali digitali, al fine di portare maggiore valore ai cittadini e agli enti stessi;
  • programmare la digitalizzazione dei servizi e la ridefinizione dei processi in un percorso lungimirante, per una costruzione di un ecosistema di servizi digitali sempre più ricco, con l’obiettivo costante di semplificare il lavoro dell’ente e rendere più facile la vita ai cittadini.

Quali fondi prevede il PNRR per la transizione digitale dei Comuni?

Quello della transizione digitale è uno dei principali capitoli su cui si fonda l’intero Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza italiano. Più nel dettaglio, il piano divide le risorse in tre assi strategici:

  • la transizione digitale;
  • la transizione ecologica;
  • lo sviluppo del Mezzogiorno.

A sua volta il piano si divide in 6 missioni, che rappresentano le aree tematiche su cui si vuole intervenire. La prima missione (M1) è quella che si occupa specificamente di “digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura” con lo scopo di sostenere la trasformazione digitale del Paese, l’innovazione del sistema produttivo e di investire in turismo e cultura. Solo a questa missione il PNRR dedica 50,7 miliardi divisi in tre linee di intervento:

  • digitalizzazione, innovazione e sicurezza della Pubblica Amministrazione;
  • digitalizzazione e competitività nel sistema produttivo;
  • turismo e cultura 4.0.

Per quanto riguarda il primo punto, dedicato nello specifico alla Pubblica Amministrazione, il piano prevede un finanziamento di 9,75 miliardi in tre ambiti di intervento:

  • la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, dai servizi digitali alla cyber security;
  • l’innovazione della Pubblica Amministrazione e lo snellimento burocratico;
  • l’innovazione organizzativa del sistema giudiziario.

Gli avvisi pubblicati nelle scorse settimane rivolti ai Comuni rientrano tra le iniziative del primo ambito, i cui obiettivi sono la costruzione e lo sviluppo di infrastrutture e servizi digitali, la migrazione al cloud di alcuni servizi degli enti, lo sviluppo di sistemi per la gestione dei dati e per l’interoperabilità, la sicurezza informatica, lo sviluppo delle competenze digitali di base tra i cittadini e i dipendenti della Pubblica Amministrazione.

In questi mesi abbiamo tentato di avviare una nuova stagione nel rapporto con le istituzioni locali, un approccio diverso, basato su due principi chiave: semplicità e vicinanza. I Comuni sono infatti le istituzioni più vicine alle esigenze dei cittadini, e proprio per questo motivo devono essere considerate il punto di partenza per una vera trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione.

Se il digitale può permettere di semplificare il rapporto tra cittadini e PA, questo non vuol dire che il processo di digitalizzazione sia qualcosa di semplice. Richiede non solo la ridefinizione dei processi interni degli enti, ma anche l’avvio di una nuova stagione nel rapporto con le istituzioni centrali. Questo è il nostro ambizioso obiettivo, per far sì che grazie al PNRR si sviluppi un metodo di lavoro più agile e condiviso, che possa divenire una nuova caratteristica distintiva per la Pubblica Amministrazione italiana.

Vittorio Colao, Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale

La semplificazione del rapporto tra cittadini e PA passa anche dalla modalità con la quale il Dipartimento per la Trasformazione Digitale ha scelto di gestire i finanziamenti del PNRR di cui è responsabile. Il portale dedicato PA digitale 2026, dove vengono pubblicati gli avvisi destinati ai Comuni e agli altri enti pubblici, permette ad amministrazioni e partner tecnologici di gestire in modo semplice l’intero percorso per chiedere e ottenere i fondi per digitalizzare i propri servizi.

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Come investire per offrire servizi a valore aggiunto ai cittadini

I primi avvisi riguardano interventi chiave per la modernizzazione dei Comuni:

Un obiettivo scritto nero su bianco negli avvisi è che al 2026 i Comuni italiani dovranno raggiungere una media di 50 servizi digitalizzati su app IO e pagoPA. Quando parliamo di digitalizzazione, però, a fare la differenza non è tanto il numero di servizi, quanto l’effettivo valore aggiunto che questi riescono a offrire agli enti e alle persone, rendendo facile quello che prima era difficile.

Per questo la pianificazione degli interventi varia a seconda delle caratteristiche e delle esigenze specifiche di ciascun ente e si deve basare su:

  • Lo studio dei reali bisogni delle persone e dei benefici per gli utenti legati all’erogazione digitale di un servizio. Questo riguarda sia servizi già esistenti sia iniziative pubbliche che si possono ideare e proporre ex novo.
  • L’analisi dei propri processi interni. Lo scopo è capire in che modo la digitalizzazione può essere un volano per rendere le modalità di lavoro e di gestione dei servizi più semplici e efficienti.

Una rilevazione realizzata nei primi giorni di maggio 2022 dall’Istituto Piepoli, e commissionata da PagoPA S.p.A., su un campione rappresentativo dell’intera popolazione, riguardo le aspettative dei cittadini italiani rispetto ai servizi digitali erogati dai Comuni, rivela un interesse particolare per i servizi anagrafici, come il cambio di residenza, il rinnovo della carta d’identità, la richiesta certificati anagrafici o di stato civile. Il 52 per cento degli intervistati che usano i servizi digitali fanno ricorso a servizi anagrafici, mentre il 20 per cento degli intervistati vorrebbe usare questa categoria di servizi su canali digitali se fosse disponibile.

Tra gli altri desiderata: il 14 per cento del campione vorrebbe accedere a servizi legati al mondo della scuola (ad esempio l’iscrizione dei figli ad asili nido o scuole dell’infanzia, l’accesso a servizi mensa e trasporto pubblico per gli scolari), un altro 14 per cento ai servizi tributari (come il pagamento di IMU, TARI, TOSAP), il 12 per cento ad attività culturali.

L’esperienza dei Comuni che hanno già integrato su app IO e pagoPA alcuni dei propri servizi ci permette di valutare su una base concreta alcuni degli ambiti che portano maggiore valore aggiunto ai cittadini e agli enti.

Un primo ambito è senz’altro quello dei pagamenti digitali. Molti Comuni hanno iniziato a gestire in maniera sinergica su pagoPA e app IO il pagamento di tributi e servizi, come le multe e la Tari, ottenendo significativi benefici.

Nel caso delle multe, l’integrazione tra le due piattaforme implica che l’ente invii al cittadino tramite l’app IO un messaggio contenente l’avviso di pagamento. Il cittadino può visualizzarlo subito e pagarlo in un paio di clic. Questa semplificazione già oggi ha portato benefici evidenti per gli enti che l’hanno adottata, in particolare la riduzione dei tempi di incasso fino a due mesi e una minore complessità per la gestione dei verbali. Ma -anche se parliamo di multe- gli enti hanno avuto feedback positivi anche dai cittadini: nei Comuni più virtuosi, il 50 per cento dei verbali trasmessi tramite IO viene pagato entro pochi giorni, permettendo al singolo la riduzione dell’importo della multa e una gestione più immediata del provvedimento.

Le esperienze legate alla riscossione della Tari raccontano simili vantaggi. I Comuni che per primi hanno scelto di mandare gli avvisi di pagamento tramite app IO hanno ottenuto una maggiore puntualità dei pagamenti del tributo, ma anche un incremento delle entrate tra il 20 e il 25 per cento.

Un Comune della grandezza di Genova è impegnativo, in più siamo capoluogo di una città metropolitana, il che significa che abbiamo una grande estensione. Come Comune, poi, siamo l’ente più vicino al territorio, quindi siamo quelli che offrono più servizi e per questo riceviamo tante entrate di vario tipo.

Quando si è iniziato a parlare di pagoPA il vantaggio era evidente, poter gestire degli incassi “targati” era il massimo dei nostri desiderata. Da allora abbiamo cercato di cavalcare il cambiamento, alzando sempre un po’ l’asticella. Questo significa anche che abbiamo dovuto analizzare tutti i processi con cui gestiamo le riscossioni, ufficio per ufficio, scrivania per scrivania. Ma oggi i benefici sono evidenti, e ci spingono a fare ancora di più.

Enrica Spotti, Responsabile Ufficio Entrate Correnti e Cassa Economale Comune di Genova

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Un altro ambito su cui l’esperienza dei Comuni fino ad oggi ha mostrato i maggiori benefici è quello dei servizi ai cittadini, dove il digitale permette maggiore vicinanza tra l’ente e il singolo.

Rientra tra questi esempi la gestione dei servizi scolastici, come l’iscrizione al nido o l’attivazione del servizio mensa per i figli, direttamente tramite l’app IO. Altri esempi sono la richiesta e l’assegnazione dei permessi di accesso alle Zone a Traffico Limitato e gli abbonamenti per i parcheggi, oppure servizi di messaggistica che informano i cittadini sulla mobilità o sulle modifiche alla viabilità in alcune aree urbane.

Infine, la digitalizzazione ha portato frequenti benefici ai Comuni nel favorire l’ottimizzazione dei processi interni: alcuni servizi, come quelli anagrafici, permettono ad esempio di ridurre le file agli sportelli, garantendo ricadute positive sul lavoro dei dipendenti dell’amministrazione e sulla soddisfazione dei cittadini.

Rientra nell’ambito di ottimizzazione dei processi anche la migrazione al cloud di alcuni servizi degli enti. L’approccio cloud first applicato ai servizi pubblici permette di renderli più affidabili e sicuri, di garantire rilevanti risparmi all’ente, in linea con i principi di tutela della privacy e con le raccomandazioni delle istituzioni europee e nazionali.

Per conoscere le altre opportunità offerte dal PNRR nell’ambito della componente M1.C1 – Digitalizzazione, innovazione e sicurezza PA, il sito PA digitale 2026 offre tutte le informazioni e i materiali che saranno aggiornati per tutto il percorso di attuazione delle misure previste dal Piano.

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