Pensieri euro-gonfiati del 9/4/2021

Cosa ci hanno fatto pensare le gare di andata dei quarti di finale di Champions League.

Alessandro Giura
Palloni Gonfiati
7 min readApr 9, 2021

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Il primo atto dei quarti di Champions League è andato in scena sullo sfondo di scenografie suggestive e forse irripetibili. Un improbabile nevicata di aprile in Baviera era lo sfondo di Bayern Monaco-Paris Saint Germain, aggiungendo un pizzico di confusione e imprevedibilità a quella che fin qui è stata una delle partite più belle dell’anno. La sera precedente Real Madrid-Liverpool andava in scena nel centro sportivo dei blancos a Valdebebas. Uno scenario che ricordava più una partita del mercoledì sera in periferia tra amatori che una tra due delle squadre che vantano più coppe dalle grandi orecchie alzate. Per una sera il grande calcio è sembrata una partita di Pro Evolution Soccer 5 dove lasciavi decidere le condizioni atmosferiche e il campo di gioco in maniera casuale al computer. Un ulteriore livello del calcio ai tempi del Covid-19 dove squadre portoghesi giocano la gara casalinga in Spagna, squadre inglesi in Ungheria o addirittura si giocano andata e ritorno nello stesso stadio, come Porto-Chelsea che verrà giocata a Siviglia. Quanto sta incidendo tutto questo per i calciatori? Chi lo sa, intanto le grandi giocate non stanno mancando.

  1. Pensiamo prima alle persone audaci. Ovvero a quelli che hanno guardato Porto-Chelsea invece di Bayern-PSG. Molti potrebbero aver confuso i Blues con i loro cugini londinesi a Crystal Palace, visto il completo a righe rosso blu con cui hanno disputato la gara. Si sono sorbiti uno spettacolo prevedibile. Ha vinto la noia. Ma anche il Chelsea per 2–0.
  2. In una partita contratta tra due squadre molto preparate tatticamente e ben allenate da Tuchel e Conceição la differenza l’ha fatta la riuscita di grandi giocate, piò meno fuori spartito. I gol di Mount, che si libera al tiro con una girata di suola, e Chilwell, che ha segnato scartando il portiere con un calma olimpica degna del suo nome.
  3. Il Chelsea sta asfaltando la strada per arrivare Istanbul con una difesa arcigna in grado di soffrire per larghi tratti di ogni gara. Un piano preparato dopo un cambio di allenatore. Guarda caso la stessa maniera con cui arrivarono a vincere la coppa nel 2012.
  4. Passiamo alla gara sotto la neve dell’Allianz Arena. Il Bayern Monaco ha tirato 31 volte verso la porta, di cui 21 volte da dentro l’area. Ribadisco per enfasi, 21. Eppure ha perso 3–2. Il PSG nel primo tempo ha convertito in gol entrambi i tiri tentati. Thomas Müller ha detto che “se fosse finita 5–3 o 6–3 per noi nessuno potrebbe lamentarsi. Se avessimo avuto il nostro solito killer instinct avremmo visto una partita completamente diversa” Quanto è mancato Lewandowski? Tantissimo. E anche Gnabry.
  5. Se nella metà campo avversaria i bavaresi sono stati più sfortunati che altro, nella propria invece se le sono andate un po’ a cercare come spesso accaduto in questa stagione. Prendo il terzo gol come emblema. L’atteggiamento timoroso e impaurito di Boateng è la perfetta immagine di cosa voglia dire oggi trovarsi Kylian davanti. Pura paura. Ma la giocata di Mbappe è strepitosa: finta e poi tiro sul primo palo che prende Neuer talmente in contro tempo da non lasciargli neanche tentare la parata. Immarcabile.
  6. Credo sia la decima partita dopo la quale si dice “Mbappe si è presentato al mondo”. Cosa vuol dire? Che molti non hanno ancora capito quanto Mbappe sia forte o che lui alza il livello del suo gioco gara dopo gara?
  7. La doppietta può far propendere per l’attaccante francese come migliore della gara, ma francamente il vero pallone gonfiato ieri è stato Neymar. Messo da Pochettino alle spalle di Mbappe con tanta libertà di movimento è stato il faro in ogni manovra offensiva dei parigini. Ha dimostrato anche in questa gara che se in forma è il giocatore più decisivo al mondo. Spiccano gli assist: uno che mostra grandi tempi di conduzione e l’altro che è un invenzione fantastica che fa sciogliere come il burro la difesa del Bayern. Un colpo di genio assurdo. L’unico a capire che avrebbe provato quella palla è stato Marquinhos. Telepatia carioca.

8. Pensando ad una giocata telepatica non possiamo agganciarci a quella della sera precedente. Ovvero il lancio di Toni Kroos per il gol di Vinicius jr. La traiettoria ricorda una giocata di Tom Brady. Qui è più telepatico che preparato: Kroos spesso indica ai suoi compagni di partire verso la porta con un gesto della mano, è questa volta non è stato da meno. Appena fa un quasi impercettibile cenno, Vinicius parte. Poi ulteriormente impreziosito dallo stop con la spalla del brasiliano. Una sensibilità assurda, che molti giocatori si Serie A non hanno neanche con le mani.

9. Questa sì che è stata la partita che ha presentato Vinicius jr. al mondo. Durante la stagione è cresciuto molto, unendo a tecnica e velocità maggiore consapevolezza nei movimenti. E ieri sera è salito in cattedra anche in una partita importante di Champions (dopo aver già deciso un Clasico). E mostrando proprio la maggiore completezza del suo gioco. Una doppietta fatta di tecnica (primo gol) e intelligenza di movimenti in area (il secondo). Il pensiero su di lui è se stia finalmente entrando nel suo prime?

10. Trent Alexander Arnold è il sorprendente protagonista in negativo del Liverpool a Madrid. In qualche modo colpevole su tutti i gol subiti. È stato mandato al manicomio da Mendy e Vinicius ripetutamente, mostrando anche nervosismo. Nelle ultime settimane è stato l’uomo sulla bocca di tutti in Inghilterra, dopo la rumorosa esclusione dalle convocazioni con la nazionale di Southgate. Aveva risposto con una grande prestazione contro l’Arsenal, ma qui c’è stato un passo indietro che ha fatto capire quanto la sua zona di competenza in campo possa essere attaccabile. Dopo il clamore dell’esclusione dopo questa gara forse qualcuno comincia a capire come mai non sia un punto fermo del selezionatore inglese. Anche se la cosa continua a rasentare l’assurdo.

11. Zidane è sempre stato considerato come un gestore di campioni negli anni, vedendo più meriti dei successi del Real attribuiti più ai suoi giocatori che a lui. Klopp invece è stato il genio della tattica e del saper incalanare il proprio credo di gioco nelle teste dei suoi interpreti. Ieri sera la sfida tattica tra gli allenatori se l’è portata a casa il francese. Zizou ha preparato la partita in maniera perfetta, scegliendo di attaccare gli esterni di difesa forzando così la cattiva prestazione di Trent. Il Liverpool è sembrato invece spompo, non la squadra asfissiante sia con che senza palla a cui ci siamo abituati. Possibile che basti l’assenza di Wijnaldum per trasformare una squadra del genere?

12. Il centrocampo Kroos-Modric-Casemiro è tra i più forti di sempre? È anche uno dei più longevi a questo punto. Senza Ronaldo e Bale ci stiamo accorgendo della sua reale forza, tanto qualitativa che mentale nonostante possa essere messo facilmente sotto atleticamente.

13. Il City ha faticato più di quanto previsto contro il Borussia Dortmund pur portando a casa il 2–1, prima volta in cui sono in vantaggio in un quarto di finale dopo la gara di andata. Ha fallito un grande numero di occasioni e si è un po’ seduto nel primo tempo, venendo graziato dall’arbitro in occasione del gol/fallo(?) di Bellingham. Sopratutto dopo ieri è sembrato che il sistema senza vere punte disegnato da Guardiola possa essere discutibile in gare di questo tipo, dove magari più che un falso nueve serva un giocatore che attacchi la linea di difesa. Non è stato trascendentale, ma con Gabriel Jesus subentrato il City è sembrato attaccare meglio. Non è un caso che queste cose vengano fatte notare proprio quando dalla parte opposta del campo c’è Haaland, che le indiscrezioni di calciomercato lo vorrebbero al City dalla prossima stagionr.

14. Haaland sta cominciando a sbagliare qualche gol. Sabato contro l’Eintracht Francoforte aveva fallito un paio di controlli a tu per tu con il portiere, contro il City non è stato da meno. Dopo aver vinto il duello fisico con Dias, ha sparato addosso a Ederson la sua migliore occasione. Human after all? Comunque sia trovatemi un giocatore con un espressione più pazza nell’esultare ai gol dei compagni, Marco Reus in questo caso, quanto la sua. Il compagno che tutti vorremmo non solo perché la butta dentro, ma perché ti vuole un gran bene.

15. L’ultima parola l’ha messa un altro giovane, Phil Foden. Ha segnato il gol vittoria all’89esimo e prima aveva sprecato un’occasione enorme a due metri dalla porta. Oltre a farsi trovare in area con i tempi giusti ha regalato giocate con la palla che ci hanno fatto venire il dubbio che Cruijff non si fosse reincarnato.

16. Anche questa doppia serata di Champions è stata caratterizzata da grandi prestazioni di giovani stelle. Mbappe, Haaland, Vinicius e Foden. È tempo di trovare nuovi padroni per il Pallone d’Oro.

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Alessandro Giura
Palloni Gonfiati

Studente di scienze della comunicazione a UniTo. Editor e Copywriter. Scrivo su Palloni Gonfiati e Ultimo Uomo. Conduco il podcast Britannia.