Pensieri euro-gonfiati del 14/4/2021

Alessandro Giura
Palloni Gonfiati
Published in
8 min readApr 14, 2021

Cosa ci hanno fatto pensare le gare di ritorno PSG-Bayern Monaco e Chelsea-Porto.

La spettacolarità della Champions League sta nel minuscolo margine di errore, fatto di centimetri. Una deviazione, un inserimento in ritardo mezza frazione di secondo, un calo di concentrazione lungo qualche secondo. Pensate alle più avvincenti gare di Champions che vi rimbalzano in testa. Per esempio il palo di Zyech sul 2–2 in Ajax-Tottenham, al millimetrico fuorigioco di Aguero sempre contro il Tottenham che manda dal paradiso all’inferno l’Etihad, il rigore di Griezmann e quelli del Valencia nelle ultime due volte che la finale si è giocata a San Siro, i pali colpiti da Messi nella semifinale contro il Chelsea di Di Matteo. E tantissimi altri recentissimi o meno. Queste situazioni diventano dei grandi what if. Ieri ad un certo punto ho creduto finisse uguale: nel giro di pochi minuti Neymar colpisce due pali e Choupo Moting segna, facendo esclamare la classica frase “ecco qua, gol sbagliato gol subito”. La gara ha così cambiato padrone nel risultato e si poteva immaginare uno scenario in cui il Bayern passava il turno e quelle giocate di Neymar diventare l’ennesimo what if della storia non solo della Champions ma anche dei parigini. Invece alla fine il risultato non è cambiato — assurdo — e Neymar ha potuto esultare in faccia a Kimmich, consolare Alaba e piangere di gioia. Quindi questo what if non è diventato un pensiero gonfiato, in compenso serate e partite come questa ne hanno gonfiati diversi. Ben 16 alla fine.

  1. La cosa più bella del doppio confronto tra PSG e Bayern Monaco è stata la contraddizione dei risultati delle gare rispetto a quello che abbiamo visto. Una settimana fa vedevamo un Bayern tirare più di trenta volte e segnare meno del PSG, ieri invece è stata la porta di Neuer il bersaglio più cercato eppure i parigini non hanno trovato il gol, perdendo addirittura la gara 1–0. Per loro fortuna è stata una sconfitta indolore e andranno in semifinale. È la prima volta nella storia della Champions League che in un re-match della precedente finale passa il turno la squadra che l’aveva persa. È finita allo stesso modo, con le lacrime di Neymar. Ma questa volta sgorgano per gioia.
  2. Il Bayern aveva cominciato meglio la gara. Molto aggressivo con i terzini stretti e cercando le ali in diagonale. Thomas Müller cercava il taglio del terzino sul secondo palo. Il PSG invece cercava di aggirare il pressing con passaggi corti nello stretto, in particolare con gli scambi di pura tecnica tra Di Maria e Neymar, e poi lanciare verso Mbappe, sfruttando la sua velocità. Nonostante abbia corso dei rischi con questo approccio intorno alla mezz’ora il PSG ha preso il controllo della gara, trovando fiducia nelle combinazioni e nell’abilità di Neymar di sgusciare tra i difensori. Non l’ha più persa, neanche quando è andata in svantaggio. I tratti in cui ha sofferto sono stati più dovuti al non essere riusciti a trovare il gol che per vero affanno della retroguardia.
  3. Da quando il calcio ha dovuto fare i conti con la pandemia ci si è definitivamente resi conto di una cosa: se Neymar è in forma è il calciatore più decisivo al mondo, forse addirittura il più forte in questo momento. Da un anno a questa parte ha deciso di diventare attore principale del palcoscenico europeo. Lui che è uno dei giocatori più divisivi al mondo, amato per quello che fa con la palle, odiato per quasi tutto il resto, da bravo pallone gonfiato. Ma con partite come questa sta provando a trasformare l’odio in amore. Jack Lang ha infatti scritto su The Athletic “Seriamente, cosa vi fa odiare Neymar?”. È stato il faro del PSG in entrambe le gare, sguisciando tra gli avversari ripetutamente, con dribbling o scambi nello stretto con i compagni. 6 dribbling, 14 duelli vinti e 3 passaggi chiave. Gli è mancato solo il gol o l’assist. Non che non ci avesse provato. Negato da Neuer nei suoi primi tentativi, il suo grande rivale è diventato il ferro che delimita la porta colpito ben 2 volte in pochi minuti. La prima volta ci ha negato il gol dell’anno: dal vertice sinistro fuori area Neymar sfida Coman, finta il cross sterzando e portando il pallone sul sinistro lasciando sul posto l’avversario. Il brasiliano continua a toccare la palla brevemente con il destro e poi fa partire un tiro a giro che si infrange sulla traversa. Da gol dell’anno a traversa dell’anno.

4. Quasi immediatamente dopo ha colpito un’altra volta un palo e sulle conseguenze di quell’azione è arrivato il gol di Choupo Moting. Gol dell’ex, il più classico dei cliche.

5. Il Bayern le occasioni migliori per passare il turno le ha costruite sul lato destro con Sanè. Per due volte è riuscito a mettere Bakkar, entrato nella ripresa al posto dell’infortunato Diallo, con il sedere per terra grazie alle sue finte. Nell’istante successivo ha peccato nella scelta di tiro o passaggio. L’occasione al 92esimo è enorme: con due linee di passaggio comode per Müller e Musiala ha invece scelto di cercare Martinez sul secondo palo con un passaggio rasoterra intercettato da Navas.

7. Tra l’altro Keylor Navas non è ancora uscito sconfitto da un doppio confronto in Champions League. È il portiere migliore nella storia della competizione?

8. Con questa finta Di Maria ha spiazzato persino noi sul divano. È incredibile come il PSG non sia riuscita a fare neanche un gol.

9. Se i bavaresi uscivano con recriminazioni dalla gara dell’Allianz questa volta possono lamentarsi solo di se stessi. Forse possono dire qualcosa sulle assenza di Lewandowski, Gnabry e Goretzka. Ma il PSG in quanto ad assenze non era da meno: mancava Verratti, uno dei giocatori chiave nella filosofia di gioco di Pochettino, Icardi e sopratutto dietro erano privi di Marquinhos e Florenzi, a cui si è aggiunto Diallo a gara in corso. A recriminare di più siamo noi che ci siamo persi ulteriori campioni in una sfida del genere.

10. Dopo la partita è venuto fuori per ammissione di Lothar Matthuas che Flick potrebbe lasciare il Bayern a fine stagione per diventare commissario tecnico della nazionale tedesca al posto di Joachimn Löw. Di sicuro non si respirava un clima sereno nelle ultime settimane. I bavaresi sono arrivati molto scarichi fisicamente a questo appuntamento e gli infortuni hanno mostrato come la rosa sia più corta di quella dell’anno scorsa, che tra le riserva vantava Coutinho e Perisic. Flick stesso prima di questa gara aveva detto “abbiamo meno qualità dello scorso anno”.

11. Al fischio finale Neymar è sembrato esultare in faccia Kimmich insieme a Paredes. Poi dopo ha abbracciato e consolato Alaba, ma ovviamente tutti si sono concentrati sull’iniziale esultanza/provocazione ai danni del tedesco. Neymar ha risposto di non averlo fatto apposta, ma ha fatto intendere che il tedesco se lo sia meritato. “Volevo festeggiare e Leo era proprio lì. Suppongo che fosse il destino, a voler significare che Kimmich era proprio quello che aveva detto che la loro squadra era migliore e si sarebbe qualificata, che si erano già assicurati il ​​posto in semifinale”. Poi ha fatto anche una strana analogia in merito alle rivendicazioni sul possesso palla dei bavaresi nella gara di andata. “Puoi cantare a una donna tutta la notte, poi in 5 minuti arriva un altro e se la prende”. Insomma è la settimana delle dichiarazioni polemiche e bizzarre tra avversari, dopo quella che ha visto protagonisti Solskjaer e Mourinho.

12. Intanto all’Estadio Ramon Sanchez Pizjuan di Siviglia si giocava la gara che non interessava a nessuno. Quella tra Chelsea e Porto. Per quanto il doppio confronto si sia giocato nello stesso stadio la squadra di casa erano i londinesi che quindi hanno addobbato lo stadio con qualche striscione. Il gigantesco banner blu con scritto sopra “Orgoglio di Londra” appoggiato sui seggiolini rossi avrà messo sicuramente a disagio tanto i tifosi del Chelsea tanto quelli dell’Arsenal in visione.

13. Tranquilli, se non avete visto la gara non vi siete fondamentalmente persi nulla. Il primo tiro verso lo specchio è arrivato al 65esimo. Sembrava che il Porto fosse più intenzionato a bloccare sul nascere le ripartenze dei Blues con dei falli tattici che a riaprire il discorso qualificazione. Poi proprio sul finire della gara è arrivato il gesto tecnico che l’ha sbloccata. E che gesto tecnico, uno di quelli che improvvisamente danno qualcosa agli appassionati per vedere gli highlights. La rovesciata di Mehdi Taremi. Dal nulla. Così. De botto, senza senso, per citare Boris. Un colpo di stinco pazzesco. Ammettetelo. L’attaccante iraniano è ormai il vostro pallone gonfiato preferito. Ci mancherà da qui in poi.

14. Nonostante la vittoria la corsa del Porto finisce qui in virtù dell’1–2 complessivo. Esce contro una squadra tatticamente preparata quanto loro ma con più tecnica e freschezza giovanile a disposizione nel reparto avanzato. E nella battaglia tattica anche i giocatori meno offensivi del Chelsea sono stati quelli a dominarla. Su tutti Jorginho, premiato anche dall’UEFA come migliore in campo. 97 tocchi, 56 passaggi riusciti su 65 tentati, 8 contrasti e 12 duelli vinti. Ha dettato i tempi di gioco, e la sua presenza unita a quella di Kante hanno soffocato la squadra di Conceição. Il centrocampista della nazionale italiana si è ripreso il centrocampo del Chelsea dopo che Lampard lo aveva messo al fondo delle rotazioni. Con l’arrivo di Tuchel è tornato un punto fermo dei Blues.

15. Dunque Tuchel e Pochettino sono i primi due a raggiungere le semifinali, seconda volta per entrambi. Tutti e due sono arrivati in corsa nelle rispettive squadre, l’argentino ha sostituito proprio il tedesco al PSG. Motivi che bastano a rendere affascinante e pieno di significato un eventuale loro incontro nella finale di Istanbul.

16. La sfida così intensa e serrata tra PSG e Bayern decisa dalla regola del gol in trasferta ha riaperto il battito su di essa, se sia da togliere o meno. Io penso che è proprio la regola a rendere determinate sfide così incerte fino all’ultimo dei 180 minuti. Prendete molte gare elencate nell’introduzione. Chi ci assicura che senza la regola del gol fuori casa sarebbero finite ai supplementari? Torniamo a ieri sera, siamo certi che nel secondo tempo le due squadre non avrebbero abbassato l’intensità, corso meno rischi e spingere per i supplementari. È proprio quella a influenzare l’atteggiamento in campo delle squadre in serate simili migliorando lo spettacolo.

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Alessandro Giura
Palloni Gonfiati

Studente di scienze della comunicazione a UniTo. Editor e Copywriter. Scrivo su Palloni Gonfiati e Ultimo Uomo. Conduco il podcast Britannia.