Palloni gonfiati: #4 Rick Karsdorp

De Oranje Locomotief è tornata a correre.

Marco Alesiani
Palloni Gonfiati
7 min readJan 30, 2021

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Fonte: AP images

La partita di sabato scorso fra Roma e Spezia è stata la prima delle gare da “dentro o fuori” che dovranno affrontare Fonseca e i suoi giocatori. Nonostante la stagione della Roma fin qui sia da ritenersi positiva — il terzo posto in classifica e i sedicesimi di Europa League ne sono la riprova — come spesso accade nei pressi di Trigoria arriva improvvisamente una nebbia, come quella descritta nell’omonimo romanzo breve di Stephen King, che ribalta tutto quello che di buono è stato costruito attraverso dei momenti che rasentano spesso il “paranormale”. Dopo il derby perso, la drammaticità della situazione, forse eccessiva, è momentaneamente rientrata grazie alla vittoria raggiunta al 94' contro l’ottimo Spezia di Italiano per 4–3. Nel tabellino dei marcatori ci è finito per la prima volta, da quando è arrivato nella capitale, Rick Karsdorp. La sua stagione, tra le tante criticità del momento, sembra essere tra le note più liete dell’inverno romanista, spesso troppo rigido rispetto alla temperatura realmente percepita.

E’ da un po’ di tempo che volevo scrivere un pezzo su Karsdorp un po’ perché è uno di quei giocatori che tendo a difendere strenuamente anche dopo brutte prestazioni, un po’ per la sua faccia da “finto coatto” pieno di tatuaggi ma che forse servono a mostrare una certa attitudine da duro che non è realmente sua. La sua storia in questi anni Romani è a dir poco travagliata e fatta di parecchi bassi e pochi alti, dovuti soprattutto dalle sue condizioni fisiche che ne hanno limitato l’utilizzo. Il livello raggiunto quest’anno, invece, è quello che molti speravano di vedere anche fuori dal contesto Eredivisie. A inizio stagione la situazione era ben diversa da quella attuale. Su di lui erano interessate sia l’Atalanta di Gasperini, che ne aveva fiutato la capacità di adattamento al suo gioco (Hateboer stava in procinto di partire) sia il prestito al Genoa, squadra ideale per rilanciarsi, ma i due giocatori più rappresentativi della Roma, Dzeko e Pellegrini, e ora tra i più criticati post caos Coppa Italia, per uno strano scherzo del destino lo hanno convito a rimanere ed ora è il proprietario della fascia destra della Roma.

Gli anni Olandesi

La sua carriera iniziata nel settore giovanile del Feyenoord dove è stato utilizzato in tutti i ruoli del centrocampo e non come terzino, grazie al suo fisico ben strutturato e al suo piede destro molto preciso ed efficace. Per molti addetti ai lavori Olandesi era l’erede designato di Clasie, che in quel momento era l’astro nascente del centrocampo del Feyenoord. L’allenatore di quel periodo, Fred Rutten, decise che per sostituire il partente terzino destro Daryl Jaanmat, andato al Newcastle, avrebbe utilizzato in quel ruolo proprio Karsdorp. L’intuizione diede risultati insperati. Se il primo anno portò solo 2 assist in 19 partite il secondo anno fu senza dubbio fuori scala, anche all’interno di un campionato offensivo come quello olandese, che chiuse con 10 assist in 29 partite. Karsdorp mantenne questi numeri anche nelle successive stagioni diventando così il difensore con più assist nella storia del club (24 totali in 123 partite). Nella Eredivisie ha mostrato grande “propulsione” offensiva grazie a una capacità innata nel servire assist ai compagni attraverso cross molto potenti e precisi dovuti al costante utilizzo della parte interna del piede destro, utilizzata così spesso da diventare la sua caratteristica distintiva nella maggior parte dei suoi cross, e un grande dinamismo dato dalla struttura fisica. Da qui è nato il suo soprannome, “la locomotiva” che però non rende giustizia alle sue caratteristiche principali elencate in precedenza ma la potenza sprigionata durante le sue sovrapposizioni e corse offensive durante l’arco dei 90 minuti lo rendevano una sorta di locomotiva per gli appassionati del trainspotting. Se si osserva attentamente il primo Karsdorp tra le cose che risaltano agli occhi sono la nella conduzione del pallone, molto elegante tutta d’ esterno destro e testa alta, che lo portavano a servire spesso il centrale di centrocampo o la mezzala in sovrapposizione mostrando così la sua vena associativa e la memoria da ex giocatore di centrocampo. Dal punto di vista difensivo, essendo un giocatore adattato in quella zona del campo, le sue lacune erano ben nascoste dalle sue continue avanzate offensive. I dati di Whoscored ci dicono che nella sua migliore stagione al De Kuip ha prodotto 1.5 passaggi chiave ogni 90 minuti, anche perchè è stato il terzino che ha effettuato più cross, 5 (di cui 1.1 completati) x90 minuti. Le buone prestazioni e la sua giovane età lo hanno portato a Roma nella stagione 2017/18 per 14 milioni di euro ma i piani fatti da Monchi e la Roma, inizialmente, come spesso accade non hanno rispettato le aspettative.

Bersi tutta la difesa del Porto.

Ombre e luci a Roma

In questi ultimi 10 anni la Roma Americana è stata costantemente alla ricerca di un terzino destro affidabile ma con risultati alle volte inadeguati(Josè Angel e Piris) e alle volte discreti (Maicon a fine carriera e Torosidis che ci ha lasciato una bellissima pagina Facebook L’altra Europa con Torosidis). Il suo arrivo a Roma, nell’estate del 2017, voleva riempire quel vuoto mai pienamente colmato sulla fascia destra fatto di esperimenti mal riusciti e giocatori “da usato sicuro”. Si creò il giusto hype dietro il suo arrivo ma l’infortunio al crociato, che lo portò fuori dal campo per più di un’anno, e il difficile ambientamento tramutò l’acquisto del laterale Olandese in un cattivo investimento. Nella stagione 2019/2020 arriva il prestito al Feyenoord visto come una sorta di liberazione da parte dell’Olandese confermato anche dalle dichiarazioni “Alla Roma non avevo fiducia in me stesso durante la preparazione. La cessione è stata come togliersi un peso, tutta la tensione era scomparsa quando ho saputo che sarei potuto partire” ma che avrebbero dovuto suonare come campanello dall’allarme della situazione poca sana della Roma quando ha spiegato senza mezzi termini “A Trigoria venni lasciato molto da solo. Alcuni ragazzi camminano cinque minuti prima dell’inizio dell’allenamento, mentre altri hanno già trascorso due ore in palestra. Ci sono sedute in cui non parli con nessuno, ognuno fa le proprie cose. Quando ero alla Roma ero davvero scioccato: è questa l’atmosfera in un club?”. Oggi quelle stesse dichiarazioni le vede come “un’errore di trascrizione”, il che fa riflettere sulla diversa atmosfera che si respira oggi a Roma, Coppa Italia a parte. La stagione in Olanda è stata una sorta di rinascita a livello fisico e mentale, consentendo a Rick di lasciarsi alle spalle anche i problemi più gravi. La salute del figlio era il suo primo pensiero e ha portato, legittimamente, il pallone e la carriera professionale in secondo piano, come spiega in una intervista alla Gazzetta dello Sport sua moglie.

Tornato a Roma dopo l’interruzione dei campionati per la pandemia, la sua non partenza coincide invece con quella di Florenzi al PSG. Questo gli da un’inaspettata nuova chance. Fonseca, un po’ per necessità, lo promuove titolare sulla fascia destra del suo 3–4–2–1. Scelta che per ora ha portato i suoi dividendi. Il cambio di modulo ha garantito un minor impegno nei compiti difensivi per i terzini della Roma dando maggior responsabilità in fase offensiva. Se Spinazzola si è ormai distinto come uno dei migliori esterni della Serie A, Karsdorp ha comunque un ruolo importante nella manovra di possesso della Roma, anche in fase di rifinitura.

Il secondo gol di Mkhitaryan nel 3–0 contro il Parma. Karsdorp segue l’azione dal lato debole del campo aumentando gradualmente la corsa, come le locomotive a vapore che si vedono nei filmati dell’Inghilterra della prima rivoluzione industriale, e arrivando a piena potenza nel vertice alto dell’area di rigore trasforma lo scarico di Pedro con un cross di prima, teso, che attraversa tutta la difesa del Parma pescando dal lato opposto il trequartista armeno.

Altra azione dell’esterno olandese, forse la migliore, è l’assist per il 2–1 della Roma contro il Cagliari. Karsdorp è utilizzato come arma per alleggerire la parte sinistra del campo, in quel momento congestionata. Ibanez fa un gran cambio gioco servendo l’esterno olandese sul piede che con un controllo orientato allunga il pallone verso la porta prendendo in controtempo il suo marcatore. Con il secondo tocco di interno destro fa partire un pallone basso che trova dal lato opposto Dzeko.

Altra situazione che descrive la ritrovata consapevolezza nei suoi mezzi. In questo frangente il suo cross nasce dopo il passaggio in diagonale di Cristante. Una volta arrivatogli il pallone, Karsdorp lo fa scorrere verso l’esterno cercando di trovare la migliore posizione per calciarlo con il suo solito interno destro tenendo contemporaneamente alta la testa per capire i movimenti dentro l’area di rigore della Sampdoria. Anche in questo caso il pallone lo tocca una sola volta facendo vedere il suo minimalismo offensivo, letale nella sua semplicità. Molto probabilmente questo assist rimane la sua giocata più importante della sua storia nella capitale fin qui. Dzeko corre subito ad abbracciarlo per la bella giocata di prima, seguito da Pellegrini. Proprio i due compagni che lo hanno convinto a restare in giallorosso.

L’arrivo di Raynolds, terzino destro proveniente dal Dallas FC e giocatore di scuola Americana, che in questi anni è in netta ascesa, nel suo momento migliore sembra una sorta di scherzo del destino.

I dubbi sulla fascia destra da parte della società rimangono e dovremmo capire chi fra i due diventerà per i prossimi anni il terzino destro titolare, anche se con l’acquisto dell’americano l’ago della bilancia tende a spostarsi proprio verso quest’ultimo. Di sicuro avrà bisogno di un periodo di adattamento nel contesto della Serie A. Per ora Karsdorp dovrà continuare a meritarsi il posto da titolare, cosa che sta dimostrando finalmente di saper fare anche in Italia. Se non dovesse succedere sarebbe un vero spreco di “mezzi”, come smettere di utilizzare un Frecciarossa.

di Marco Alesiani

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Marco Alesiani
Palloni Gonfiati

Laureato in economia, appassionato di sport e libri. Tifoso della Roma e dei Boston Celtics