Pensieri euro-gonfiati del 17/2/2021

Cosa ci hanno fatto pensare Barça-PSG e Lipsia-Liverpool.

Alessandro Giura
Palloni Gonfiati
6 min readFeb 17, 2021

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Pensieri gonfiati viene pensata in un nuovo format “europeo”. E no, non c’entra il nuovo governo italiano guidato da Mario Draghi. Anzi sotto sotto ci starebbe anche. La Champions League è l’unica istituzione in cui si è realizzata per davvero l’Europa unita. Ma lasciando stare la politica, dopo 69 giorni si è tornati a giocare una competizione europea. Era anche ora, come vi dicevo nell’ultima puntata dei pensieri (si lo so, è di due settimane fa, ma che volete, ho da fare spesso e non sono al punto di poter monetizzare gli articoli) oramai le partite di campionato si confondevano l’un l’altra a causa del marasma di gare a cui ci siamo abituati. Inoltre grazie alla buona distribuzione del palinsesto UEFA le partite a cui pensare sono solo due alla volta. Di conseguenza questi pezzi “europeisti” saranno decisamente più corti rispetto alle abitudini. Una cosa di cui sicuramente sarete contenti. Oggi per esempio ho avuto solo 7 pensieri. Ok, finito il discorso introduttivo sul perché e il come.

Foto via AP
  1. La sera del 16 febbraio 2021 sarà ricordata come quella in cui Kylian Mbappe è definitivamente entrato nel discorso su chi sia il calciatore più forte del mondo. Tripletta a parte è stata una prestazione devastante, assurda per la naturalezza che ha mostrato. Non c’è stato un momento chiave in cui ha perso il controllo della situazione, sia in velocità che da fermo. Il suogioco di gambe e controllo nello stretto sul primo gol sembra gli venga facile e rapido come un passo di danza provato migliaia di volte. Il terzo gol è degno del miglior tempismo nel pigiare i tasti giusti in un videogioco. Sergiño Dest se lo sognerà per un bel po’ di notti. Tutto questo come ospite del palcoscenico più tosto del calcio moderno, il Camp Nou. È il secondo giocatore a realizzare una tripletta da avversario su questo campo in Champions League dopo Andriy Shevchenko (Barcellona-Dinamo Kiev 0–4, 5 novembre 1997). Siccome ci delizia del suo straripante talento da anni ormai si tende a dimenticare che abbia solo 22 anni. Ad un certo punto della gara è andato via a Piqué che ha provato a trattenerlo per la maglia. Lo scatto di quel momento è diventato virale e fa da perfetto riassunto alla gara, trovando facili riferimenti al mondo animato dei Looney Tunes.

2. Se non lo sapeste già effettivamente non ho scritto il risultato finale della gara. 4–1 per i parigini, in rimonta anche. In questa vittoria oltre a Mbappe c’è anche un bel pezzo d’Italia. Moise Kean ha segnato il terzo gol dei suoi impreziosendo una solida prestazione che mi auguro lo stia facendo rimpiangere a Torino. Potremmo fare lo stesso discorso per Alessandro Florenzi, altro reietto della Serie A. Il gol del vantaggio del PSG è innescato da un suo cross. Non conta come assist causa deviazione, ma anche per lui è l’acuto di un ottima gara. Il migliore degli italiani stasera però è stato Marco Verratti. “È come il prezzemolo, lo si trova dappertutto” diceva spesso e a caso Fabio Caressa nella telecronaca dei vecchi FIFA e, per quanto ho odiato tantissimo questa esclamazione durante le mie ore di gioco, devo dire che può calzare nel descrivere la gara di Marco. È sembrato coprire tutti i ruoli del centrocampo ed è emerso come il grande creatore di gioco che è, ma che ancora non abbiamo visto in nazionale. Oltre a loro un po’ italiani lo sarebbero anche Leandro Paredes e Mauro Icardi, anche loro rigettati dalla Serie A. I due argentini sono stati rivitalizzati da quando il connazionale Mauricio Pochettino siede in panchina. Paredes è stato importante in fase di aggressione e recupero, permettendo a Verratti di essere più libero in fase offensiva. Questa è stata la più grande notte europea nella storia del PSG. I presupposti per replicare la stagione scorsa ci sono. Se ad un fenomeno dai mezzi imbarazzanti si aggiungono tutta una serie di grandi prestazioni individuali come stasera i parigini, potrebbero essere la squadra più interessante da guardare nel resto della competizione.

3. Chissà se il Barcellona sta pensando al fatto che l’ultima volte che ha perso la gara d’andata in una fase a eliminazione contro il PSG poi ha passato il turno. Tra l’altro rimontando 4 gol. Insomma il precedente che fa ben sperare c’è. Ma in realtà questo Barcellona è ben diverso da quello di quel famoso 6–1. Sembra si andrà verso l’ennesima grande disfatta europea per Leo Messi e compagni. Certo meno dolorosa di quella delle ultime stagioni, anche perché c’è stato un ridimensionamento di aspettative dopo l’affare Messi e l’arrivo di Koeman. Non era impensabile che il Barça sarebbe spesso scivolato quest’anno, anche se vederlo 10 punti sotto in campionato e costretto alla rimonta sia in Europa che in Copa del Rey già a febbraio pare troppo. Quest’anno è completamente dipendente dalla giornata di Messi. Poi serate come questa palesano come gli spettri delle recenti batoste negli scontri dentro o fuori siano ben vivi. Il ricambio generazionale è già cominciato, ma un reset totale a questo punto pare necessario per quanto doloroso.

Lo stato d’animo di Piquè nel primo tempo, quando la gara era sull’1–1.

4. Chissà poi se questa è stata l’ultima gara in Champions League di Messi al Camp Nou. Con la maglia del Barça almeno.

5. Passiamo a RB Lipsia-Liverpool che vuol dire Nagelsmann contro Klopp, ovvero i due migliori interpreti del recente pensiero di calcio made in Germany — non me ne voglia Flick. È finita 2–0 per i Reds che mettono in discesa la strada per i quarti di finale. Se giudichiamo la gara esclusivamente in base ai gol realizzati dalla squadra inglese viene da pensare ad un possibile e irritente titolo di giornale tipo “HARAKIRI LIPSIA”: sono due gol “regalati”, arrivati nel giro di 5 minuti a inizio ripresa. Prima Sabitzer ha appoggiato male all’indietro e quasi alla ceca verso Klostermann innescando Mo Salah verso la porta e poi Mukiele ha completamente lisciato l’intervento da ultimo uomo, con Sadio Mané che ne ha approfittato per chiudere la gara. Insomma si può pensare ad un vittoria fortunata del Liverpool, figlia degli errori degli avversari in due singole occasioni. Tutto questo è comunque sempre collegato al modo di giocare dei Reds, che inducono facilmente a errori gli avversari, anche se non così grossolani. Questa partita e gli episodi che l’hanno decisa mi ha fatto pensare ad un’altra gara che il Liverpool vinse quasi alla stessa maniera nei gironi di Champions dello scorso anno: un 4–3 contro il Salisburgo. Altra squadra del gruppo Red Bull poi, che coincidenza. Forse per quello ho associato le due gare.

Salah non ha ancora fatto gol, ma Sabitzer ha già le mani tra i capelli.

6. La miglior notizia per il Liverpool è stato l’ottimo esordio in Champions League di Oznan Kabak. I dati di Squawka dicono 7 duelli vinti, 4 tackle, 3 intercetti e 3 recuperi. Non male tenendo anche conto che è l’unico difensore centrale puro che i Reds possono schierare ed è arrivato da pochi giorni dallo Schalke, la peggior squadra d’Europa. La maturità nelle decisioni sotto pressione ha già fatto entusiasmare i tifosi.

7. Il Lipsia questa sera ha confermato la tendenza di sciupare sotto porta le occasioni che riesce a creare. In campionato sopperisce questo difetto grazie al fatto che sono la miglior difesa. In Champions League ovviamente il margine di errore è molto più sottile, e fallire occasioni sullo 0–0 come quella di Nkunku può costare caro. Sembra quasi che per segnare debbano costruirsi chance ancora migliori di quelle che possiamo considerare buone. Del resto il suo giocatore più concreto in campo è Angeliño, professione terzino sinistro con licenza di fare quello che vuole in attacco. Quel salto di qualità dopo la sorprendente corsa fino alle semifinali dello scorso anno non è arrivato, come se le nuove aspettative abbiano fatto tremare le gambe ai ragazzi di Nagelsmann. E l’occasione era ghiotta, viste le difficoltà recenti del Liverpool. Timo Werner manca un sacco, ad Anfield servirà una grande gara per restare in coppa e in campionato la rincorsa al Bayern Monaco sembra la sfida tra la lepre e la tartaruga. Tutto fumo niente arrosto viene da dire. Peccato.

Quando invece di Barça-PSG preferisci guardare Lipsia-Liverpool.

Ho pensato a tutto direi, a domani.

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Alessandro Giura
Palloni Gonfiati

Studente di scienze della comunicazione a UniTo. Editor e Copywriter. Scrivo su Palloni Gonfiati e Ultimo Uomo. Conduco il podcast Britannia.