Nessuno si diverte a giocare come Rafa Leão.

Comunque vada una sua giocata, non smette di sorridere.

Alessandro Giura
Palloni Gonfiati
4 min readJan 14, 2022

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Appena tocca un pallone gli spunta un sorrisétto. Gioca così a calcio Rafael Leão, sorridendo. Anche sotto sforzo in corsa, anche dopo che ha sbagliato un controllo, quando non lo raggiunge. In questi casi il sospira, ma senza smettere di sorridere. Quando c’è un replay di un suo dribbling fateci caso, il sorriso si allarga ancora di più. È una caratteristica che lo distingue da quasi tutti i colleghi. Di solito i volti dei calciatori mostrano i segni stremati dai ritmi del calcio moderno, perennemente affaticati, concentrati, spesso sofferenti e per non dire esagerati. Sbuffi per qualsiasi azione. Lui invece anche quando deve fare una progressione di 20 metri ha sempre un che del sorriso. Non glelo si può togliere dal volto, come a Joker. Mi viene in mente solo Ronaldinho di giocatori che trasmettevano un’energia così positiva in campo. Così allegra. Ronaldinho era un giocoliere, solo per lui bisognerebbe creare la squadra di calcio equivalente agli Harlem Globetrotters nel basket. Oltre all’aura di gioira che emanava, la cosa bella di Ronaldinho era che appena c’era un pallone verso la sua direzione suscita l’istinto in noi spettatori di avvicinare lo sguardo, che sia allo stadio o davanti uno schermo, sporsi un poco insomma, perché tutti ci rendiamo conto e speriamo che potrebbe succedere qualcosa di irripetibile. Per questo effetto, che sia il tunnel più bello della storia o il più banale dei dribbling viene da pronunciare un “wow” meravigliato. Ecco, Leao ultimamente è in grado di suscitare le stesse emozioni. Durante Milan-Genoa di Coppa italia, Rafa è entrato al sessantunesimo minuto. Al primo pallone ricevuto è andato via a Hefti con un doppio basso, una cosa quasi banale per il suo bagaglio tecnico. I tifosi seduti sugli spalti vicino alla fascia dove gioca si sono tutti alzati e hanno avanzato, come se volessero tutti sporsi al bordo del settore per vedere meglio, con una sincronia quasi meccanica. Questa cosa è avvenuta ciclicamente nel corso della gara, ogni volta che un pallone andava in direzione del suo piede lo stadio sembrava entrare in trepidazione, voglioso di accompagnarlo con un wooo per tutta la durata del suo possesso palla. E alla fine ha deciso ha la partita con una giocata più da giocatore di biliardo che da giocoliere. Un tiro a palombella, o cross decidete voi a seconda delle vostre inclinazioni filosofiche, che cade preciso all’incrocio del secondo palo. La sua smorfia di gioia mista ammettere che meglio di così gli poteva andare, e attorno l’esultanza di un San Siro ben ripagato nell’aspettarsi qualcosa da lui.

Non è sempre stato così, spesso è stato considerato fumoso, incostante e troppo acerbo dai suoi stessi tifosi. Ma piano piano è migliorato, diventando uno dei migliori dribblatori della Serie A e sembrare l’arma più pericolosa del Milan di Pioli, che proprio durante il suo recupero da un infortunio ha perso la maggior parte dei punti fin qui in campionato. Lo scorso anno gli capitava di fare spesso la prima punta, quest’anno invece sembra essere diventato il prototipo di un nuovo tipo di trequartista, alto, veloce e tecnico. E tutto questo lo ha fatto divertendosi. Perchè è palese che Leao si diverte proprio a giocare. La cosa rende magnetico osservarlo attentamente mentre gioca. Quest’anno è andato vicino a realizzare un gol che sarebbe entrato nella memoria di molti e probabilmente fatto crollare San Siro. Una rovesciata quasi dal limite dell’area dopo un disimpegno, ma che ha centrato la traversa. Lui mantiene il sorriso stampato in tutta la sequenza. Ha continuato a sorridere anche quando l’arbitro ha fischiato fuorigioco (inesistente), forse lo avrà ulteriormente divertito l’idea che quell’euro gol avrebbero addirittura tentato di annullarlo. Non era neanche la prima volta che andava vicino ad un gol del genere. Il suo sorriso mentre compie un gesto del genere è francamente senza senso. Avete mai visto Cristiano Ronaldo ridere durante una sua rovesciata? No anzi sembra che anche per lui quello di andare a prendere un palla così in alto e con un gesto di coordinazione difficilissimo ci voglia uno sforzo massimo. Rafa invece lo fa rilassato, suscitando gioia in quella che fa. Sembra sempre contento di tutto quello che succede in campo, che sia guardare Ibrahimovic come fosse davvero un dio che ascoltare le indicazioni di Pioli. O che un avversario lo fermi con un fallo, e anzi sembra ancora più divertito quando gli portano via il pallone. Ora che il pubblico ha cominciato ad aspettare le sue giocate come quando un mago sega in due l’assistente. Leao, è palese, gongola nel farci divertire a noi tifosi, ne trae linfa e si diverte ancora di più. Come un bambino. Perchè alla fine è un gioco no? Lui sembra dire in campo” È una cosa seria si, ma bisogna divertirsi prima di tutto, e se ti diverti giochi bene”. Per questo Leao sembra poter diventare il più bravo di molti. Ci vorrebbero più calciatori come Rafa Leao.

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Alessandro Giura
Palloni Gonfiati

Studente di scienze della comunicazione a UniTo. Editor e Copywriter. Scrivo su Palloni Gonfiati e Ultimo Uomo. Conduco il podcast Britannia.