Una via europea per l’open source

La nascita e gli obiettivi dell’Open Source Program Office della Commissione Europea

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4 min readDec 13, 2023

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Di Gijs Hillenius, Open Source Program Office della Commissione Europea

Foto di Antoine Schibler su Unsplash

Nel 2020 la Commissione Europea ha rinnovato la sua Open Source Software Strategy.

La prima delle dieci azioni proposte nella strategia è la creazione di un Open Source Program Office della Commissione Europea (EC OSPO), a cui dare il mandato di realizzare una serie di azioni, ovvero:

  • realizzare un repository per le istituzioni europee di software open source;
  • migliorare le modalità di distribuzione del software, semplificando i processi;
  • favorire l’innovazione attraverso laboratori di ricerca e sviluppo open source;
  • sviluppare competenze e acquisire professionalità;
  • migliorare i rapporti con le comunità di sviluppatori;
  • integrare l’open source nei sistemi interni di governance IT;
  • garantire la sicurezza;
  • migliorare i servizi;
  • creare e promuovere l’inner source, ovvero utilizzare metodi open source all’interno dell’organizzazione per favorire il riutilizzo del codice e delle buone pratiche anche da parte di progetti non open source.

La strategia della Commissione ha avuto l’effetto di dare un peso molto più visibile e rilevante all’open source e l’OSPO ha il compito di facilitarne l’adozione nell’organizzazione.

L’EC OSPO inoltre promuove l’uso di software open source nei servizi pubblici di tutta l’Unione Europea, condividendo storie di successo e know how provenienti dalle istituzioni e dalle diverse agenzie UE, così come dai singoli Stati membri. Crediamo infatti che la cooperazione sulla strategia open source — e sulla trasformazione digitale del settore pubblico in generale — sia molto importante: molte, se non tutte, le pubbliche amministrazioni si trovano ad affrontare sfide simili, per questo condividere soluzioni e unire le forze è essenziale. E questo, in sostanza, è lo spirito dell’open source.

I traguardi raggiunti e le sfide per il prossimo triennio

Abbiamo raggiunto la maggior parte dei traguardi stabiliti dalla Open Source Software Strategy 2020–2023 “Think Open”. Alcuni di questi task sono stati completati, altri sono diventati ricorrenti.

Ad esempio, nel 2021 abbiamo modificato le regole interne della Commissione, in modo da rendere l’open source la modalità standard di condivisione del software e di consentire a tutti i nostri sviluppatori di inviare correzioni di bug e piccoli contributi ai progetti upstream.

Per raggiungere questo obiettivo, abbiamo dovuto completare un lungo iter burocratico — una Decisione della Commissione, di cui conosco ancora il numero a memoria (C(2021) 8759 definitivo), pubblicata l’8 dicembre 2021.

Foto di Christian Lue su Unsplash

D’altra parte, uno dei nostri compiti ricorrenti è fornire assistenza ai progetti della Commissione che desiderano condividere il proprio codice in modalità open source. Aiutiamo i nostri colleghi a gestire questo processo e li guidiamo anche nel pubblicare i loro progetti in una piattaforma dedicata alla pubblicazione di codice sorgente, ovvero code.europa.eu.

Per quanto riguarda i nostri piani, come annunciato dal nostro Direttore generale, Veronica Gaffey, nel suo discorso di apertura alla conferenza “OSOR turns 15” (Bruxelles, 21 novembre 2023), ci stiamo preparando per la nuova strategia per l’Open Source. È un po’ troppo presto per condividere i dettagli, ma non vediamo l’ora di continuare il grande lavoro svolto negli ultimi quattro anni.

Una scelta di sostenibilità

Esiste un legame profondo tra l’open source e i temi della sostenibilità. Adottare il paradigma open source significa promuovere la collaborazione, l’innovazione e l’apertura. Un approccio che si trova in perfetta sintonia con i principi degli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (UN SDGs).

Non è un caso, infatti, che il nostro OSPO della Commissione Europea abbia collaborato con i colleghi che si occupano dei temi inerenti il FOSS (Free and Open Source Software) all’interno dell’Ufficio delle Nazioni Unite per le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, per organizzare due hackathon incentrati sullo sviluppo di software open source in grado di contribuire agli obiettivi di sviluppo sostenibile per la formazione scolastica e per le città sostenibili.

Oggi stiamo discutendo possibili nuove edizioni di queste iniziative. Si tratta di attività che richiedono molto impegno e coordinamento, ma in fondo gli hackathon sono anche molto divertenti e riuniscono contributori open source da tutto il mondo.

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